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Recensioni

La ragazza con la macchina da scrivere – Recensione

Scrittura e memoria tattile, come ricordare il proprio passato

Tra i migliori libri sullo scaffale della narrativa troviamo La ragazza con la macchina da scrivere, il nuovo romanzo di Desy Icardi pubblicato da Fazi Editore nella collana “Le strade”.

La trama

La protagonista Dalia è una dattilografa sempre in compagnia della sua macchina da scrivere portatile, una Olivetti rossa MP1. La storia è ambientata a Torino e si sviluppa in quarantun capitoli che si alternano tra presente e passato. Dalia oggi è una donna di settant’anni che, a causa di un “piccolo incidente”, è alla ricerca dei suoi ricordi perduti nei lontani anni ’30, quando era una ragazza.

La sua vita, il suo lavoro, i suoi affetti sono stati anche inevitabilmente influenzati dalla guerra e dagli eventi politici. Deve fare i conti con un’amica, un padre severo, l’amore. Ha sempre scritto e raccontato le storie degli altri, ma ora deve ritrovare la propria con l’aiuto di piccoli indizi e della memoria tattile dei polpastrelli sull’Olivetti. Solo così trova un sé di cui non aveva più ricordo.

«Quelle sessioni di scrittura compulsiva lasciano nella tua mente sensazioni forti, ma talvolta alcune immagini sono un po’ sfocate, ed è solo con la successiva lettura che riesci a districarti tra i garbugli della memoria».

La copertina

La copertina è caratterizzata da un’immagine scontornata rappresentante una donna che scrive a macchina. Si tratta di un disegno denotativo e cioè didascalico del titolo. La ragazza, di cui vediamo il profilo destro, porta una gonna blu a vita alta e una camicetta a righe. I suoi capelli, raccolti in un’acconciatura, sono adornati con un nastro verde. È assorta e intenta a scrivere con mani leggiadre, seduta su uno sgabello di legno. Lo sfondo è marrone, molto scuro, dove si confonde lo sgabello e il mobile su cui è appoggiata la macchina da scrivere. Da questa esce un turbinio di fogli dattiloscritti svolazzanti che un raggio illumina in un gioco di luci e ombre e che avvolgono la ragazza e riempiono la stanza. Il titolo è scritto in colore ottanio e in corsivo, mentre il nome dell’autrice è scritto in bianco e in tondo. Pure in bianco è il logo della casa editrice, posto in basso a destra. La quarta invece è monocolore ottanio dove, in bianco e blu, sono riportati i commenti di critica sul grande successo che ha riscontrato il romanzo precedente dell’autrice: L’annusatrice di libri, sempre edito da Fazi a febbraio 2019.

Sull’aletta anteriore vi è la trama del romanzo, introdotta dalla domanda «Cosa ricordano le dita? Se la memoria scompare, possono gli oggetti aiutare a ritrovare i ricordi?»; sull’aletta posteriore invece una brevissima biografia dell’autrice della quale non è presente la fotografia.

Conclusioni

Facendo un’analisi: vi sono diversi piani di scrittura: quello dell’autrice e quello della protagonista che scrive per gli altri per poi necessariamente scrivere per trovare se stessa.
Non vi è mai capitato di scrivere per ricordare il passato? Se la risposta è no, provare per credere.
È coinvolgente ed è proprio il caso di dirlo, “tocca dei tasti” che sicuramente fanno emozionare.

E come non leggere questo libro anche per celebrare i sessant’anni dalla scomparsa di Adriano Olivetti?

L’ombra alle tue spalle sei tu! La te stessa di prima del tuo piccolo incidente, che ora preme la mano sulla tua spalla per costringerti a rimanere seduta e continuare a battere a macchina la vostra storia.

Caterina Ceriani