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Adolescenti, gabbiani e favelas

di Anna Travagliati

Giordano Lupi

Miracolo a Piombino

Historica 2016

p.186, 12 €

 

arton143265L’adolescenza è uno dei periodi più complessi e problematici che l’essere umano possa vivere. Sembra incredibile che questa fase evolutiva sia stata riconosciuta come età con caratteristiche proprie, diversa dall’infanzia e dall’età adulta, solo dalla fine dell’Ottocento.

Forse per i desideri contrastanti che spesso porta con sé, questa fase di mezzo ha suscitato non poco interesse da parte del mondo dell’arte: pittori e poeti, scrittori e fotografi, sono molti ad aver lasciato la loro interpretazione di questa difficile età.

In questo libro Giordano Lupi ci racconta di due storie e di tre adolescenze: quella di Marco, ragazzino di diciassette anni tormentato e triste, distrutto dalla morte di Sara, la sua ragazza; quella di Robert, un giovane gabbiano solitario che esiste solo nell’immaginazione di Marco; e quella di Juan, un povero brasiliano con un grande talento per il calcio.

Le numerose fotografie di Riccardo Marchionni arricchiscono il testo e aiutano a creare l’atmosfera di città marittima di Piombino.

La prima storia, Miracolo a Piombino appunto, è incentrata sui problemi emotivi di Marco, adolescente sui generis incapace di uscire dalla propria tristezza e di instaurare un rapporto costruttivo con i coetanei, che giudica stupidi e vacui. Ma anche se «il vizio assurdo della solitudine», come lo chiama l’autore, esercita un forte richiamo, in Marco è vivo anche un intenso desiderio di vita.

In parallelo alla sua vicenda leggiamo la storia di Robert, gabbiano antropomorfo che vive fuori dal branco e che decide di andare via dalle native coste di Piombino e dirigersi verso terre nuove e sconosciute, alla ricerca di sé stesso. Infine Robert si libererà della sua solitudine e Marco sceglierà di volare anche lui, come la sua creatura immaginaria, e cercare la felicità.

Il secondo racconto, Il ragazzo del Cobre, ci porta invece nel mondo disperato dei diseredati del Brasile. Juan, un ragazzo alagado (cioè che vive sulle palafitte, senza nemmeno la terra sotto i piedi, il gradino più basso fra i poverissimi), trova una via d’uscita da quella vita attraverso il calcio. Anche le sue sorelle sognano un futuro migliore, magari un ricco turista alla ricerca di moglie, come insegnano le telenovelas…

Lupi mescola diversi generi letterari: il romanzo di formazione per Marco e il suo dolore adolescenziale, la favola antropomorfa per Robert il gabbiano, il racconto realista di denuncia per Juan e la sua famiglia.

Perché l’adolescenza è un periodo doloroso e personale, che può essere narrato in un’infinità di modi diversi, a patto che sappia restituire quel fragile squilibrio fra paura del mondo e fame di novità, nostalgia per l’innocenza dell’infanzia e desiderio dell’età adulta, troppo veloce e troppo lenta ad arrivare.

 

Fonte immagine: http://www.sololibri.net/IMG/arton143265.jpg