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«Quello che realizzeremo insieme sarà il suo dono all’umanità.»

di Flavio Mainetti

Luciano Funetta
Dalle rovine
Collana: Romanzi
Tunué, 2015
p. 184, 9,90 €

dalle-rovine-romanzi1-262x300Liberatosi con apparente indifferenza dalla presenza estranea della moglie e del figlio, Rivera può finalmente dirottare tutto il proprio amore verso le creature che non esita a definire la sua «unica ragione di vita»: i suoi «trenta serpenti velenosi, trenta esemplari diversi isolati in altrettante prigioni di vetro». Ne diventa padrone, schiavo, nonché amante passionale, sviluppando un rapporto empatico capace di sconvolgere profondamente chi ne è testimone.

La produzione e diffusione di un filmino pornografico amatoriale desta l’interesse del gotha dell’industria del settore nei suoi confronti.

Muovendosi tra Barcellona e l’immaginaria città di Fortezza, Rivera incontrerà «figure lugubri, selvagge, angeliche e silenziose» che lo accompagneranno in un’inaspettata discesa in abissi sempre più profondi.

La scrittura di Luciano Funetta, qui all’esordio con Dalle rovine (Tunué editore, 2015), eredita qualcosa del Bukowski più cupo e del Brizzi di Bastogne, trascinando il lettore in un labirinto di perversione e degrado, popolato da fantasmi che non si dissolvono del tutto nemmeno nel momento in cui si richiude il libro. Ad arricchire l’immaginario della narrazione contribuiscono i ripetuti riferimenti alla galassia misteriosa degli snuff movies, le citazioni di vere e proprie leggende della “cinematografia maledetta” quali i controversi Freaks (1932) e Cannibal Holocaust (1980) e l’evocazione di spettri che richiamano una pellicola dibattuta come A Serbian Film (2010). Ma nella discesa negli inferi della mente umana raccontata dall’autore è possibile riconoscere soprattutto le atmosfere oniriche e opprimenti di Cigarette Burns (2005), gioiello di John Carpenter capace quanto Dalle rovine di “frustare la sensibilità” dello spettatore e imprimersi nella sua memoria.

Miscelando con sapienza le giuste dosi di erotismo, crudezza, sobrietà e stravaganza, Funetta consegna al lettore un romanzo destinato più a insinuare dubbi che a risolverli, a confondere il limes tra arte visionaria e follia, e lo fa raccontando il sogno perverso di uomini consumati dai propri fantasmi di volere «realizzare insieme il proprio dono per l’umanità».

Fonte foto: http://www.tunue.com/722-large_default/dalle-rovine-romanzi.jpg