Chi lavora davvero per le mafie? La parola a Michele Prestipino, coordinatore delle indagini su Mafia Capitale

 

 

Con intervento di Enzo Ciconte e introduzione di Giovanna Torre in occasione della presentazione del libro “Non sono affari loro. Dialoghi sulle mafie nell’economia italiana” (Edizioni Santa Caterina) al Salone del libro di Torino 2017

Non sono affari loro. Dialoghi sulle mafie nell’ economia italiana
A cura di Giovanna Torre
Introduzione di Enzo Ciconte
Testi di Giulia Bari, Giovanni Bianconi, Rosy Bindi, Federico Cafiero de Raho, Gian Carlo Caselli, Enzo Ciconte, Fabio Ciconte, Filippo Cogliandro, Cosimo di Gesù, Marco Dotti, Toni Mira, Michele Prestipino, Gaetano Saffioti, Rocco Sciarrone, Serena Uccello

Edizioni Santa Caterina, pp. 152, euro 12
“Biblioteca del Collegio Santa Caterina” 9
Serie giuridico-sociale 4
(formato 14×21)
Isbn 978-88-96120-28-6

Uscita: APRILE 2017 (NOVITÀ)

Sommario e introduzione

«Esiste un esercito di insospettabili che lavora per le mafie, fatto di imprenditori, liberi professionisti, impiegati e funzionari dello Stato, ma anche di magistrati e di appartenenti alle forze dell’ordine.
Insomma, c’è chi nel proprio settore si piega per ragioni di convenienza a rapporti con le organizzazioni mafiose, mettendo a disposizione di esse il proprio know how specialistico»: così il procuratore aggiunto Michele Prestipino, coordinatore delle indagini su Mafia Capitale, che con Rosy Bindi, Giancarlo Caselli e Rocco Sciarrone, tra gli altri, firma questi dialoghi sulle mafie nell’economia in Italia, da cui emerge che il prezzo di quegli affari criminali lo paga l’economia sana e, di conseguenza, la società intera.
Non sono quindi solo affari loro, ma soprattutto nostri.