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Lux, la Marangoni e la nuova luce – Strada per lo Strega

Guardò fuori dalla finestra; l’unica cosa che avrebbe voluto portarsi via da quel posto era la luce

Eleonora Marangoni, Lux

Eleonora Marangoni, per mestiere, scrive storie. Il suo esordio letterario, però, di storia ne ha solo le vesti: un libro composto da trecento pagine, parole che riempiono gli spazi bianchi, un editore, un prezzo, un titolo. Un semplice, brevissimo, altisonante titolo che, in tre caratteri, sintetizza un accurato lavoro che si è fatto spazio tra i dodici finalisti del premio letterario più ambito d’Italia, lo Strega.

Già vincitore dell’ultima edizione del premio Neri Pozza, che valuta opere inedite e mette in palio la pubblicazione del romanzo, Lux è il racconto di un frammento della vita di Thomas, architetto della luce di Londra. Thomas lavora con la luce, la studia e la sa declinare per valorizzarla al meglio; c’è, però, un solo spazio che la luce non riesce a raggiungere ed è la più profonda intimità di Thomas. Sarà un viaggio in Italia, alla scoperta di un selvaggio luogo familiare, a creare una breccia nel suo animo così che possa, finalmente, esserci luce.

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La copertina di Lux

Fin dalla copertina, il libro non sa rendersi accattivante e attrarre ogni tipo di lettore: una pianta grassa campeggia incontrastata e il titolo in maiuscolo sans serif non convince gli amanti dei fronzoli. In fin dei conti, una pianta grassa basta a se stessa e non invoglia certo a una fertile interazione; nonostante ciò, però, l’immagine è pervasa da una strana brillantezza e da un’aria di intrigante compostezza che invita il lettore ad aprire il risvolto di prima e capire che cosa possa significare Lux in unione a un’agave. Una volta tuffatosi nella scorrevolezza del riassunto e rapito dalla promessa di una trama elegante e delicata, il lettore deve togliersi il dubbio e scoprire dove lo porta quella luce.

Il viaggio della lettura porterà a comprendere che in questo romanzo non esiste storia, non esiste racconto, non esiste lirismo: esistono i dettagli. E non sono i dettagli di un romanzo giallo, quelli che servono come chiave di volta di un’attenta trama, no, in questo romanzo i dettagli sono le diverse angolazioni sotto cui un oggetto, una situazione, una persona, un sentimento possono essere indagati, sono le rifrazioni di una luce che – nel bene e nel male – non smette mai di illuminare la quotidianità.

A ogni pagina girata il lettore pensa “adesso, lo so che succederà qualcosa adesso”, ma rimane sempre deluso. E gira l’ultima pagina ancora convinto che succederà quel “qualcosa” con cui poter giustificare il consiglio – dato all’amico – di leggere Lux. Eppure qualcosa succede, qualcosa è successo con la chiusura della quarta di copertina e dopo aver riposto il volume sullo scaffale della libreria. È accaduto il miracolo di aver trovato e letto un libro che, prima, non era stato scritto, di aver scoperto una scrittura che, fino a ora, non era stata esplorata. Forse non sarà uno di quei libri che lettori innamorati tendono a stringere al petto per qualche secondo per non lasciar andare la conclusione di una trama appassionante, ma è un libro che vi seguirà. Sì, vi seguirà perché in quelle trecento pagine è nascosto un incantesimo che vi lascerà con l’arsura di voler leggere ancora quei particolari, quelle descrizioni, vi lascerà con l’amaro di un pezzo di vita “abbacinantemente” illuminato e concluso troppo in fretta, e vi farà capire che la narrativa può essere costruita anche su fragili e instabili raggi di sole.

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Eleonora Marangoni

La scoperta di una letteratura tanto particolare e fuori dalle righe è stata intrapresa da Neri Pozza, casa editrice che si distingue grazie a un ricco catalogo selezionato e all’eleganza della confezione che riserva ai propri libri. L’attenta selettività dell’editrice milanese si traduce, con Lux, nella capacità di vedere, tra le parole composte da Eleonora Marangoni, la potenza di una scrittrice in grado di costruire una trama fatta di linee di luce. Il libro è uscito nella collana Bloom con il tipico formato in brossura arricchito da una carta marcata e da risvolti di copertina che raccontano la premessa di questo libro, un talismano che, quasi sicuramente, non vi lascerà indifferenti.

Come, infine, non ricordare la madrina del romanzo e “amica della domenica” che lo ha proposto al Premio Strega, Sandra Petrignani. Quest’ultima si era guadagnata – sempre con Neri Pozza – un posto in cinquina nella scorsa edizione del premio con il magistrale lavoro La corsara, storia di Natalia Ginzburg. Il consiglio di una veterana della letteratura come la Petrignani ha contribuito a far approdare numerose copie di Lux sui banchi delle librerie per raggiungere, poi, il comodino dei lettori. A questi Lux piace o non piace, ma non li lascia nel dubbio perché tutti si accorgono che quel filo di luce che percorre il romanzo rimane con loro anche dopo averlo terminato. È una luce che ha stregato la lettura del libro e che, per la magistrale prova di delicatezza di una scrittrice esordiente, meriterebbe il riconoscimento di un premio letterario. Perché in Lux si legge di una luce che unisce il percorso del singolo e i destini della comunità. E cosa c’è di più magico di questo?

Giulia Verona

La puntata precedente sulla strada per lo Strega: http://www.mastereditoria.it/ilblog/il-risolutore-una-vita-estrema/