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il BLOG di EDITORIA

Master Professioni e prodotti dell'editoria – Università di Pavia

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    L’azienda grafica: dal progetto al libro come oggetto

    Il processo che trasforma un testo in un libro comporta diversi passaggi che coinvolgono attori interni ed esterni alle case editrici. Una di queste fasi è la produzione del libro come oggetto: avviene…

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    Un grande giocattolo cartaceo (e digitale): il libro ergodico

    Il libro è un’autostrada con una direzione ben precisa, e la possibilità di una breve deviazione per far rifornimento alla stazione di servizio non ne modifica la natura fondamentalmente lineare. Gino Roncaglia, La…

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    Utopia Editore: la sfida di una nuova casa editrice | Intervista a Gerardo Masuccio

    Con il termine “utopia” si indica un ideale o un progetto irrealizzabile, qualcosa di lontano dalla realtà, un’illusione. Così non è stato per un gruppo di sette ragazzi, tutti sotto i trent’anni, che…

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    Quando il libro diventa audio: alla scoperta di audiolibri e podcast

    Quella del supporto audio nel mondo dei libri è una realtà che con gli anni sta diventando sempre più concreta, grazie allo sviluppo delle tecnologie e all’implementazione delle stesse nell’ambiente domestico. Basti pensare,…

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    Il Marketing e il Libro. Intervista all’Ufficio Marketing di Neri Pozza

    Durante la nostra vita siamo quotidianamente a contatto con elementi di marketing. Forse non ce ne accorgiamo, o lo diamo per scontato, ma influisce costantemente sulle nostre decisioni d’acquisto. Dagli smartphone alle bibite,…

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Il 26 marzo 1958, Alberto Mondadori, figlio di Arn Il 26 marzo 1958, Alberto Mondadori, figlio di Arnoldo, scrive a Sartre annunciandogli la volontà di rendersi autonomo dal padre e di fondare una nuova impresa editoriale che «avrà come suo principale impegno quello di diffondere libri di grande importanza nella storia della cultura, delle arti, delle dottrine e del costume». Nasce così, a Milano, la casa editrice Il Saggiatore.
 
L’intento di Alberto era quello di soddisfare con le proprie proposte i gusti e le richieste di un pubblico intellettualmente moderno, di contribuire alla ricerca di un nuovo terreno fertile su cui coltivare i fermenti che si andavano delineando nella cultura italiana dell’epoca. A tal fine, Mondadori si circonda di intellettuali di varia provenienza, studiosi delle discipline più disparate: il critico letterario Debenedetti (che sarà direttore letterario della casa e direttore della collana "Biblioteca delle silerchie"), l’archeologo Bianchi Bandinelli, il filosofo Cantoni, lo storico dell’arte Argan, l’antropologo De Martino, il musicologo D’Amico.
 
Attraverso i preziosi contributi, si sviluppa una delle più grandi imprese di saggistica culturale dell’Italia del dopoguerra, attraverso la quale la filosofia e la critica letteraria, le scienze e le arti trovano un progetto editoriale di ampio respiro, capace ancora oggi, a più di sessant’anni di distanza, di diffonderle e di valorizzarle.
 
Credit foto: biblioteca storica il Saggiatore, Fondazione Mondadori

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🌿📕 Oggi in occasione del #Dantedì parliamo 🌿📕 Oggi in occasione del #Dantedì parliamo della stampa della “Divina Commedia” di Dante Alighieri.
L’11 aprile del 1472 viene stampata a Foligno l’editio princeps, la prima edizione a stampa della “Commedia”. Il tipografo Johann Neumeister, in precedenza lavorante di Gutenberg, ed Evangelista Angelini di Trevi furono gli artefici di questa impresa tipografica insieme all’orafo e zecchiere folignate Emiliano Orfini, che disegnò le lettere per la stampa grazie alla sua esperienza di incisore.

L’esemplare usato nella stampa della “Commedia” di Foligno è stato individuato nel “Codice Lolliniano 35”, un manoscritto trecentesco oggi conservato nella Biblioteca del Seminario di Belluno. Il manoscritto appartiene ai cosiddetti “Danti del Cento”, un gruppo di codici trecenteschi della “Divina Commedia” ascrivibili all’officina scrittoria di Francesco di ser Nardo di Barberino.

L’antico Palazzo Orfini, a Foligno, ospita oggi il Museo della Stampa che raccoglie le testimonianze della produzione della carta e dell’editoria folignate dal XV secolo a oggi. Nella “Sala degli incunaboli” si trovano le carte con filigrana, le matrici per stampa e le teche con le edizioni quattrocentesche della tipografia Orfini Neumeister.

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Il 14 marzo 1972 moriva a Segrate, vicino Milano, Il 14 marzo 1972 moriva a Segrate, vicino Milano, e in circostanze non ancora del tutto chiarite, l’editore Giangiacomo Feltrinelli. Fu uno dei personaggi più influenti dell’editoria italiana della seconda metà del Novecento, da annoverare tra quegli «editori protagonisti», capaci di personalizzare la linea editoriale, secondo la propria idea di editoria, dalla scelta del testo al modo di veicolarlo.
 
