Il mio albero di arance dolci
Recensioni

Il mio albero di arance dolci: storia di crescita e tenerezza senza tempo

«Non voglio mai più staccarmi da te, sai?»

«Perché?»

«Perché sei la persona migliore al mondo. Nessuno mi maltratta quando sono vicino a te e sento un sole di felicità dentro al mio cuore»

 

Copertina edizione inglese
Copertina dell’edizione inglese

Storia di tenerezza e crescita prima del tempo, Il mio albero di arance dolci racconta l’infanzia di Zezé, bambino di soli cinque anni dalla spiccata sensibilità, intelligenza e immaginazione. Il suo sogno è quello di fare il poeta e vestirsi elegante, ma è nato in una famiglia numerosa e povera e abita in una delle favelas brasiliane di Bangu. Il romanzo ha una chiara impronta autobiografia: l’autore José Mauro de Vasconcelos è nato infatti nella stessa Bangu (Rio de Janeiro) nel 1920 da una famiglia di umili origini.

Zezé, come tutti i bambini della sua età, è vivace e adora fare scherzi agli abitanti del villaggio e combinare guai. Le marachelle, però, lo portano costantemente a ricevere punizioni fisiche dalla famiglia, che lo definisce bambino cattivo, a volte perfino diavolo. Un giorno, durante una visita alla nuova casa, il fratello e la sorella maggiori corrono per scegliere per primi il proprio albero in giardino, lasciando a Zezé solo un piccolo alberello di arance dolci, che sorprendentemente inizia a chiacchierare con lui.

Copertina dell'edizione francese
Copertina dell’edizione francese

Con Minguinho – il nome con cui battezza l’albero – inizia così un’intima amicizia.

A scuola invece, dove Zezé si iscrive mentendo sull’età, si mostra diverso, un bambino brillante ed educato, che non riesce a sopportare il vaso vuoto sulla cattedra della maestra, che riempie ogni giorno con un fiore rubato dal giardino privato di qualcuno – poiché troppo povero per permettersi di comprarne uno. Nonostante i cinque anni, il suo impegno e la sua dedizione lo portano ad essere il primo della classe nonché pupillo della maestra.

Nel corso della narrazione Zezé sviluppa un legame profondo anche con il suo iniziale “arcinemico”, il Portoghese, uomo ricco con la macchina più bella di tutto il villaggio, che gli insegna e trasmette cosa sono la cura, l’amore e l’affetto, sentimenti che riempiono e scaldano il cuore del lettore. Questo rapporto si rivelerà fondamentale per la formazione e la crescita del bambino, che ne verrà completamente travolto, e infine, dopo un tragico incidente, sconvolto.

Un classico senza tempo

Copertina dell'edizione spagnola
Copertina dell’edizione spagnola

Il mio albero di arance dolci – il cui titolo originale è O meu pé de laranja lima – è il primo romanzo di una trilogia che vede Zezé come protagonista, durante varie fasi della sua vita. Viene scritto in soli dodici giorni e pubblicato per la prima volta in Brasile nel 1968, dove si afferma fin da subito come un classico della letteratura brasiliana, complici il realismo e la poesia contenuti al suo interno. La particolarità dello stile di de Vasconcelos è quella di convertire la passione per i viaggi in metodo di lavoro: sceglie l’ambientazione del suo romanzo e vi si trasferisce per mesi, per immergersi totalmente nella storia, nella narrazione e nella cultura locale. La sua produzione – ventidue libri tra romanzi e racconti – è conosciuta a livello internazionale tanto che i suoi scritti vengono tradotti e venduti in Europa, Stati Uniti, America del Sud e Giappone.

L’edizione italiana

Il mio albero di arance dolci
Copertina dell’edizione italiana

In Italia, il romanzo è stato edito e pubblicato nel 2022 dalla Blackie Edizioni, casa editrice italo-spagnola che prende il nome dalla cagnolina dei fondatori, che si occuperà anche della pubblicazione degli altri due romanzi della trilogia: Doidão e Vamos Aquecer o Sol. La prima caratteristica che certamente salta all’occhio del libro è la copertina cartonata dai colori vivaci, il contrasto tra lo sfondo azzurro e i frutti arancioni sulla pianta in fiore, opera dell’illustratrice Gala Pont.

«È uno di quei romanzi fortunati e felici in grado di parlare a tutti, dai sei ai novantanove anni e più» così scrive Giuseppe Catozzella nella prefazione. In effetti, la storia è adatta a qualsiasi età e pubblico, permette di immergersi e di fare un salto indietro nell’infanzia, quando tutto è gioco e meraviglia. Dal 1968 Il mio albero di arance dolci incanta i lettori di ogni generazione con la sua delicatezza e tenerezza.

Alice Fiorani