Recensioni

Dolore minimo, di Giovanna Cristina Vivinetto

Dolore Minimo
Giovanna Cristina Vivinetto
Interlinea
139 pagine
Anno di pubblicazione: 2018
Prezzo: 12,00 €

«Mi fece il dono della pietà
e dell’accettazione: da secoli
attendeva che l’ascoltassi.
Le diedi infine ragione.
Così potei lasciarla andare
e, insieme a lei, le menzogne
dei miei diciannove anni.»

Se la poesia è spogliarsi di vestiti ingombranti e indossare le verità più intime, Dolore minimo è il luogo dove questo cambio d’abiti avviene in maniera spontanea: tra pietà e accettazione, tra ragione e menzogne, Giovanna Cristina Vivinetto mette a nudo se stessa esplorandosi.
I versi di Dolore minimo vanno oltre la semplice esposizione personale e seguono, rincorrendola e poi abbracciandola, una scoperta sofferta ma necessaria.
L’autrice di questa raccolta nasce con un altro nome e una diversa storia, «così tanto parziale» da spingerla a cercare il suo vero nome, la sua nuova storia. L’attacco dell’ultima poesia della sezione “Cespugli d’infanzia” permette alla Vivinetto di chiudere con il suo passato e soprattutto di rinascere, semplicemente sussurrando «Non esisti più Giovanni».
Quella che fino ad allora era «un’ostile probabilità», si rivela essere la certezza di aver voltato pagina e di aver avuto il coraggio di accettare questo passaggio.

«Ma le cicatrici restano e neppure
quelle il corpo dimentica.
È come se la natura, liberata,
vi ballasse ora adagio sopra
a ricordarci che mai a niente
si rinuncia per sempre.»

Il trapasso, anche quando è compiuto, non scompare senza lasciare tracce. Che siano fisiche o meno, le cicatrici che restano segnalano un cambiamento.
L’abbandono di un corpo mai realmente battezzato proprio si unisce al sodalizio instaurato con una carne e una sessualità bambine. È un patto tra ciò a cui si è detto addio e ciò a cui si è dato il benvenuto, tra un conosciuto non desiderato e un estraneo che ha bisogno di esserci.
Il convivere consapevoli delle due parti, in lotta solo quando non accolte nella loro diversità, rende finalmente la poetessa libera e liberata, dando alla sua scrittura il potere della rivelazione.

Con Dolore minimo Giovanna Cristina Vivinetto si legge e ci fa leggere la sua vera identità: quella cercata, combattuta, respinta e alla fine accetta, lasciata vivere nello spazio che le è sempre appartenuto.

«Solo ora comprendo,
a ventidue anni e un nuovo nome,
quanto male avrei fatto
a rinnegare l’antichissima voce
che mi ha fatto salva la vita.»

Benedetta Rovardi