Dopo aver dato avvio a una Biblioteca storica (oggi Fondazione), nel 1954 Feltrinelli rileva la collezione «Universale economica» della COLIP e fonda a Milano la casa editrice che ancora oggi porta il suo nome. Il suo progetto editoriale risiedeva nella volontà di far conoscere il movimento operaio, di promuovere la cultura democratica, di dar voce ai fermenti politici e sociali dell’Italia di quegli anni e di scoprire le novità in campo letterario e artistico.
 
Su questa scia, fu proprio Feltrinelli nel 1957 a pubblicare, in prima edizione mondiale assoluta, “Il dottor Zivago” di Boris Pasternak. Il romanzo, difatti, non passò il vaglio della censura sovietica e lo scrittore russo si rifiutò di apportare i dovuti tagli: l’editore milanese riuscì a entrare in possesso del manoscritto durante un viaggio a Berlino e ottenne i diritti per pubblicarlo, battendo la concorrenza di editori americani e francesi. Tre anni dopo la sua pubblicazione, il libro raggiunse le 150.000 copie vendute.
 
L’anno successivo, nel 1958, dopo il rifiuto da parte di tre case editrici (Einaudi, Longanesi, Mondadori), Feltrinelli fu l’unico a comprendere la straordinarietà del “Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che pubblicò postumo. Il romanzo vinse il Premio Strega nel 1959 e divenne uno dei best-seller del secondo dopoguerra, ad oggi considerato un capolavoro della letteratura italiana.

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Il 12 marzo 1863 nasceva a Pescara Gabriele D’An Il 12 marzo 1863 nasceva a Pescara Gabriele D’Annunzio. Soprannominato “Il Vate”, fu simbolo del decadentismo e figura di spicco della letteratura italiana tra la fine del XIX secolo e lo scoppio della prima guerra mondiale. Oltre che per le sue numerose opere, lo ricordiamo in quanto fu il primo intellettuale promotore di se stesso, sia come autore sia come personaggio. La sua arte fu così influente nella cultura di massa, negli usi e costumi dell’Italia dell’epoca, che oggi quel periodo è definito dannunzianesimo.
 
Sin da giovane, D’Annunzio dimostra uno spiccato fiuto per la novità e un’innata capacità di capire i gusti del pubblico, di offrire al lettore ciò che desidera. A soli 16 anni, pubblica una prima raccolta di poesie in metrica barbara, “Primo Vere”, seguendo il nuovo innestato da Carducci. Riuscirà poi a farsi recensire l’opera da Giuseppe Chiarini, attivo nel dibattito letterario del tempo, il quale ne elogia la vocazione alla poesia e la giovane età.
 
Intuisce la necessità di crearsi un mito da alimentare con destrezza, in modo da farsi pubblicità e mantenere sempre vivo il rapporto con il pubblico. Elabora, quindi, delle vere e proprie strategie di marketing: per aumentare la visibilità della sua prima raccolta, riporta su un giornale, in forma anonima, la notizia della sua morte prematura per una caduta da cavallo, salvo smentirla poco dopo. Più tardi, desta scalpore il matrimonio riparatore con la duchessa Hardouin, preceduto da una fuga d’amore di cui il poeta dà notizia ai giornali per alimentare lo scandalo.
 
Le spese, i debiti, gli sfarzi e uno stile di vita fuori dalla propria portata necessitano di essere mantenuti: D’Annunzio è lo scrittore che scrive per vendere. Capisce la novità del romanzo che tarda ad arrivare in Italia. Nel 1888 trova nell’editore Treves un garante di qualità e guadagno. Nel 1889 pubblica il suo capolavoro, “Il piacere”, facendo credere che il protagonista è persona realmente esistente: fa fare delle calcografie, le fa firmare con il nome Andrea Sperelli e le mette in vendita, il tutto per fini pubblicitari.

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Il 9 marzo 1883 nasceva a Trieste Umberto Poli, co Il 9 marzo 1883 nasceva a Trieste Umberto Poli, conosciuto poi con lo pseudonimo di Saba, uno dei poeti più importanti del #Novecento. A cavallo tra le due guerre, l'opera di #Saba si distingue per la sua anticonvenzionalità. Saba si distacca dall'ermetismo e dalla ricerca della "bellezza d'annunziana" per approdare ad una poetica più semplice. L'estetica nasce dalla verità, dalla descrizione delle cose semplici della vita quotidiana. 
Oltre alla sua importanza come poeta lo ricordiamo anche per il suo impegno nella gestione della #libreria antiquaria di Trieste, quel "nero antro" a cui era tanto legato che prese il suo nome. Questo piccolo tempio della cultura italiana è ancora in attività oggi grazie a Mario #Cerne, figlio di Carlo Cerne amico di Saba, e conserva al suo interno volumi di grande valore come il #manoscritto originale del #Canzoniere e le prime traduzioni delle sue opere, alcune addirittura in giapponese e in dialetto triestino. «Più che una libreria – afferma il signor Cerne in un'intervista rilasciata alla RAI – rappresenta un simbolo» che testimonia ancora oggi l'importanza e l'originalità del poeta.

