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Via delle Magnolie 11 – Recensione

Come sfuggire alla melensaggine che si diffondeva a macchia d’olio, aggravando la pena di tutti? L’unica cosa che mi è venuta in mente è stata di offrire a chi avesse avuto voglia di servirsene una storia negativa al tampone, ma non solo, che del tampone proprio ignorasse l’esistenza.

 

Così Stefania Bertola racconta la genesi del romanzo a puntate con cui, per quasi l’intera durata del lockdown del 2020 – dal 16 marzo al 3 maggio –, ha fatto compagnia ai suoi lettori. A ottobre 2020 le quarantatré puntate postate sulla pagina Facebook dell’autrice (più altre due) sono diventate un libro: Via delle Magnolie 11, pubblicato nella collana Einaudi “I Coralli”, è il primo capitolo della saga familiare dei Boscolo.

 

Il paratesto: una copertina dai mille colori, come le avventure dei Boscolo

 

I Boscolo vivono quasi tutti nell’immaginaria Rivabella Lago, in provincia di Verbania, e il primo incontro con la cittadina avviene ben prima dell’inizio della vicenda narrativa. La copertina, ideata e realizzata da Leandro Agostini, è infatti una precisa piantina di Rivabella Lago.

Coloratissima come le avventure dei Boscolo, la cover di Agostini permette di immergersi nei luoghi della storia ancora prima di conoscerli, da un lato, e poi di ritrovarli a fine lettura, dall’altro, e così di riconoscere la panchina in riva al lago dell’Ondina (in cui sono “immersi” il nome dell’autrice e il titolo), il supermercato dove lavora Stella Marina, la casa in via delle Magnolie 11, e sorridere delle vicende che lì si sono svolte. Una copertina, dunque, non solo giusta per il libro, ma che ne è parte integrante.

 

La trama

A Rivabella Lago, in una palazzina di quattro piani in Via delle Magnolie 11, i Boscolo conducono una vita assolutamente normale – o, perlomeno, normale secondo i loro parametri. Al terzo piano ci sono Claudia e nonna Maddalena che, alla disperata ricerca di folour per diventare una influenze su Instagram, inscena finti omicidi; ci sono Giulietta, «casalinga specializzata nell’inutile» che non disdegna gare truccate, e il marito Alvise al primo piano; al piano terra vivono Giuseppe e Jolanda, genitori di Stella Marina che invece vive al quarto, giovane commessa innamorata dell’unico inquilino del condominio non appartenente alla famiglia Boscolo: l’affittuario dell’appartamento al secondo piano, Lorenzo.

L’affitto è percepito nel rispetto dei particolari principi morali della famiglia, cioè non solo in nero, ma all’insaputa della legittima proprietaria, una parente che vive da anni in New Jersey. Ciò non ha mai creato problemi, ma a un certo punto la parente reclama la proprietà dell’appartamento e la normale quotidianità della famiglia Boscolo viene scombussolata quando Jeremy, il cugino americano, arriva a Rivabella Lago.

 

«Sai l’appartamento del secondo piano? Quello affittato? Ecco. In teoria sarebbe di una nostra cugina che vive in America […] ma di fatto lo stiamo affittando noi da vent’anni. Lo abbiamo messo a posto e lo affittiamo, solo che a lei non lo abbiamo detto. Vorrei sapere se è un reato».

Gabriele lo fissa un istante.

«Magari, fosse un reato».

«In che senso?»

«Nel senso che sono almeno tre».

 

Il problema richiede un’immediata soluzione e se la più semplice sarebbe quella di liberarsi di Lorenzo, Stella Marina non ne vuole sapere. Ecco allora che il romanzo di Stefania Bertola mette in scena i Boscolo nel disperato tentativo di tenersi affittuario e affitto, senza far scoprire la verità alla legittima proprietaria dell’appartamento.

 

La famiglia Boscolo, «antidoto ai limiti della clausura»

Tra truffe e tradimenti, finti omicidi e altre follie, Via delle Magnolie 11 diventa il teatro di situazioni tra l’improbabile e l’assurdo. Eppure, se è vero che le situazioni sono esagerate e inverosimili, le emozioni, i sentimenti e gli impulsi che muovono i personaggi sono veri. Anzi, sono anche i nostri, tanto che la famiglia truffaldina dei Boscolo diventa uno specchio di noi. Afferma Stefania Bertola:

 

Io cerco sempre di raccontare storie che si scostano dalla realtà di qualche grado, ma non di troppi.

 

E questa è la forza della storia, ciò che ha permesso che con questi personaggi che compiono azioni spesso al limite del buon senso, con i loro sentimenti e le loro storie, molti lettori potessero identificarvisi, trovando una non banale consolazione all’isolamento forzato durante la prima fase critica della pandemia.

Leggere le sgangherate vicende della famiglia Boscolo a un anno dalla loro nascita è, ancora, un potente «antidoto ai limiti della clausura». In un’Italia rossa e arancione, l’azzurro di Rivabella Lago e i mille colori dei Boscolo riescono a donare alcune ore di spensieratezza, serenità, leggerezza. Agli eccessi dei Boscolo, alla fine, ci si affeziona pure, tanto che non si vede l’ora di poter tornare a far loro visita – in più, senza rischio di sanzioni.

Attendiamo il secondo capitolo della saga per ritrovare i Boscolo di via delle Magnolie 11 e conoscere il ramo della famiglia al 7 di Blackbird Lane.

 

Serena Di Giovine