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“Via col verde”: La trasformazione dei materiali

Nella quarta sezione di Via col verde, l’attenzione dei masteristi si è focalizzata sui materiali sostenibili per l’editoria analizzando, in ognuno dei tre saggi, problematiche legate all’acquisizione e al consumo di carta e inchiostro e alle possibili soluzioni proposte per risolverle. 

Partendo da cartiere eccellenze del settore come Favini e Fedrigoni, per quanto riguarda l’utilizzo della carta, fino alle case editrici che scelgono di collaborare con aziende eco-sostenibili per la produzione di inchiostro, La trasformazione dei materiali vi porta alla scoperta di realtà italiane e internazionali per dimostrare che la differenza per il nostro pianeta parte dalla materia prima del prodotto libro: i suoi materiali. Attraverso quest’intervista, Liliana Secci e Barbara Caristia presentano un caso specifico dedicato alla carta riciclata, nato in Italia oltre sessant’anni fa.

 

Martina Marando

 

I “biolibri” della Marotta&Cafiero:

materiali sostenibili e a chilometro zero.

Intervista a Rosario Esposito La Rossa

 

La carta è il materiale più riciclato nel nostro paese: delle 9,5 milioni di tonnellate di rifiuti riciclati nel 2020, il 42% – cioè quasi la metà – è costituito da imballaggi di carta (https://www.conai.org/?dlm_download_category=rapporto-sostenibilita). Perché allora i libri stampati su carta riciclata rappresentano ancora un’eccezione? Oltre a questioni strettamente tecniche, legate alle prestazioni di resistenza e conservabilità del materiale, a frenare l’uso di carta riciclata in campo editoriale vi sono i costi spesso significativamente più alti della carta riciclata, che deve subire particolari trattamenti per raggiungere una qualità accettabile per la stampa. 

Nonostante queste difficoltà, non mancano però gli editori che decidono di dare un’impronta green al proprio catalogo a partire proprio dalla scelta dei materiali. È il caso della napoletana Marotta&Cafiero, casa editrice indipendente da anni impegnata nella stampa di libri «completamente ecologici su carta riciclata certificata, con inchiostri non inquinanti e colle senza plastificanti, a km 0, ad alta leggibilità» (https://marottaecafiero.it/content/10-la-casa-editrice). Rosario Esposito La Rossa, proprietario nonché direttore editoriale, ci ha spiegato le ragioni all’origine di questa scelta.

 

La vostra casa editrice rappresenta un’eccezione sotto molti punti di vista. Come si è evoluta la produzione e quali sono le tappe significative nella vostra storia? 

La Marotta&Cafiero nasce nel 1959, originariamente diretta da Tommaso Marotta e Anna Cafiero. È sicuramente una delle più antiche di Napoli e conta un passato molto importante che vede, tra i tanti, Salvatore Quasimodo come direttore della collana di poesie. Io entro in questa casa editrice nel 2004 perchè ho perso un parente, Antonio Landieri, un ragazzo disabile di 25 anni che è stato ucciso per errore durante la faida di Scampia. Quindi a 17 anni ho scritto un libro che è stato pubblicato dalla Marotta&Cafiero editori. Dopo due anni i proprietari hanno regalato l’attività a me e a mia moglie e abbiamo deciso di trasferire la sede a Scampia. 

L’impronta eco-friendly accompagna la casa editrice sin dall’inizio? Da dove viene l’idea? Si potrebbe considerare un azzardo?

Erano gli anni in cui Napoli era invasa dai rifiuti e proprio da questo deriva la volontà di caratterizzare la casa editrice con una forte e riconoscibile impronta eco-friendly. Impegno che nel 2020 è stato riconosciuto e apprezzato, come testimoniato dal conferimento del premio “Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno” promosso da Legambiente. Io credo ci siano soltanto pro per il modo in cui noi stampiamo i libri perché al di là del rispetto per la natura c’è anche uno storytelling importante. L’impronta ecosostenibile è quindi caratterizzante per la nostra casa editrice e le sue origini sono ben salde e rintracciabili nella sua storia. 

