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Libri nell’Entroterra: il festival letterario che trasforma un borgo

C’è dell’entusiasmo tra gli scaffali delle librerie, negli uffici delle case editrici, nelle piazze. Con la situazione Covid-19 che va migliorando, ci si prepara finalmente a riprendere la stagione dei festival “in presenza”.

Se appuntassimo però su una cartina il migliaio di eventi e rassegne culturali che ogni anno si svolgono in Italia, noteremmo una maggior concentrazione di questi nel Nord, nei grandi centri, sulla costa e nelle località turistiche più vivaci; più di rado saranno presenti nelle così dette “aree interne”. Il Dipartimento per politiche di coesione le definisce «aree significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (di istruzione, salute e mobilità), ricche di importanti risorse ambientali e culturali e fortemente diversificate per natura e a seguito di secolari processi di antropizzazione»; aree più largamente note perché «a forte rischio di spopolamento (in particolare per i giovani), e dove la qualità dell’offerta educativa risulta spesso compromessa», aggiunge la fondazione Openpolis.
Le indagini parlano di migrazioni, d’abbandoni, di vie percorse in direzione dei centri più grandi. Eppure, qualcuno nell’entroterra abruzzese crede, e sta cercando di provare, che un movimento contrario è possibile proprio grazie alla cultura, ai libri, all’arte.

Incontro Paolo Fiorucci, conosciuto come “il libraio di notte” per la sua libreria indipendente aperta nel centro storico di Popoli, un piccolo paese in provincia di Pescara, per farmi raccontare di “Libri nell’Entroterra”, un festival che sotto molteplici aspetti potremmo definire atipico.
A rendere tale la lunga rassegna di eventi, in programma per tre fine settimana dal 23 luglio al 8 agosto, è in primis il luogo. Un borgo a 875 m sul livello del mare, San Benedetto in Perillis (in provincia de L’Aquila) annovera, come riassume bene Paolo, «meno di settanta abitanti, grotte ipogee, una delle più antiche abbazie d’Abruzzo, un bar, un emporio-alimentari, un B&B e un Club del Libro che conta quasi la metà degli abitanti».

Come nasce l’idea di un festival “dell’Abruzzo interno”?

Sono da sempre convinto della necessità di organizzare eventi culturali nelle zone interne al fine di incentivare quello che mi piace chiamare turismo librario e per far sì che una volta tanto ci sia un controesodo che parta dalle città più grandi per raggiungere i piccoli borghi.

In Abruzzo, e in particolar modo nelle aree dell’entroterra, si assiste ogni anno ad un turismo che parte in sordina a maggio, seguito da un picco ad agosto, a volte anche difficile da gestire perché mancano strutture recettive o pronte per accogliere un’invasione, per poi sparire quasi completamente a settembre. Allora mi chiedo, da persona che, sebbene abbia lavorato in un hotel, non è certo esperta di turismo, se non sia possibile avere visitatori anche in un fine settimana d’autunno o d’inverno magari.

Il progetto si ispira a realtà già esistenti all’estero, penso a Hay-on-Wye in Galles, Bécherel in Normandia, Wigtown in Scozia. Queste Book Town sono cittadine che hanno fatto dei libri la loro ragion d’essere.
L’idea è di vedere in un prossimo futuro San Benedetto in Perillis trasformato in un Borgo del Libro, in cui c’è un grande evento estivo e una serie di eventi collaterali durante tutto l’anno.
Penso sia vitale lavorare alla creazione di progetti dal più ampio respiro proprio per non cedere necessariamente, sempre il passo ad eventi una tantum.

Un festival controcorrente, mi verrebbe da dire, che ha visto la sua prima edizione lo scorso anno, nonostante le difficoltà legate all’emergenza pandemica. L’agenda di quest’anno sembra ancora più ricca di appuntamenti e tra gli ospiti che hai annunciato finora ci sono personalità come Donatella Di Pietrantonio, candidata al Premio Strega 2021 con Borgo Sud, e Remo Rapino, vincitore del Premio Campiello con Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, per i tipi di minimum fax…

Proprio così. Ci saranno poi l’illustratore Roger Angeles e lo scrittore Alessio Romano, che insieme hanno realizzato la graphic novel ispirata alla vita di Charles Bukowski Don’t try – Il segreto di una vita, il poeta Carmine Valentino Mosesso, l’attrice di teatro Francesca Camilla D’Amico, il musicista Luigi Grechi De Gregori e tanti altri.
Vuole essere insomma un festival dedicato “all’universo libro” attraverso molteplici forme d’arte.

