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Viaggio nella storia

di Anna Chiara Sartorello

Paolo Malaguti
La reliquia di Costantinopoli
Collana: I narratori delle Tavole
Neri Pozza, 2015
p. 582, 18€

Reliquia Costantinopoli

La Reliquia di Costantinopoli è un bel romanzo storico che concentra l’attenzione sull’ultimo anno della capitale dell’Impero romano d’oriente minacciata, assediata e infine presa, dal Turco, Maometto II, tra il 1453 e il 1454.

La storia è raccontata nelle pagine scritte da Gregorio Eparco in un manoscritto che, invece di giacere dimenticato con lui in un campo santo di Venezia, viene riesumato dal curioso Giovanni, quasi cent’anni più tardi.

Quindi si torna indietro nel tempo ripercorrendo le vicende del greco commerciante ortodosso Gregorio e del suo socio ebreo veneziano Malachia i quali sono stati chiamati ad assolvere il grave compito di mettere in salvo le preziose reliquie cristiane disseminate per la città in tempo immemore. Sotto la pressione turcomanna, che preme psicologicamente fuori dalle mura della Città Santa e la paura che si diffonde come un morbo, Malaguti ha la maestria di architettare una caccia al tesoro a metà tra il fortunatissimo film Il tesoro dei templari e i libri di Dan Brown riuscendo ad incollare il lettore al libro catapultandolo, letteralmente, in un altro mondo. L’accurata ricerca storica, che sta alla base di questo romanzo, ha permesso all’autore di descrivere a 360 gradi un’epoca, un luogo, una mentalità presentandoci una Costantinopoli come un verosimile crocevia di merci e di destini che si intrecciano, questa volta, sotto una stella avversa. Lo stile coinvolgente rende fluida la narrazione che si muove su due registri: il primo è il linguaggio alto e raffinato della voce narrante, Gregorio; il secondo è il linguaggio nudo e crudo della parlata veneziana. Il veneziano viene qui presentato come una vera e propria lingua, usata abitualmente dai commercianti, e da Malachia, che però la inframezza di termini giudaici che ne caratterizzano il personaggio. Questi cambi di registro, regolari ed equilibrati, risultano estremamente divertenti per il lettore veneto, che, come chi scrive, può apprezzarne a pieno le diverse sfumature, d’altro canto, per un lettore che non ha la stessa dimistichezza, questa soluzione può essere d’impaccio, poiché non sempre supportato da sottotitoli esplicativi. Un libro pieno, piacevole e inaspettato che si muove tra culture e destini diversi in un movimento sincronico che segue la parabola discendente di una città ormai consumata e destinata al tracollo.

Fonte foto: http://www.neripozza.it/collane_dett.php?id_coll=1&id_lib=934