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La verità, nient’altro che la verità – Strada per lo Strega

«Ti devi spingere dove non vuoi, devi essere sincero».

Mauro Covacich, Di chi è questo cuore

Mauro Covacich sviscera ogni aspetto della sua vita, passando sotto i raggi x sentimenti, amicizie e paure. Il risultato è Di chi è questo cuore, un romanzo “a cuore aperto” classificato nel genere dell’autofiction per l’aderenza alla realtà e il rapporto problematico tra verità e menzogna, anche se di finzione, nel racconto, non c’è traccia.

Sulla scia di un progetto artistico che l’autore persegue da anni, questo libro è «un’esplorazione lucida e inquieta» che parte dall’intimo mondo degli affetti per raggiungere una dimensione più universale.

Covacich copertina

Lo scrittore osserva con attenzione il mondo che lo circonda, cogliendo tutte quelle sfumature che sfuggono a un occhio non allenato, annota e racconta. Racconta, in questo caso, frammenti della sua stessa vita, i suoi pensieri e le sue paure; parla di sé e degli altri con estrema sincerità affidando le sue riflessioni a una prosa limpida e originale. Si muove con eccellente dimestichezza nei meandri della lingua, gioca con le parole come fossero pezzi di un grande puzzle creando con esse immagini vivide e precise.

Lo stile di scrittura, un vero e proprio progetto narrativo, rende difficile tracciare una trama lineare. La narrazione, articolata in maniera atipica, non ha né un inizio né una fine netti, cosicché il lettore, giunto all’ultima pagina, è costretto a trovare da sé il filo del racconto. Nel mezzo, stralci di autobiografia raccontati in forma quasi diaristica si alternano a brani autonomi che hanno avuto una precedente vita sul “Corriere della Sera”, con cui l’autore collabora. Il risultato è un pastiche armonioso che scorre senza interruzioni e che trova nella costante indagine del reale il suo senso profondo. Il racconto della realtà, nella maniera più vera e sincera che si possa immaginare, è impresa assai difficile e per compierla l’autore crea un pungolo personale che lo esorti ogni volta ad andare a fondo alle cose. È questo il ruolo dell’uomo grasso, il personaggio sempre nudo che entra prepotentemente nella vita dello scrittore e che a tratti sembra esserne l’alter-ego. L’intruso è ingombrante e fin troppo loquace, infastidisce con la sua irriverenza e volgarità, tuttavia si ha spesso l’impressione che sia un espediente narrativo di cui l’autore si serve per trattare argomenti delicati che non potrebbe esprimere altrimenti.

In virtù del mandato morale di cui Covacich si fa carico, i personaggi del romanzo sono persone e la città, Roma, viene descritta nella sua essenza più vera. Il Villaggio Olimpico, «enclave fané di Roma Nord», fa da sfondo al racconto, offrendo una versione alternativa, e altrettanto affascinante, allo stereotipo della città eterna.

Mauro Covacich

Il libro si apre con l’elettrocardiogramma che diagnostica al protagonista-autore un’ipertrofia cardiaca: la minaccia di una sincope pende come una spada di Damocle sulla sua testa, costringendolo a interrompere l’attività agonistica che da anni pratica. Prende forma, mano a mano, un’intima e profonda riflessione sul corpo, quel contenitore di membra e pensiero che ci rende unici e che, indifferente agli sforzi sul tapis roulant o del chirurgo estetico, va incontro a un inevitabile e progressivo decadimento.

Uscito a gennaio per la Nave di Teseo, è stato proposto alla 73esima edizione del premio Strega dall’Amica della Domenica Loredana Lipperini: «[…] Per linguaggio, stile, profondità e innovazione formale, Di chi è questo cuore si pone tra le prove più alte nel panorama letterario contemporaneo».

L’estrazione della cinquina avrà luogo il 12 giugno e questo romanzo ha tutte le carte in regola per aggiudicarsi la semifinale.

Beatrice Toresi

Nella puntata precedente: http://www.mastereditoria.it/ilblog/scurati-il-figlio-dello-strega-strada-per-lo-strega/

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