Una kermesse ricca che necessita sicuramente di un supporto economico. Quest’anno avete deciso di tentare la strada del crowdfunding. Come sta andando?

Parto dalla premessa che un evento come un festival letterario non necessita di molti soldi. Per fortuna sono tanti gli autori che, quando sposano la causa e ne riconoscono il valore, sono disposti a venirti incontro.
Certo è che quando aumentano le persone aumentano le esigenze. Ti parlo di cose come un’ambulanza, dei bagni chimici in più, un impianto audio che copra una diffusione più ampia, i pernottamenti, la SIAE… tutte cose a cui all’inizio non pensi, ma che ci sono e hanno un costo.

Ho deciso, insieme all’associazione Perill’Arte e al sindaco del paese, che sin dall’anno scorso supportano il progetto, di provare a finanziarlo in un modo che potesse rispecchiare in toto lo spirito della libreria, quindi è la comunità a che sostiene questa cosa – io poi purtroppo non sono mai stato uno con le spalle coperte. A fine mese, tra le tante cose, c’è l’affitto della libreria da pagare.

Il crowdfunding vuole essere anche la dimostrazione del fatto che si può fare: dove c’è una grande volontà si può riuscire a creare qualcosa. Penso di poter dire che sta andando bene. Il sostegno ricevuto in queste prime tre-quattro settimane è sicuramente rassicurante.
Poi io spero che venga inteso come un biglietto per gli eventi che saranno tutti gratuiti. Il messaggio che spero passi è che è non importante donare molto, ma donare in molti.

Torniamo per un momento alle origini. All’inizio hai accennato a un lavoro precedente che sembra abbia poco a che fare con la tua attività da libraio. Inoltre, ho letto che sei originario di Chieti. Che ci fa una libreria indipendente a Popoli, un piccolo borgo che conta appena 5mila abitanti? Un altro movimento contrario rispetto a quelle che sembrano essere le logiche del mercato librario e non solo?

Non ho mai programmato di andare controcorrente. Dopo una laurea in Lettere ho iniziato la danza dei lavori: sono stato operaio tessile, commesso in un negozio di ottica, impiegato nel settore calzature, Babbo Natale nei centri commerciali, insegnante di scrittura creativa, sassofonista in un’orchestra di liscio, fino all’ultimo lavoro come portiere di notte per un albergo di Popoli.

Nel 2018, quando questo ha chiuso, ho deciso di dare una casa all’attività che in realtà avevo già avviato mentre svolgevo il lavoro precedente. Al tempo, infatti, cercavo, trovavo e vendevo online edizioni fuori catalogo, prime edizioni, opere da collezionismo. Iniziai così, più o meno consciamente, a costruire una rete di relazioni sociali, una comunità attorno a quella che poi sarebbe stata la libreria, Il Libraio di Notte appunto. L’idea era di creare un punto d’incontro, di aggregazione e di ritrovo non solo per gli abitanti del paese, a cui mancava una libreria, ma anche per le zone limitrofe che, a eccezione di Sulmona (AQ), ne erano [e ne sono tuttora] altrettanto prive. Anche per questo, quando ho iniziato ad organizzare eventi “libreschi”, non me la sono sentita di limitarli alla sola Popoli e ho deciso di portarli in giro per l’Abruzzo, facendo incontrare l’universo del libro con le bellezze naturalistiche regionali.

In un certo modo la libreria è diventata anche una meta turistica, e per molti un simbolo di resistenza alla chiusura delle attività delle zone interne d’Abruzzo, suscitando anche l’interesse dei media nazionali dal Fatto Quotidiano al Sole24 Ore… 

Sì, ed è bello sapere che i frequentatori della libreria non provengono solo dai paesi vicini o dalle zone interne, ma anche dalla costa e dai centri più grandi; ma per quanto riguarda l’idea della “resistenza”, anche su questo non c’era nulla di programmatico; anzi, non mi piace molto questa parola, mi fa pensare a un vivere male, un sopravvivere. Mi sarei accontentato di poter vivere in questa terra bellissima, e invece mi è toccato resistere.

Siamo in poco più di 10 metri quadrati eppure sono tanti i libri che non ho mai visto nelle grandi librerie. Raccontaci un po’ la tua proposta.

