
Visual Storytelling. Quando il racconto si fa immagine
Il 13 febbraio, presso la Biblioteca Universitaria di Pavia, è stato presentato il libro Visual Storytelling. Quando il racconto si fa immagine, di Daniele Orzati.

Sono intervenuti, insieme all’autore, Giampaolo Azzoni, prorettore vicario dell’università di Pavia, AndreaFontana, direttore della nuova collana Narrability di Hoepli (di cui questo titolo rappresenta la prima pubblicazione), Flavio Ceravolo, responsabile del corso di laurea magistrale in Comunicazione Digitale a Pavia, Antonella Campagna, responsabile delle attività culturali della Biblioteca Teresiana pavese, e Daniele Portanome, responsabile delle visual impression contenute nel volume.
L’autore, con Daniele Portanome, fotografo e compositore delle immagini per il libro, e Antonella Campagna, ci presenta il suo libro, facendo riferimento anche al primo vero strumento di comunicazione visiva della storia: Hypnerotomachia Poliphili, di Aldo Manuzio, del 1499, di cui la biblioteca conserva una copia originale in ottime condizioni. Il testo contiene numerose xilografie, anticipatrici del moderno visual storytelling.
Cos’è il visual storytelling?
Cosa significa davvero visual storytelling? Non tutto quello che è immagine rientra nella definizione: si tratta infatti un processo, con fine di vendere o posizionare un prodotto all’interno del mercato.
Durante la presentazione del libro, i diversi relatori si sono espressi circa la realtà entro cui questo libro si inserisce, la cosiddetta “società delle immagini”. Sebbene la narrazione sia nata in stretto rapporto con le immagini – ricordate le pitture rupestri? – oggi questo rapporto ha assunto un nuovo status. C’è maggior penetrazione all’interno del processo comunicativo giornaliero, anche grazie agli sviluppi tecnologici e alla capacità di ricezione da parte dell’uomo.
Alcuni dati
Andrea Fontana ci fornisce qualche numero, derivato dalle ultime ricerche, per mostrare questa tendenza: su una soglia di 15 ore di veglia, si va generalmente online 197 volte, con una media di 13 connessioni all’ora da 30 secondi ciascuna. Escludendo il campo lavorativo, spendiamo in media 2 ore della nostra quotidianità immersi in una realtà fatta di icone e percezioni visive. L’immagine è diventata fondamentale per la costruzione della nostra identità e delle relazioni con altre persone e le nostre scelte vengono guidate dalle immagini che subiamo nel quotidiano.
Visual storytelling. Quando il racconto si fa immagine è un libro pensato come strumento per educarsi alla decodifica delle immagini che bombardano i nostri sensi ogni giorno. Il testo offre uno sguardo benevolo sul lavoro che si svolge all’interno della macchina della comunicazione, ricco di idee, suggerimenti e prospettive, utile agli addetti ai lavori (numerosi i consigli pratici) e non solo.
La trama
“Ormai tutto si comunica tramite immagini: organizzazioni, brand, prodotti, persone. E sempre di più l’immagine è la forma usata per raccontare storie distintive, in grado di cambiare la percezione dei pubblici. A fronte di questo fenomeno mancano strumenti ad uso di professionisti – o semplicemente curiosi – in grado di fornire precise definizioni, metodi di valutazione e tecniche di progettazione del racconto visivo.
Visual Storytelling nasce per rispondere a questa mancanza, ed è frutto dell’esperienza di anni di attività di consulenza e progettazione del racconto visivo per aziende e multinazionali.
Cosa vuol dire, dunque, narrare per immagini? Qual è la differenza tra una composizione perfetta e una narrazione esatta, tra un’immagine genericamente emozionale e una narrativamente efficace? Questo libro fornisce le chiavi per scoprire che cosa ci nascondono le immagini che quotidianamente si riversano – volenti o nolenti – nei nostri occhi. E ci mostra come si costruiscono gli immaginari visivi che poi ci portano a scegliere e comprare.”
Elisa Bernardi

