La pirateria libraria: un mezzo democratico per diffondere la cultura
«Sembra facile come bere un bicchier d’acqua. Prendi un libro che vende bene, lo ristampi, lo imballi, lo commercializzi e lo spedisci, poi incassi i profitti. Per di più, nella maggior parte dei casi, era assolutamente legale»
Editori e pirati
La storia della pirateria libraria nell’Ancien Regime è anzitutto una vicenda di uomini, di ricchi uomini d’affari, di imprenditori insospettabili e improvvisati, di furfanti e di gentiluomini. È il caso, ad esempio, di Frédéric-Samuel Ostervald, politico, letterato e pirata aristocratico. Personaggio di spicco della Società tipografica svizzera di Neuchâtel negli anni settanta del Settecento, Ostervald discende da una nobile famiglia, ama girare in città con una costosa carrozza, si occupa di politica, è autore di libri (non memorabili, a dire il vero). Nel 1769 entra nel mondo editoriale: cerca in continuazione affari, nuovi autori, libri da pubblicare. Darnton racconta di accordi tentati perfino con Voltaire, Condorcet e Rousseau, invano. L’attività della sua casa editrice si basa quasi soltanto sulla pirateria: stampa libri francesi fuori dalla Francia e li vende a molti lettori, grazie a una rete di librai di provincia all’interno del territorio francese che agevolano il commercio e ad accordi con i tipografi dei territori limitrofi. Il paradosso è che a livello politico difende lo statuto del privilegio ma lo viola ripetutamente come editore. Ostervald nasce come un uomo di lettere con un buon fiuto per i contratti, è un diplomatico abile, con un grande difetto: non sa tenere i conti in ordine. Affida l’amministrazione della società a un altro uomo, Abram Bossett de Luze, businessman ante litteram, che non ha però alcun potere di fronte a numeri disastrosi e bilanci in rosso: nel 1783 la sua società è costretta a fermare le pubblicazioni.
Il ruolo essenziale nello scambio delle idee
Nell’Europa dell’Ancien Regime non esiste ancora una regolamentazione internazionale del diritto d’autore. In un contesto legislativo incerto le società di pirati, come la già ricordata Società di Neuchâtel, che operano in un territorio compreso tra Paesi Bassi, Germania e Svizzera, cercano di eludere il sistema francese delle Corporazioni e dei privilegi statali, scomodo e iniquo, stampando libri contraffatti: i librai di provincia francesi, mal tollerati dai parigini, commerciano per lo più prodotti stampati fuori della giurisdizione dello Stato in cui è avvenuta la prima pubblicazione. Proliferano edizioni pirata, di ogni tipo. Nella Francia di fine Settecento sono i ceti intermedi che iniziano a chiedere libri a basso prezzo; le società di pirati – «il settore più attivo e innovativo dell’industria editoriale» – intercettano le richieste, dando vita a una vera e propria rivoluzione democratica: libri economici per tutti.
In Editori e pirati l’accademico statunitense Robert Darnton, tra i più noti storici del libro e dell’editoria, narra molte altre storie (curioso, ad esempio, il capitolo sugli affari di Nicolas Quandet, agente a Parigi o la lotta, neanche troppo nascosta, per piratare gli scritti di Voltaire e Rousseau) – e racconta, dati e numeri alla mano, la «storia segreta» dell’editoria pirata nella Francia dell’Ancien Regime, ispirandosi alle Illusioni perdute di Balzac, opera in cui viene ritratta «la corsa al prestigio e al profitto nel mercato librario di inizio Ottocento». Con sottile ironia e leggerezza porta avanti una narrazione brillante, ricca di dettagli e aneddoti; Darnton è in grado di far emergere il lato umano di ogni protagonista, un «commedia umana» oltre alla semplice storia del libro, senza mai scadere in un’arida prosa accademica né cedere a un’erudizione filologica fine a se stessa. Il volume, pubblicato da Adelphi nella nuova serie di “Saggi” con traduzione di Svevo D’Onofrio, è il risultato di uno studio su documenti e carte d’archivio durato più di cinquant’anni ed è il naturale completamento del precedente libro intitolato Un tour de France letterario. Il mondo dei libri alla vigilia della Rivoluzione francese (Carocci, 2019), incentrato sulle vicende del commercio librario nell’Età dei Lumi.
Dalla narrazione emerge il grande affresco di una società editoriale viva e multiforme – una commedia umana di vincenti e perdenti, tornando a Balzac – in cui editori e librai corrono, allora come oggi, grandi rischi per trarre più profitto possibile. Darnton segue la storia dei libri e dalle pagine di carta risale alle vite di personaggi che hanno contribuito – talvolta di nascosto, e illegalmente – alla libera diffusione di testi e idee.
«Tutto l’universo conosciuto è governato unicamente dai libri» (Voltaire)
Lorenzo Steffani