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«In una redazione romana vivevano dei tolkieniani»: intervista a Roberto Arduini

Il 3 gennaio 2018, sotto l’egida dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, nasce Eterea Edizioni e già dalle prime pubblicazioni  se ne capisce la missione: esplorare J.R.R. Tolkien e la letteratura fantastica.

Tra saggistica, narrativa, artbooks e progetti transmediali i titoli di Eterea si contraddistinguono per la cura editoriale e critica, imponendosi sempre più nel panorama librario italiano tra le più significative uscite di genere fantasy, grazie a un occhio attento che studia la tradizione e uno che ricerca nuovi sguardi fiabeschi, accompagnando il lettore, di volta in volta, verso l’inizio di una grande avventura.

Intervista a Roberto Arduini, direttore editoriale di Eterea Edizioni.

 

La missione e lo spirito editoriale di Eterea sono chiari e ben definiti: come nasce questo progetto?

Nasce inizialmente come una delle divisioni all’interno dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani; essendo quest’ultima senza scopo di lucro abbiamo deciso di fondare la casa editrice. Eterea ha una sua identità ben definita e indipendente ma lo spirito è lo stesso: studiare Tolkien e pubblicare tutto ciò che ruota attorno al suo pensiero. La collaborazione con l’Aist è fondamentale, ci confrontiamo spesso con i soci per discutere sulle pubblicazioni perché il cuore pulsante e la visione sono gli stessi.

 

Come vede la situazione letteraria fantasy in Italia e come si inserisce Eterea in questo contesto?

Inizialmente eravamo restii sia a essere etichettati in un genere sia a proporre ai lettori opere di narrativa non derivate da Tolkien, questo perché il fantasy è ormai un calderone in cui si inseriscono tanti generi diversi come la letteratura per ragazzi e quella d’avventura, passando per gli horror e i manga. Noi ci rispecchiamo in quello che è definito high fantasy, un genere caratterizzato da una narrativa epica e medievaleggiante. Studiando il mercato e le nuove proposte abbiamo trovato alcuni titoli in sintonia con queste caratteristiche: nella collana “Visioni d’altrove”, per esempio, inseriamo autori sia del passato sia contemporanei, in linea con lo spirito delle opere di Tolkien i cui tratti distintivi sono la tematica ambientalista, quella del potere e della scelta, e il disequilibrio tra uomo e natura. In Helughèa – Il racconto di una stella foglia di Arthuan Rebis ritornano tutte le attenzioni al linguaggio, alla natura, all’equilibrio della mente, al progresso tecnologico e al creato, un romanzo ecospirituale a cui si legano molti elementi tolkieniani; Un leggero fruscio tra la foglie di Valentina Stassi è invece una sorta di young adult, una storia avventurosa incentrata su una popolazione “altra”, evidentemente classificabile con quella degli elfi, in cui centrale è il tema della natura e della meditazione come strumento per fissare emozioni, sensazioni e immagini. Tolkien dava alle proprie opere profondità e realtà, noi cerchiamo di fare lo stesso.

 

Il crowdfunding per il gioco da tavolo Lo svarione in taverna sta procedendo positivamente: com’è nata l’idea di aprirsi al mondo ludico? C’è l’intenzione di proseguire in questo campo?

Il progetto, che rientra nella sezione “Varia”, nasce all’interno del Lucca Comics & Games. Volevamo coltivare fin dall’inizio l’aspetto ludico ma non sapevamo bene come poterlo sfruttare: abbiamo dunque tentato una prima collaborazione con il Play di Modena ma non è nato nessun proposito positivo. L’idea però è rimasta viva e la stiamo portando avanti con l’esperto di giochi da tavolo Andrea Rossi: all’interno di questo contesto, Lo svarione in taverna è il primo progetto che sta venendo alla luce, ma sono anni che lavoriamo in questa direzione. L’aspetto ludico fa parte di Eterea ed è una delle passioni con cui i lettori tolkieniani riescono a rivivere il mondo della Terra di Mezzo.

 

Eterea si contraddistingue anche per un folto apparato iconografico: quanto è importante questo nelle vostre pubblicazioni?

In maniera del tutto inconscia inizialmente non ne avevamo capito l’importanza: fin da subito tuttavia, per un carattere filologico, abbiamo inserito nel Libro rosso delle fiabe di Andrew Lang e nella Difesa di Ginevra di William Morris illustrazioni originali dell’epoca, per far vedere come le prime edizioni avessero un impianto iconografico. La risposta dei lettori è stata molto positiva e questa sta quindi influenzando la collana “Visioni d’altrove”: alcuni testi hanno bisogno di un cospicuo apparato iconografico, altri invece necessitano di poche illustrazioni, ma al di là dei numeri la presenza delle immagini è divenuta fondamentale.

 

Un occhio che guarda alla tradizione e uno che esplora il contemporaneo: con quali criteri scegliete le pubblicazioni e come cercate di legare questi due filoni?

Al centro di tutto c’è sempre Tolkien, le sue fonti di ispirazione e quelli che si sono ispirati a lui. Abbiamo intenzione di approfondire autori come C.S. Lewis, Owen Barfield e Charles Williams, così come proseguiremo le pubblicazioni di William Morris e Andrew Lang, due figure che hanno formato la visione del mondo del “professore di Oxford”. Non mancheranno poi anche i Preraffaelliti, soprattutto con John Ruskin e i fratelli Rossetti. L’occhio verso il presente e il futuro lo ricerchiamo invece nella collana “Visioni d’altrove”, circoscrivendo un filone high fantasy che viene alla radice nel periodo tardo romantico e vittoriano. Di Tolkien invece non tutti conoscono la sua smisurata passione per i gialli e la fantascienza: ha letto più Agatha Christie e G.K. Chesterton che fantasy, quindi anche Padre Brown potrebbe rientrare prima o poi nelle nostre pubblicazioni. Da tenere in considerazione è anche tutto il ramo legato agli artbooks: esiste un’arte tolkieniana che si esprime in molti modi diversi, seguendo stili grafici differenti in base al sentimento che l’autore vuole diffondere con la propria opera.

 

Cosa bolle in pentola nel prossimo futuro?

Abbiamo aperto un’altra etichetta, Mirage Comics, e lanciato Le cronache di Arda, graphic novel ispirata al mondo della Terra di Mezzo. Non esistevano pubblicazioni del genere in Italia quindi abbiamo colto l’occasione per presentare i primi fumetti ispirati alle opere di Tolkien. I due volumi iniziali sono andati benissimo e ci stiamo preparando per il terzo in uscita a gennaio. Hanno collaborato alcuni disegnatori disneyani come Fabio Celoni, Paolo Mottura, Umberto Sacchelli e Giorgio Cavazzano, che con il loro stile e la loro esperienza hanno descritto la Terra di Mezzo creando un’atmosfera unica che ricorda la tradizione fumettistica alla francese.

 

Francesco Marinello