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Book European Forum: uno sguardo all’editoria europea

Mercoledì 24 febbraio si è tenuta la seconda edizione del Book European Forum, organizzato dalla Fiera del Libro di Bruxelles e dalla Commissione europea. Aperto a tutti i professionisti della filiera editoriale e agli studenti, l’evento, che quest’anno si è tenuto online, nasce con l’obiettivo di fare il punto della situazione dell’editoria europea e delle sfide con cui si misurano i professionisti del settore. I seminari di questa edizione, che si sono susseguiti nell’arco dell’intera giornata, sono stati particolarmente incentrati sulla crisi dell’editoria aggravata dalla pandemia da Covid-19 e sulle iniziative volte a promuovere la cooperazione locale e la diversità. A condurre questi panel sono stati esperti del campo dell’editoria, tra cui editori, accademici, librai e direttori editoriali.

Diversità culturale

La sessione del mattino ha visto come argomenti di discussione la diversità culturale minacciata dalle misure restrittive per contrastare il Covid-19 e il dislocamento online delle fiere del libro. A introdurre il primo panel è stata Benoît Dubois, membro della Federazione degli editori europei (FEP), con una presentazione sull’andamento dell’editoria europea nel 2020. I dati facevano riferimento al report della Federazione stessa, conclusioni che rispecchiano quelle dell’analisi di mercato dell’AIE, di cui si è già parlato precedentemente.

Da quanto si è evinto dal report, uno degli aspetti che ha più turbato il settore editoriale, e della cultura in generale, è la ripercussione negativa dell’emergenza sanitaria sulla diversità culturale. La chiusura dei negozi durante i lockdown ha influito enormemente sulla visibilità, e dunque sulle vendite, delle librerie. Ciò ha portato in Europa al posticipo dell’uscita del 30% dei libri, alcuni dei quali non vedranno forse mai la luce. Un grande svantaggio sia per gli autori meno conosciuti sia per le piccole case editrici indipendenti.

Come proteggere l’editoria?

Per far fronte alla situazione, la svizzera Caroline Couteau, che dirige le Editions Zoé, ha creato «Livre Suisse», un’associazione che mette in contatto i diversi attori della catena editoriale, aiutando in particolar modo le piccole case editrici. Ma c’è anche un’altra iniziativa che, nelle parole di Peter Kraus vom Cleff, CFO della casa editrice tedesca Rowohlt, «è stata un ottimo esempio di cooperazione tra editori, biblioteche e librerie». È lo stanziamento del governo italiano di 30 milioni di euro per l’acquisto di libri da parte delle biblioteche e altri enti culturali allo scopo di sostenere l’intera filiera.

Da anni la diversità culturale è minata dalle piattaforme online di vendita, soprattutto nell’ultimo periodo. Oltre a riflettere sul ruolo quasi monopolistico di Amazon, Kraus vom Cleff si è appellato all’Unione Europea e ai governi nazionali, chiedendo la creazione di una piattaforma editoriale europea. Ciò per fare in modo che i dati, come il profiling delle case editrici, rimangano all’interno dell’UE e ne sia garantita la sicurezza. Tuttavia, precisa che un algoritmo non potrà mai sostituire il libraio, con i suoi consigli, e l’esperienza di acquisto in una libreria fisica.

Dislocamento

Nel 2020, anche le fiere del libro si sono dovute ridimensionare. Durante il suo intervento, Pietro Attanasio, responsabile delle relazioni internazionali dell’AIE, ha parlato della Aldus Up, la rete europea delle fiere del libro di cui è membro. Di questa rete ne fanno attualmente parte 20 fiere del libro europee, internazionali e non. L’importanza di una rete a sostegno di una collaborazione tra le fiere si è notata soprattutto durante l’emergenza sanitaria. È grazie anche al suo supporto che sono state realizzate delle iniziative online per gli eventi che non hanno potuto avere luogo fisicamente. Una di queste è la semaine professionnelle promossa da Marie Noble, della commissione generale della Fiera del Libro di Bruxelles: un programma di incontri di una settimana (invece dei consueti due giorni in fiera) per professionisti. Il dislocamento ha avuto un impatto negativo sulla diversità autoriale e editoriale. Tuttavia, l’apertura a un pubblico più ampio, globale, è stata sicuramente positiva, motivo per rivalutare il concetto di quello che Attanasio ha chiamato blanded fair, una fiera del libro su due livelli: fisico e online.