Crediti: la foto alla libreria antiquaria è stata scattata da Rob Flickenger
https://commons.m.wikimedia.org/wiki/Category:Umberto_Saba?uselang=it#/media/File%3ALibreria_Antiquaria_Umberto_Saba.jpg

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È il 1 marzo 1989 quando gli Stati Uniti d’Amer È il 1 marzo 1989 quando gli Stati Uniti d’America aderiscono ufficialmente alla Convezione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche, il trattato internazionale stipulato nel 1886 per il riconoscimento reciproco del diritto d’autore tra le nazioni aderenti.
 
Ispirata da Victor Hugo – che per primo ravvisò l’esigenza di una tutela uniforme del diritto d’autore – la Convenzione oggi si fonda su tre principi di base: l’internazionalizzazione della normativa, per cui la tutela è riconosciuta in tutti i Paesi firmatari; la sua indipendenza, per cui l’esercizio dei diritti non è vincolato alla condizione che l’opera sia tutelata nel Paese di origine; la sua automaticità, per cui il diritto sorge automaticamente nel momento in cui l’opera nasce e prende forma, senza necessità di alcuna registrazione, salva la possibilità per i singoli Stati di richiederla.
 
Proprio in virtù di quest’ultimo principio, gli USA inizialmente rifiutarono di aderire alla Convenzione, implicando quest’ultima importanti cambiamenti nella legislazione federale, in particolare la rimozione dell’obbligo di registrazione e della nota di copyright. Sulla spinta di pressioni interne, infine, nel 1989 gli Stati Uniti firmarono l’accordo, mantenendo però l’obbligo di deposito del copyright, non a fini costitutivi del diritto (il diritto sorge a prescindere), ma per farlo valere sul territorio.
 
Un’altra particolarità della legislazione statunitense si rileva nella durata del diritto d’autore. Come avviene in Italia e negli altri Paesi dell’Unione Europea, negli USA il diritto d’autore è riconosciuto per la durata della vita dell’autore fino ai 70 anni successivi alla sua morte. Tuttavia, il Sonny Bono Copyright Term Extension Act (1998) ha esteso tale termine relativamente a due ipotesi: 95 anni dalla pubblicazione, nel caso in cui la paternità appartenga a un ente (corporate authorship), e 120 anni dalla sua creazione, qualora l’autore sia anonimo o il lavoro fatto su commissione.

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Il 23 febbraio 1453 ha inizio a Magonza, in German Il 23 febbraio 1453 ha inizio a Magonza, in Germania, la stampa della Bibbia a 42 linee (B42), il primo libro nella storia a essere stampato con la tecnica dei caratteri mobili.

L'opera monumentale prende vita nell'officina tipografica di Johann Gutenberg che, coadiuvato dall'incisore Peter Schöffer e finanziato dal socio Johanne Fust, perfeziona la tecnica di riproduzione dei testi mediante caratteri mobili di metallo e dà avvio al suo progetto ambizioso: stampare in più copie la “Vulgata”, la Bibbia tradotta in latino da san Girolamo nel V secolo.

La B42 deve il suo nome al numero di righe che ha per pagina: le prime nove pagine hanno 40 linee, la decima 41, tutte le altre 42. La tiratura oscilla tra le 160 e le 180 copie, di cui 30 su velino. La sua realizzazione, alla quale si presume lavorarono sei compositori, si protrasse per ben due anni, concludendosi nel 1455.

Stampata su due colonne in-folio - per cui ogni foglio è stato piegato in due - la Bibbia di Gutenberg rappresenta un vero capolavoro tipografico. Sono serviti infatti 3 350 000 segni e circa 300 caratteri tipografici diversi, ispirati alla scrittura gotica dei manoscritti liturgici. In una lettera, datata 16 marzo 1455, il vescovo Piccolomini (futuro papa Pio II) ne esalta la chiarezza e l'eleganza, raccontando di come «un uomo sorprendente» venda a Francoforte grandi quantità di fascicoli di Bibbia, dalla scrittura «assai chiara e corretta, mai difettosa, facilmente leggibile, anche senza occhiali».

Ad oggi, in tutto il mondo sono stati identificati e descritti ben 50 esemplari della B42, senza considerare i molti frammenti giunti fino a noi: un dato davvero eccezionale per un libro di quell'epoca. Nel 2001, l'UNESCO ha inserito la Bibbia a 42 linee nel programma "Memoria del mondo", volto a salvaguardare il patrimonio documentario dell'umanità.

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