Centro Studi Erickson
Interviste,  Mondo Editoriale

L’eclettica realtà di Edizioni Centro Studi Erickson: intervista al Presidente Giorgio Dossi

Uno dei temi di cui l’editoria si occupa ancora troppo poco è quello dell’accessibilità: i libri devono poter essere letti da tutti, anche da chi ha delle esigenze particolari. La lettura talvolta appare un piacere negato a chi soffre di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), Bisogni Educativi Speciali (BES) e disabilità nella sfera visiva (non vedenti o ipovedenti). Ci sono delle realtà in Italia che si occupano di questo tipo di editoria, con grandi risultati, regalando il piacere dei libri a una fascia di pubblico troppo spesso dimenticata.

Prima fra tutte è stata la casa editrice Edizioni Centro Studi Erickson, nata a Trento nel 1984 dall’idea di due giovani neolaureati, Fabio Folgheraiter e Dario Ianes. Dalla piccola realtà che era, oggi Erickson vanta una riconoscibilità internazionale e un catalogo di ben 2.500 libri, nei quali cerca non solo di rendere accessibili i propri prodotti, ma anche di formare e sensibilizzare rispetto ai temi dell’accessibilità e dell’inclusione. È molto attiva anche nel campo della formazione, della divulgazione scientifica, della creazione di software e app, rimanendo sempre aggiornata, e dunque vicina, ai problemi attuali della fascia di pubblico a cui dedica il proprio lavoro. L’attuale Presidente Giorgio Dossi ci racconta alcune peculiarità di Erickson rispetto al mercato editoriale tradizionale:

Qual è il punto d’incontro tra l’editoria tradizionale (e dunque le logiche di mercato che la attraversano) e il progetto sociale e culturale di Erickson, casa editrice dalle caratteristiche molto peculiari? Quali difficoltà, o quali vantaggi trova sul mercato editoriale una realtà specifica e settoriale come Erickson?

Erickson, partendo da un settore di nicchia come quello legato ai temi della disabilità, ha saputo progressivamente espandere la propria proposta editoriale al mondo della scuola e al mondo del sociale, riuscendo sempre a coniugare la logica della qualità del prodotto con la logica dello sviluppo del mercato e restando fedele nel tempo ai valori di fondo del proprio progetto culturale. Questo grazie a un continuo impegno nel campo della ricerca e sviluppo che ha reso i prodotti Erickson sempre molto originali, innovativi, di alta qualità e in un certo senso precursori di tendenze che poi si sono imposte sul mercato.

Ovviamente questo richiede da un lato un forte collegamento con le necessità culturali e professionali emergenti e capacità di dare risposte concrete e di qualità a queste necessità; dall’altro, capacità di orientare il mercato in direzioni innovative, di tracciare dei percorsi e fare delle proposte al mercato in grado di rispondere a esigenze implicite, a necessità non ancora percepite come tali. Possiamo dire che le difficoltà sono rappresentate dalla necessità di essere sempre all’avanguardia per riuscire a sfruttare tutte le potenzialità della nicchia di riferimento. Questo fatto, d’altro canto, ci offre un vantaggio competitivo che è quello di esser percepiti come leader di mercato sulle nostre tematiche.

Per quanto riguarda una riflessione rispetto ai competitors di Erickson, in cosa si distingue, muovendosi in una nicchia ristretta di utenti?

Devo dire che la nostra attenzione è concentrata nel fare al meglio le cose che riteniamo debbano esser fatte per fornire un servizio adeguato ai nostri clienti, nell’individuare percorsi innovativi, nel diversificare le proposte cercando di dare il meglio ai nostri target di mercato. Per questo, e vista la nostra specificità, mi è difficile sia individuare precisi competitors che tracciare termini di paragone con editori che si occupano anche delle tematiche di cui ci occupiamo noi.

Tanti sono stati i passi avanti che sono stati fatti in questi decenni rispetto al tema, ma ancora tanti ne devono essere fatti. A che punto siamo in Italia, rispetto ad un’ottica internazionale, per quanto riguarda il tema accessibilità, ed editoria accessibile?

In generale credo si possa dire che l’Italia, grazie soprattutto alla Fondazione LIA, è un solido punto di riferimento sul tema dell’accessibilità dei libri a livello internazionale, con un catalogo di circa 30.000 titoli accessibili presenti nei canali commerciali e prodotti da grandi, medi e piccoli editori (Catalogo LIA). LIA inoltre è presente a tutti i più importanti tavoli internazionali nei quali si discute del tema dell’accessibilità e i suoi servizi sono molto richiesti anche da editori e organizzazioni straniere. Tutto questo significa che sul tema dell’accessibilità l’Italia è molto ben posizionata anche a livello internazionale.

Rispetto al PNRR e al Piano Scuola 4.0 Erickson ha già pensato a un piano d’azione di incontri e formazione per aiutare la realizzazione della Riforma?

Sì, certamente. Ci siamo attivati per tempo sia per il Piano Scuola 4.0 che per il PNRR, offrendo alle scuole sia corsi di formazione e di specializzazione che strumenti digitali al servizio della didattica. Devo però notare che nel caso del PNRR la gran parte dei fondi disponibili sono finalizzati agli interventi strutturali (edilizia scolastica) e attrezzature per le classi e per i laboratori e quindi al di fuori di quanto possa offrire Erickson.

Linda Bellacosa