Ci sono sia libri nuovi che usati. Per quanto riguarda il nuovo, quello che trovi qui è soprattutto rappresentato da case editrici indipendenti, quindi che non trovi necessariamente attraverso la grande distribuzione delle librerie di catena e che fanno un discorso di qualità piuttosto che di quantità.

Mi piace suggerire un libro in cui magari una persona non si sarebbe imbattuta, che non avrebbe incontrato e, perché no, farle scoprire un mondo diverso, un sottobosco editoriale.
Ci sono per esempio titoli di Terrarossa edizioni, Exorma, Marotta&Cafiero, NEO edizioni, Cliquot… Non possono mancare poi autori abruzzesi come Ignazio Silone, Donatella di Pietrantonio, Remo Rapino, Ennio Flaiano, ma anche quelle che per me sono opere della vita, da Antonio Tabucchi ai libri di John Fante, Cheever e Bukowski – sì amo molto la letteratura americana in generale. C’è poi la sezione che ho chiamato “Abruzzesistica”, che presenta testi inerenti all’Abruzzo visto che, soprattutto d’estate appunto, è una libreria turistica.

Per quanto riguarda l’usato, sono orientato verso la narrativa e la poesia italiana del secondo Novecento. In ultimo, ho delle prime edizioni fuori catalogo che però non ho in negozio perché si rivolgono a un pubblico che è soprattutto online, ai clienti dello studio bibliografico.

Oltre agli eventi e alla libreria so che tu stesso sei uno scrittore. Hai iniziato con le canzoni ai tempi dell’università per approdare alla poesia – ma forse approdare è proprio l’opposto di quello che la poesia ci porta a fare. Due anni fa hai pubblicato 21 poesie invece di chiederti come stai (Riccardo Condò Editore). Scommetto che anche su questo fronte non sei fermo.

Hai indovinato. In realtà sto completando ora delle ultime poesie per una prima vera raccolta che uscirà a dicembre per NEO Edizioni. Si chiamerà Residenze (dove abita la strega) e comprende una cinquantina di poesie.
Dal momento che in queste c’è anche una componente visiva, fotografica, ho voluto aggiungere delle polaroid per restituire al lettore il mio sguardo sui luoghi, fisici e dell’anima. Pubblicare con la NEO è una gran bella soddisfazione, un traguardo di cui sono molto entusiasta, un’avventura che attendo.

Mentre aspettiamo il festival e i successivi eventi “libreschi” nel (futuro) Borgo del Libro, ci lasceresti con una delle tue poesie inedite?

Certo – magari ne scelgo una non molto lunga.

Questa si intitola Un miracolo breve.

Certe sere da lontano il paese

sembra un mazzetto di fiammiferi

tenuti stretti in un pugno di case

benedette da un silenzio antico

dove la terra trema e spaventa.

Siamo in salvo – io e te – per questa notte

al riparo da tutta quella storia

delle cose che finiscono e presto

come il basilico sul tuo balcone:

nascere è un miracolo troppo breve.

 

Per sapere di più su “Libri dell’Entroterra”, scoprire il calendario completo degli eventi e sostenere il progetto:

https://www.produzionidalbasso.com/project/libri-nell-entroterra-il-festival-di-libri-nell-abruzzo-interno/. 

 

GLI OSPITI DEL FESTIVAL:

23 luglio ore 18,30: Donatella Di Pietrantonio

24 luglio ore 18,00: Karicola Tauro – laboratorio di fumetti per l’infanzia

25 luglio ore 18,30: Gianluca Salustri & Michela Di Lanzo – presentazione del libro “La martavella”

30 luglio ore 18,30: Marco Taddei

31 luglio ore 18,30: Carmine Valentino Mosesso, il poeta-contadino

1 agosto ore 18,00: Gino Bucci, l’Abruzzese Fuori Sede

1 agosto ore 19,00: Remo Rapino

6 agosto ore 18,30: Francesca Camilla D’Amico

​​​​​ 7 agosto ore 18,30: Alessio Romano Roger Angeles

8 agosto 021 18,00: Circo TiC – La Tenda in Circolo

​​​ 8 agosto 2021 ore 21,00 : Luigi Grechi De Gregori & Tony Turco

Fabiola Zaccardelli

 

Foto credit: Tommaso D’Errico