Cooperazione

La sessione del pomeriggio si può riassumere in due parole: cooperazione e bibliodiversità, ricorrenti durante gli interventi dei relatori. Tra le esperienze portate come esempio c’è il progetto Every Story Matters, il cui obiettivo è supportare la creazione, la disponibilità e la promozione di libri inclusivi nel mondo dell’editoria europea. Per «libri inclusivi» si intendono libri che rendano la letteratura accessibile a tutti, sia in termini di contenuto che a livello economico. I partner sono Flanders Literature (Belgio), Rose Stories (Paesi Bassi), Jak Slovenian Book Agency (Slovenia), Acesso Cultura (Portogallo), Blue Dar (Germania) e il Festival dei Libri di Zagabria (Croazia), con la collaborazione del programma Europa Creativa dell’Unione Europea.

È particolarmente significativo l’intervento di Petra Ljevak, direttrice del Festival dei Libri di Zagabria, che sottolinea l’importanza della cooperazione e del progetto Every Story Matters per il mercato dei libri di una piccola realtà come la Croazia. In Croazia il problema principale è la mancanza di equilibrio tra realtà nazionale e internazionale: difatti, più del 50% dei libri sul mercato nazionale sono traduzioni, mentre i libri pubblicati in croato rimangono all’interno dei confini nazionali per questioni linguistiche. L’obiettivo è bilanciare «noi e loro, realtà locali e nazionali, stati e Unione Europea».

La comunità per la libreria e la libreria per la comunità

Il secondo panel ha come tema il ruolo della libreria in una comunità, esplorato attraverso l’esperienza della libreria Kett’s Book (Gran Bretagna) e della piattaforma Todos Tus Libros (Spagna). La Kett’s Book si trova a Norfolk: è una libreria indipendente gestita interamente da volontari. Ognuno contribuisce a modo suo, chi con il denaro, chi con le conoscenze in ambito letterario o amministrativo, chi dedicando una parte del proprio tempo libero. Il progetto è nato nel 2013 e continua a vivere grazie agli sforzi dei singoli che diventano comunità. Todos Tus Libros è un database che raccoglie dati forniti dai librai stessi – sono associate più di 600 librerie spagnole – e fornisce informazioni su dove trovare i libri. Durante il primo lockdown è diventato una piattaforma di vendita online offrendo un servizio gratuito sia ai librai indipendenti che ai lettori. Difatti, non sono previste commissioni per i librai, che ricevono direttamente il denaro senza intermediazioni della piattaforma. Questa politica avvicina le due parti convolte nel processo di acquisto, libraio e lettore, favorendone la cooperazione.

Bibliodiversità

La bibliodiversità è al centro della casa editrice indipendente WO-MEN Publishing (Repubblica Ceca). La fondatrice Barbora Baronová spiega che è responsabilità di una casa editrice scegliere quali libri pubblicare non solo in termini economici, ma anche di sostenibilità e contenuto. Attraverso una singolare iniziativa, alcune piccole case editrici si occupano di tutto il processo del libro, inclusa l’impaginazione e la stampa per offrire un contenuto “bibliodiverso”.

Gli interventi che si sono susseguiti durante la giornata hanno permesso ai partecipanti di riflettere sia sugli effetti che la pandemia ha avuto sull’editoria europea, sia sulla pronta risposta del mercato e sullo spirito di adattamento di tutti coloro che sono coinvolti. Perché alla fine, l’obiettivo è uno solo: far vivere la catena dei libri che, nelle parole di Sharon Galant dell’agenzia letteraria belga Zeitgeist, è «una catena d’amore».

Alice Faravelli e Giulia Sogaro