Mondo Editoriale

Dante: un viaggio tra le copertine

Uomo di politica e di lettere, scrittore e viaggiatore, anche in dimensioni sconosciute, poi divenute familiari grazie alle sue terzine e ai suoi cento canti, e padre della lingua italiana.

Di parole ne scrisse tante, di commenti alla sua opera “Divina” se ne scrissero altrettanti, di lui – quest’anno ancor di più – sono pieni gli articoli su riviste e periodici, le interviste e i seminari sul tema, le riedizioni e le rivisitazioni dell’opera. Di certo non sarebbe superfluo utilizzarne altre ma, parlando di Dante, le parole vengono meno. Quindi, invece di aggiungerne altre, preferisco far parlare le immagini, e più precisamente alcune copertine di quegli oggetti fatti di poche o molte pagine, scritte generalmente nero su bianco, che oggi popolano le nostre librerie: i libri.

D’altronde Dante sulle immagini ci costruì una Commedia.

Per i curiosi

Degna di nota è l’iniziativa dell’Accademia della Crusca, che ogni giorno di quest’anno pubblicherà una parola o una espressione tratta dalla Commedia, spiegandone il significato ed esaltandone l’attualità. Ma come si rende attuale un poeta vissuto 700 anni fa senza rischiare di perdere parte della sua essenza nel “cammino”?

ANNALISA STRADA, Dante era un figo, Edizioni Piemme, Segrate 2020

Due tentativi ben riusciti di quest’anno sono quelli di Annalisa Strada e di Luigi Garlando.

LUIGI GARLANDO, Vai all’inferno, Dante!, Rizzoli, Segrate 2020

Indirizzata a lettori dai 6 ai 10 anni, Dante era un figo si lancia tra le fiamme dell’Inferno, al centro delle quali si innalza la figura a mezzo busto del poeta, intento a partire per un lungo viaggio, con un sorriso ammiccante e non poche valigie. La professoressa e scrittrice Annalisa Strada, in una versione sintetica ma fedele della Divina Commedia, ha tentato così lo svecchiamento dell’autore, dell’opera e soprattutto dei suoi concetti, nell’attualizzazione del personaggio e della sua impresa, in una chiave – anche graficamente – moderna.

In simile direzione, ma per un pubblico dai 10 anni in su, si muove il romanzo del giornalista Luigi Garlando. Circondato da un arancione acceso, la veste di Dante si affaccia in copertina senza particolare rilevanza; ciò che invece spicca sono le grandi cuffie, di un verde acceso, che compensano il colore generalmente affidato alla corona d’alloro, qui nera. Fiero e impietoso, il protagonista si fa strada tra i giovani di oggi, tra tecnologia e drammi adolescenziali, a colpi di rime; e se la cava più che bene.

Per i romantici

Di tutt’altre sfumature sono le copertine che accompagnano gli scritti di Giuseppe Conte e Aldo Cazzullo.

GIUSEPPE CONTE, Dante in love, Giunti, Firenze 2021 (Scrittori Giunti)

In un romanzo che intreccia finzione e realtà, fantasia e storia, passato e presente, il profilo del sommo poeta è rivisitato in chiave innovativa. Nell’azzurro di un cielo puntellato di stelle, si fanno strada i rami di una selva oscura; i rami dei sentimenti umani – origine dell’opera – si intrecciano e si allontanano fino ad arrivare a un cuore rosso, perfettamente al centro della copertina e della figura del poeta.

ALDO CAZZULLO, A riveder le stelle, Mondadori, Milano 2020 (Strade blu)

Un’atmosfera simile è ripresa nella copertina proposta da Mondadori. Nel blu intenso di un cielo stellato, si notano, in contrasto cromatico, le due figure che accompagneranno il lettore, Dante e Virgilio, in un viaggio che parte dal Medioevo, ma mostra continui richiami con la contemporaneità. Cazzullo si diletta in una storia tutta italiana, fatta di letteratura, bellezza e stelle luminose, ma anche «di tribolazioni, miseria, sacrifici, epidemie», abilmente rappresentate in quel cammino sfocato che, dai gironi dell’Inferno dantesco, porta vorticosamente fino all’Empireo, dove il viaggio di Dante si conclude, al contrario del nostro.

Per gli appassionati

A toni più cauti si sono affidati, invece, Marco Bonatti e Alessandro Barbero, con i loro volumi di saggistica. Ma una nota di audacia rimane costante, evidente nella figura del poeta e nei titoli stessi.

MARCO BONATTI, Dante a piedi e volando. La Commedia come racconto di viaggio, Terra Santa, Milano 2020

Nel primo volume appare un Dante austero, di cui si esalta il profilo. Su uno sfondo che sembra marmoreo – così come di pietra appare il suo sguardo – si erge il poeta, distaccato dal lettore, a cui però è permesso affiancarlo attraverso la lettura dell’opera, nel racconto di un viaggio che non si presenta come il viaggio di un uomo, ma come una narrazione corale: un’avventura condivisa.

ALESSANDRO BARBERO, Dante, Laterza, Bari 2020 (I Robinson)

Minimalista e suggestiva la copertina scelta da Laterza, così come altrettanto minimalista – per quanto in sole cinque lettere si concentri tutto ciò che al lettore interessa sapere al momento dell’acquisto – è la scelta del titolo, maiuscolo, in rosso, che riprende la fierezza dello sguardo del poeta, posto in basso a destra, con la testa coperta da un velo vermiglio, che rimanda al titolo con estrema eleganza. Senza dubbio le parole, che non si sprecano in copertina, sono recuperate e ampliate all’interno del saggio, nell’affascinante ritratto del poeta e della sua epoca.

Tirando le somme

Tra colori più o meno vivaci, con prospettive più o meno innovative, con grafiche moderne o ancorate alla tradizione, alla fine pare non sia necessario utilizzare tante parole in copertina o evidenziare a tutti i costi l’imponente figura del maestro per garantire la buona riuscita del libro. Di Dante basta già un piccolo accenno, lo confermano le classifiche.

La proliferazione di questi mesi ha dato i suoi frutti, in una lunga linea di studi ed esperimenti che non terminerà con il 2021, poiché, come dichiarò in una intervista Aldo Cazzullo:

Interpretare un poema antico di oltre sette secoli alla luce del presente sarebbe sbagliato. Ma lo sarebbe anche ignorare l’eterna giovinezza della Divina Commedia. La poesia di Dante si rivolge a ogni generazione di lettori, e quindi parla anche di noi, del tempo che ci è dato in sorte. E a ognuno di noi consente di pensare che il peggio sia alle spalle.

Stefania Malerba