
“Stregonerie”: quando la magia del Premio Strega dura tutto l’anno
Gli Amici della domenica non si fermano mai: sono già 30 i libri candidati alla LXXIV edizione del Premio Strega, e c’è ancora tempo fino al 3 marzo per ulteriori proposte. Il Comitato direttivo della Fondazione Goffredo e Maria Bellonci annuncerà la dozzina dei finalisti il 15 marzo, in occasione di “Libri Come”, la festa del libro e della lettura che si svolgerà all’Auditorium Parco della Musica di Roma dal 14 al 17 marzo 2020. Come di consueto, la parabola del premio terminerà ai primi di luglio con la cerimonia di premiazione al Ninfeo di Villa Giulia.
Il Premio Strega e le sue “Stregonerie”
Ma esiste un luogo un po’ più a sud di Roma dove il Premio Strega lancia i suoi incantesimi tutto l’anno, da settembre a giugno, con un appuntamento al mese. A Benevento, negli spazi della fabbrica Alberti in cui si produce il liquore Strega, è in corso “Stregonerie – Premio Strega tutto l’anno”, una rassegna letteraria ideata e diretta dalla scrittrice Isabella Pedicini e dalla giornalista Melania Petriello, in collaborazione con l’azienda Strega Alberti e la Fondazione Bellonci.
Come è noto, il prestigioso premio nacque proprio dal sodalizio fra Goffredo e Maria Bellonci e il giovane imprenditore beneventano Guido Alberti, che finanziò l’impresa. Il liquore a base di erbe prodotto dalla sua famiglia, lo “Strega”, appunto, diede il nome al nuovo concorso letterario istituito nel 1947. E oggi il progetto “Stregonerie – Premio Strega tutto l’anno” è un’occasione importante per l’azienda degli Alberti per valorizzare la sua vocazione letteraria ed esaltare l’antico legame con il salotto letterario di casa Bellonci.
Perché questa iniziativa?
L’iniziativa di “Stregonerie” nasce proprio con l’intento di omaggiare a fondo la tradizione del Premio Strega: ogni appuntamento è dedicato a un vincitore del premio, spesso invitato a partecipare all’incontro, come è accaduto a ottobre con Melania Mazzucco (Premio Strega 2013, Vita, Einaudi) e come accadrà presto con Dacia Maraini (Premio Strega 1999, Buio, Rizzoli), con una particolare attenzione alla loro identità di donne e scrittrici.
Non solo: si è pensato di creare dei veri e propri cocktail “librosi”, con la lettura di testi in qualche modo affini a quelli premiati e la partecipazione di figure di scrittori, esperti, professori, addetti ai lavori dell’editoria che hanno raccontato le storie dei vincitori e delle loro opere (ad esempio, Anna Folli, autrice di MoranteMoravia. Una storia d’amore, 2018, Neri Pozza, invitata in occasione dell’omaggio ad Alberto Moravia ed Elsa Morante). Le organizzatrici hanno voluto dare anche un taglio internazionale, con l’intervento di un’ospite di grande fama: la scrittrice dublinese Catherine Dunne, finalista al Premio Strega Europeo 2019 con il suo Come cade la luce (pubblicato in Italia da Guanda).
Dagli scrittori alle scuole
Autori e letture sempre al centro della scena, dunque, ma l’iniziativa abbraccia pure altre arti esaltandone il profondo legame con la letteratura. Alla fine di maggio sono previsti un reading musicale in collaborazione con il Morgana Music Club e Sotto il noce, una rassegna di cinema all’aperto con i film tratti dai libri vincitori del premio (in collaborazione con Artelesia Social Film Festival). Isabella Pedicini ha commentato:
Siamo molto contenti del feedback che ci ha dato la città dimostrando una partecipazione cospicua e attiva. Il patrimonio del premio Strega è straordinario e ci consente di ripercorrere, rileggere e riscoprire la storia della letteratura italiana dal secondo dopoguerra a oggi.
Infatti la città di Benevento ha subito accolto con entusiasmo il progetto, coinvolgendo scuole e librerie e organizzando ben due gruppi di lettura, i cui incontri si svolgono qualche giorno prima degli appuntamenti del calendario. Non rimane fuori proprio nessuno, neanche i lettori lontani da Benevento: attraverso una squadra di 12 bookblogger capitanati da Annamaria Petriccione (@lacontessarampante) è possibile partecipare all’evento attraverso i social, con dirette su Instagram e vivaci dibattiti su Telegram.
Il Premio Strega sui Social
«Sono appassionata di Premio Strega da quando ho scoperto l’amore per i libri», afferma la bookinfluencer Annamaria. «Da quattro anni organizzo la mia iniziativa “Nel nome della Strega” per dare spazio e visibilità sui social ai capolavori vincitori. Sono stata molto contenta quando le direttrici di “Stregonerie” mi hanno proposto di partecipare al loro progetto. Mi è capitato che molte persone mi dicessero che erano tanto contente di leggere insieme a noi questi libri perché non avevano mai trovato il coraggio, o perché si era sempre trattato di letture proposte a scuola, e quindi viste come un obbligo».
Si è andati ben oltre i confini di Benevento, perciò, con l’accorrere di moltissimi lettori da tutta Italia, perfino di quelli scettici. Si pensi, fra gli esempi, a Il Gattopardo: Annamaria racconta di una diretta Instagram affollatissima e parecchio coinvolta, durata un’eternità per l’entusiasmo e le tante domande su un testo che spesso ha fatto paura a tanti, per la fama che lo precede, la prosa molto ricca e l’aspetto di un classico che si deve leggere.
Attraverso i social sono state svelate anche moltissime curiosità sui retroscena del Premio: l’ispirazione degli scrittori, le vicende editoriali, i dissensi, le piccole “chicche” di cui vanno a caccia gli appassionati. Sapevate che la dedica iniziale de L’isola di Arturo a Remo Natales non è altro che un omaggio che Elsa Morante fece a se stessa? È l’anagramma del suo nome! O, ancora, che Goffredo Parise scrisse i suoi Sillabari dopo l’incontro con un bambino che teneva in mano un sillabario?
Una magia che non finisce
Premio Strega tutto l’anno e a tutto tondo, dunque: quale modo migliore per far riassaporare le miscele antiche e raffinate di casa Alberti e far rivivere le suggestioni letterarie di casa Bellonci? Accorrete a Benevento, o, se non potete, andate sui social per non perdere neppure un istante di questo meraviglioso progetto che mette al centro l’Italia e la sua letteratura, attraverso l’omaggio a un premio che è l’emblema della forza, il simbolo della resistenza alla disperazione e allo sconforto: Maria Bellonci consacrò gli incontri nel suo salotto come un antidoto perfetto per combattere la tristezza della guerra. Perché la cultura ci salva, sempre, in qualche modo.
(Progetto grafico a cura di Aurora Lobina)
Giulia Lombardo

