Goncourt
Edizioni Santa Caterina

L’effetto Goncourt – Visto si premi

Goncourt

“Il Premio Goncourt non è morto, e non morirà tanto presto. In Francia l’immortalità, in letteratura, è cosa comune. Direi che è cosa di ordinaria amministrazione. Ma la decadenza del Goncourt dovrebbe far riflettere seriamente tutti coloro che si preoccupano ancora di non togliere al pubblico, unico giudice di buon senso, le ultime illusioni e le ultime speranze.” È nell’articolo dello scrittore Curzio Malaparte, uscito nel 1932 sul Corriere della sera, che ritroviamo un’importante riflessione sul Goncourt, il premio letterario più importante di Francia che, fin dalla sua istituzione nel 1896, vivacizza gli ambienti letterari francesi con i suoi successi, le sue polemiche e i suoi casi editoriali.

La mancata sconfitta di Marcel Proust, il rifiuto di Julien Gracq, autore schivo e solitario, e il caso dello scrittore di origine lituane Romain Gary e del romanzo La vie devant soi sono i casi editoriali legati al Goncourt su cui ho deciso di concentrarmi per ripercorrere la storia del premio e dei tanti significati che gli sono stati e che continuano a essergli attribuiti: da quello originario dei fratelli Goncourt fondato su un puro amore per la letteratura, a quello della spettacolarizzazione e del colpo di scena fino ad arrivare a quello commerciale e industriale attribuito alle delle maggiori case editrici francesi. E così con uno sguardo rivolto Oltralpe e un altro verso gli archivi dei giornali italiani e francesi dai primi anni del Novecento è venuto fuori un premio intriso sì di contraddizioni, ma non solo. E parlare di premi non è mai stato così intrigante.

Laura Ferrarini

La puntata precedente: Alla ricerca dell’immaginazione perduta – Visto si premi