Recensioni

Il violino di Auschwitz, di Anna Lavatelli

Il violino di Auschwitz
di Anna Lavatelli
Interlina (collana: Le Rane)
Pagine: 88
Prezzo di copertina: 8 euro

 

 

IL SUONO DELLA SPERANZA

« Avrei voluto poter fare qualcosa in più per lei, ma ero un violino,uno strumento che parla all’anima degli uomini. E lì, tra le SS, era impossibile trovare chi ne avesse ancora una dentro di sé.»

Parole crude, aspre ma, allo stesso tempo, delicate. Questo è il linguaggio utilizzato da Anna Lavatelli nel suo ultimo libro Il violino di Auschwitz edito da Le Rane Interlinea (2017), accompagnato dalle realistiche e commoventi illustrazioni di Cinzia Ghigliano.

È proprio l’uso sapiente che fa delle parole che la rendono una delle autrici italiane di libri per ragazzi più letta e amata. Vincitrice di numerosi premi, fra cui il premio Andersen nel 2005, con questo libro è riuscita ancora una volta a sottolineare il potere della narrazione, di come le parole riescono ad esprimere la natura delle vicende umane senza mai mutarne la sostanza.

Tratta da una storia vera, la vicenda viene narrata in prima persona da un violino, un costoso Collin-Mézin regalato dal signor Levy alla figlia Eva Maria, detta Cicci. Ogni capitolo ha come titolo i termini che si utilizzano solitamente sugli spartiti musicali, Adagio, Grave, Trionfale…, al fine di suggerire le emozioni che dovrebbero essere suscitate.

Attraverso lo sguardo passivo del violino l’autrice ripercorre il triste viaggio della famiglia ebrea dei Levy verso il campo di concentramento di Auschwitz dove padre, madre, Cicci e suo fratello Enzo vengono separati per sempre.

In quel luogo di orrori e sofferenze la piccola ragazza ha solo una via per sopravvivere: la musica. La sua bravura nel suonare il violino infatti la porterà ad ottenere una posizione privilegiata rispetto alla maggioranza di ebrei prigionieri, costretti a vivere e lavorare in condizioni fisiche estreme ma a un caro, carissimo prezzo.

In tutta questa oscurità però, arde una piccola fiamma di speranza: un bigliettino del fratello Enzo con scritto “Der Musik macht frei”, che la bambina nasconde all’interno del violino e custodisce nel cuore fino alla fine.

Con la musica il libro inizia e con essa si conclude. È il ritrovamento di quel famoso biglietto da parte dell’anziano collezionista Carlo Alberto Carutti nel 2014, dopo aver acquistato il violino protagonista, a ispirare la stesura della vicenda su carta. Egli chiede direttamente alla Lavatelli di raccontare sotto forma di romanzo la storia dei Levy.

Così la violenza, la crudeltà e la follia di questo triste capitolo della storia dell’umanità viene narrata ai più piccoli attraverso un linguaggio forte e diretto eppure così delicato, rispettoso. Un libro che incanta e trasporta i suoi lettori verso una maggiore consapevolezza, un libro che può essere letto da grandi e piccoli perché «quello che sto per narrare sarebbe potuto accadere anche a voi.»

 

di Sara Bartolucci