In ambito editoriale scegliere di pubblicare su carta green rappresenta una presa di posizione netta per quanto riguarda la problematica ambientale; va da sé che anche i supporti però devono essere ecologici. Che tipo di inchiostri e rilegature utilizzate?

Oltre l’impiego di carte riciclate certificate vengono utilizzati inchiostri non inquinanti a base vegetale come quello di soia, colle senza plastificanti in amido di mais, stampando a km0 e mai all’estero. I nostri libri quindi non fanno molti chilometri su rotaie. Preferiamo favorire le cartiere locali come quella di Amalfi, la cartiera Amatruda da cui acquistiamo moltissima carta. Tutti i libri editi dalla casa editrice sono realizzati a tutela dell’ambiente. Sono assolutamente biolibri. 

Quanto costa stampare su carta riciclata?

Stampare su carta riciclata e utilizzare anche tutti i supporti ecosostenibili è inevitabilmente più dispendioso, ma tutto dipende dalla capacità manageriale di chi porta avanti la casa editrice. In questo senso la capacità di trattare con le cartiere diventa fondamentale, perché  acquistando quantità notevoli di carte il prezzo si abbatte notevolmente. Attraverso una programmazione ferrata è possibile stimare le materie prime complessive che necessitano per la produzione di un progetto editoriale ecologico in modo da acquistare tutto assieme e di conseguenza l’impatto finale sul prezzo di copertina è più basso. Detto questo, la differenza tra un libro stampato su carta riciclata e su carta normale si aggira intorno ai 200 e 300 euro, in termini di carte. Questo non rappresenta però un vero e proprio ostacolo che impedisca l’utilizzo di carta ecologica, a oggi sembra davvero impossibile che si continui a utilizzare carte che vengono da foreste vergini 100%.

Il nostro libro Via col verde sarà interamente stampato su Alga Carta, una particolare tipologia di carta ricavata dalle alghe prodotta da Favini. Avete mai pensato di utilizzare carte biologiche oltre a quelle riciclate? 

Anche noi utilizziamo carte che provengono da scarti industriali, come quelle proposte della cartiera Favini. Abbiamo già utilizzato carta ricavata dall’uva, dal caffè e dagli agrumi, mentre un’intera collana è stata stampata proprio su Alga Carta. Non si parla però di edizioni speciali, di lusso, bensì di narrativa di consumo. Noi vorremmo essere un cortocircuito all’interno del panorama editoriale, quindi portare libri di consumo su questa tipologia di carta. Questo mostra la volontà di normalizzare l’utilizzo di queste carte anche per libri ad alte tirature e poter essere un esempio per tutte le altre case editrici italiane, mostrando che una produzione di questo tipo è sicuramente auspicabile e realizzabile.

Se le case editrici adottassero supporti ecologici e biodegradabili potrebbe essere significativo l’impatto sull’ambiente. Per quale motivo secondo lei è più facile adottare politiche di riparazione (“per ogni libro che compri si pianta un albero”) piuttosto che di prevenzione utilizzando una materia prima ecologica?

Perché continuando con una produzione classica la maggior parte delle case editrici risparmia sulle materie prime e poi tentano di ripulirsi la coscienza piantando due alberi. Il danno all’ecosistema comunque resta enorme e irreparabile. È il lasso di tempo che intercorre dal piantare l’albero affinché l’albero diventi di largo fusto come quello che si è abbattuto precedentemente che non si compenserà mai. La cellulosa, presente in parte in tutte la produzione di carte, se non quelle 100% riciclate, provengono dall’estero in particolare regioni asiatiche e africane. Esistono altri sistemi di utilizzo di arbusti annuali come canapa e bambù che vengono utilizzate anche dalla cartiera Favini. Dobbiamo andare verso questa dimensione secondo me.

 

Liliana Secci

Barbara Caristia

 

Un ringraziamento a Rosario Esposito La Rossa e alla casa editrice Marotta&Cafiero per l’intervista.