Una storia di donne tramandata da donne: La rinnegata | Recensione
«Senza un uomo accanto, una donna non è nulla». Da sempre Teresa ha sentito l’eco di questa frase e ha cercato di combattere contro questo pregiudizio. Teresa è la protagonista del romanzo d’esordio di Valeria Usala, La rinnegata, pubblicato ad aprile 2021 da Garzanti, in cui la giovane autrice sceglie di rompere il silenzio intorno a una storia che le è stata raccontata da sua nonna, la quale a sua volta ha appreso le vicende da altre donne. Sceglie di dare voce a una donna dimenticata, una donna che ha saputo resistere contro tutto e tutti.
La trama
Ambientato a Lolai, un piccolo paesino dell’entroterra sardo, una terra antica e pregna di superstizioni, di destini segnati e di colpe da scontare, il romanzo racconta la storia di Teresa, una donna diversa dalle altre donne del paese. Una donna forte, determinata e instancabile, che vive con suo marito Bruno – e i loro tre figli –, insieme al quale gestisce la taverna del paese.
Apparentemente non sembra esserci nulla di strano, Teresa sembra una donna “comune”; ha, però, due enormi difetti: è bella e, soprattutto, lavora, guadagnandosi da vivere con fatica e sacrificio e rendendosi indipendente. Così Teresa è mal vista da tutto il paese, uomini e donne, che hanno sempre giudicato la giovane come scomoda, diversa e colpevole.
Sposando Bruno era diventata ufficialmente la signora Murru, e con i soldi della liquidazione del marito i due avevano comprato un piccolo terreno nella parte alta del paese. Ma a Lolai erano stati in pochi a credere che la giovane coppia avesse fatto tutto da sola.
E la congiura del paese nei confronti di Teresa diventa ancora più soffocante, quando una terribile disgrazia colpisce la famiglia, diventando quasi un pretesto per dare manforte a quei pettegolezzi malevoli, che arriveranno a distruggere – letteralmente – delle vite.
Le donne del romanzo: Teresa, Gavina e la bruja
Se da un lato i protagonisti delle vicende narrate sono tutti gli abitanti di Lolai, certamente però hanno un ruolo di primo piano soprattutto le donne. Innanzitutto, Teresa, donna forte e determinata, dalla personalità innovativa rispetto al resto della comunità, abituata a un concetto di donna arcaico:
E proprio le donne del paese, che avevano perfezionato negli anni una condizione di madri e mogli esemplari, non concepivano la volontà assurda di Teresa di distinguersi dal gregge.
Teresa è, dunque, il simbolo di un cambiamento che nel paese nessuno vuole o sa accettare; è una donna indipendente ed emancipata, che non vuole essere relegata al ruolo di madre e moglie, ma anzi, non vuole rinunciare ai suoi desideri e alla sua libertà, per difendere la quale arriverà a pagare un pegno altissimo.
In mezzo a tanti volti ostili, Teresa trova conforto in altre due donne, Maria e Gavina. La prima, un’altra donna vittima del sistema, è anch’essa rinnegata dal suo ambiente, ma, a differenza di Teresa, alla sua libertà ha rinunciato da tempo. Da giovane anche Maria, come Teresa, aveva combattuto per essere una donna libera, ma con il passare del tempo «la sua anima si è indurita a tal punto da renderla arida. Per questo ha deciso di diventare un’altra», tutto questo l’ha trasformata nella bruja – la strega – del paese.
Unite da un legame antico e dalla stessa sorte, Teresa e Maria sono diverse, ma allo stesso tempo simili: entrambe scontano la pena di essere donne libere in un luogo e un tempo in cui il desiderio d’indipendenza non può essere perdonato, ma diventa arroganza agli occhi dei compaesani che vivono in una società retrograda e omertosa.
L’innegabile verità esce dalla bocca di un’altra donna, Gavina, saggia e solitaria, amica fedele di Teresa, sempre pronta a sfidare la comunità per difenderla:
«Se vuoi andartene, Tere’, fallo prima di cambiare idea», disse, mentre la bocca le si chiudeva in una linea severa. «Ma ricordati che la libertà non ha terra promessa, è una lotta continua. La gente continuerà a fare finta di nulla, non importa quanto grande è l’ingiustizia. Tocca a te rimanere in piedi».
La rinnegata: una storia senza tempo
Valeria Usala con uno stile maturo e, talvolta, aspro come la terra che racconta tramanda una vicenda realmente accaduta, trasformandola in memoria collettiva e rendendo giustizia a Teresa e a Maria.
È una storia tutta al femminile di rinuncia, di resistenza, di dolore; è una storia senza tempo, che lascia alle donne e agli uomini di oggi un messaggio attuale e che ci invita a riflettere perché quanto accaduto a Lolai continua ad accadere ancora oggi; perché ancora si sparla, si accusa, si uccide. Ma in mezzo a tutto questo buio il finale, crudo e inaspettato al tempo stesso, ci lascia anche un messaggio di speranza:
Siamo ogni giorno creatori, custodi e complici di ingiustizie.
E con esse, di altrettante meraviglie.
Perciò, la memoria è l’ultima occasione che abbiamo per evitare
estinzioni, ridare dignità e trasformare le nostre vite in storie immortali.
Siamo da sempre imperfetti.
Ma da oggi, saremo migliori.
Martina Fracarolli