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“Via col verde” a Ivrea: presentazione del Manifesto per un’editoria sostenibile

Come diceva Rossella O’Hara, «Domani è un altro giorno».

Oggi, però, abbiamo tutti il compito e il dovere di rendere il nostro futuro migliore, a partire dalle più piccole azioni.

via col verdeEd è per questo che, sabato 5 novembre 2022, abbiamo partecipato come studenti del Master all’incontro organizzato a Ivrea – capitale del libro 2022 – per presentare Via col verde, il libro che dà voce ad autori, addetti ai lavori e lettori legati al mondo dell’editoria e alla problematica ambientale.

Dall’attivismo di Greta Thunberg alla narrativa di Amitav Ghosh, passando per le piante di Stefano Mancuso, i mari di Siri Jacobsen, la “naturale bellezza” di Beatrice Mautino e la divulgazione di Barbascura X, abbiamo esplorato collane e generi, scelte imprenditoriali e nuovi materiali ecosostenibili, con lo scopo di mettere in atto strategie e trame che possano trasformare un problema attuale in un’opportunità per il futuro.

Il nostro non è solo un libro dalla tematica green, ma è sostenibile in tutte le sue componenti: infatti, è stato stampato utilizzando carta certificata e ricavata dalle alghe della Cartiera Favini e un inchiostro vegetale.

 

A Ivrea, inoltre, abbiamo avuto modo di presentare il vero cuore di Via col verde: il Manifesto per un’editoria sostenibile.

Stilato da Francesco Bombini e sottoscritto da tutti gli altri masteristi, il Manifesto è il nostro tentativo di regolamentare e far fronte alle responsabilità degli editori italiani verso i libri che pubblicano e verso la questione ambientale.

Di fronte alla minaccia degli ormai evidenti cambiamenti climatici, ci siamo chiesti come può agire nel concreto l’editoria.

Il sistema editoriale, con la sua industria, è chiamato oggi non solo a essere una componente attiva nello sforzo globale di riduzione e azzeramento delle emissioni di gas serra, ma deve necessariamente rivestire un ruolo di primo piano, proprio perché portatore del peso – nonché dell’opportunità – di una responsabilità creativa e culturale sulla circolazione di idee, progetti e informazioni. D’altronde, chi meglio di un editore è abituato a scommettere giocando su una prospettiva a lungo termine?

Un primo esempio di scommessa ambientale giunge dall’estero, in particolare dagli ambienti anglosassone, francese e tedesco, che hanno avviato negli ultimi anni processi di innovazione e sperimentazione con lo scopo di allinearsi agli obiettivi dell’Accordo di Parigi e di tagliare drasticamente le emissioni entro il 2030. Dopo una prima spinta dell’ONU, sono nate iniziative quali il Green Bookselling Manifesto e il Publishing Declares. Dalle 39 firme originarie, si possono contare, già alla prima metà del 2022, 96 firmatari del manifesto, di cui la prima riga recita: «Le nostre idee e storie sono senza limiti, ma le risorse del pianeta non lo sono».

Il messaggio lanciato è chiaro: per una casa editrice, investire nel futuro non è solo un fattore di titoli e scelte di autori, ma significa valutare l’impatto sociale e ambientale della propria azienda. È necessario, però, che gli obiettivi siano quanto più possibili, concreti e, soprattutto, misurabili. Tra le idee già realizzate, ricordiamo l’esempio di Harper Collins UK, che ha scelto di produrre libri con materiali ecologici, evitando plastificazioni superflue e bandendo l’utilizzo del glitter nei libri per bambini, o di And Other Stories, che ha deciso di tagliare del tutto – salvo casi eccezionali – i viaggi in aereo per i propri autori e dipendenti, dando loro altre possibilità e scelte.

Nel nostro Paese, però, il quadro non è ancora chiaro. Attualmente, sono rari i casi di editori con una politica aziendale volta all’ambiente. Un esempio è sicuramente quello del Gruppo Mondadori e del suo Piano di sostenibilità, o di Zanichelli che, in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha attuato uno studio sul ciclo vitale dei propri libri così da misurarne l’impatto sull’ambiente.

Sebbene i casi siano eterogenei, e le case editrici diverse tra loro, è bene ricordare come tutti partiamo dallo stesso step: produrre e pubblicare libri. Proprio da questo si può partire per far fronte comune rispondendo a domande quali: Quanti e quali sono i flussi di ingresso e uscita, dallo stampatore al distributore al cliente? Quanto è sensibile la mia azienda alla questione ambientale? Certamente si può monitorare l’utilizzo della carta, magari imponendo l’utilizzo di carta certifica PEFC e FSC, di provenienza europea, oppure privilegiare la prossimità tra i centri di lavorazione dei libri. Si può limitare la produzione esagerata di materiale promozionale e rivolgersi a stampatori che limitino le proprie emissioni, utilizzando carta più durevole con inchiostri vegetali.

Ad oggi, l’accesso a materie prime riciclabili o biodegradabili può risultare difficile per diversi fattori, tra i quali quelli finanziari, tecnologici o normativi; è possibile però ridurre i consumi energetici evitando sprechi e promuovendo un uso delle risorse più consapevole con interventi sull’efficienza energetica e sulle politiche ambientali.

Tutti questi sono piccoli ma importanti accorgimenti che possono avere più o meno rilevanza a seconda, anche, della quantità di personale all’interno di una casa editrice: è ugualmente importante, infatti, coinvolgere tutti i dipendenti attraverso la giusta comunicazione e il dialogo aperto per aumentare la sensibilità aziendale e promuovere comportamenti responsabili.

Gli editori, inoltre, hanno la possibilità di usare la propria piattaforma per creare consapevolezza, pubblicando libri che affrontino la tematica e diffondendo prospettive sempre nuove affidandosi alla penna di autori esperti e consapevoli del mondo che li circonda.

È quindi una splendida occasione per tutti noi prendere spunto da quest’insieme di idee e progetti per coordinare delle attività di miglioramento del settore seguendo l’esempio di chi ha già mosso i primi passi.

Perché, come dice Confucio prima ed Ernesto Ferrero poi, «il momento migliore per piantare un albero era vent’anni fa, il secondo momento migliore è oggi», ma soprattutto «un terzo momento non ci sarà dato».

 

Gli studenti del Master