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Città irreale in un mondo sospeso – Strada per lo Strega

Londra ha una sua neutralità da pagina bianca.

Cristina Marconi, Città irreale

Un passato e un presente che diventa velocemente futuro, una Roma nociva e una Londra piena d’incanto, un senso di libertà assoluto e un’inaspettata solitudine, italiani e stranieri, inglesi e stranieri, stranieri e basta. Cristina Marconi ci tiene sospesi tra tutto questo nel mondo che tratteggia nel suo romanzo d’esordio, Città irreale.

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È Alina, protagonista di questo romanzo, la prima a essere sospesa tra due mondi: ambiziosa e avida di esperienze, è alla ricerca di un senso di appartenenza e di un brillante futuro che non potrà mai trovare a Roma, sua città d’origine. Può solo ricordare con dolcezza la città che l’ha cullata tra l’infanzia e gli anni dell’università: “mi piaceva quel mondo maestoso e teatrale, mi muovevo allegra e fiduciosa tra i suoi eccessi, quelle persone dai tratti marcati, quegli uomini dalla parlata enfatica, quelle donne troppo truccate”. Ma ciò non basta più. Roma diventa “una trappola che faceva di tutto per rendere le persone infelici”, persone come suo fratello, che dopo anni di sacrifici non riesce a ottenere un contratto di lavoro dignitoso. Alina non ci sta e a 26 anni accetta un’offerta di lavoro e si trasferisce a Londra, l’unico posto che riesce, ai suoi occhi, a prendere i contorni di quell’indipendenza e di quella libertà che le serviranno per raggiungere i suoi obiettivi. In questa città sconfinata Alina si perde alla ricerca di sé stessa: tra goffi incontri e nuove esperienze, incontra Iain (con quella i in più perché la madre era scozzese), un medico che una decina di anni prima di incontrare Alina si diplomava insieme a Vicky e, sempre con lei, partiva alla volta di Reggio Emilia. La Marconi intreccia le storie di Alina, Iain e Vicky. Intreccia città, sguardi, parole dette e taciute, intreccia tutto con una scrittura che scorre via fluida e veloce; solo ogni tanto si inceppa e il lettore rimane infangato per qualche secondo di troppo in descrizioni molto particolareggiate.

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Edito dall’editrice Ponte alle Grazie e unica opera del gruppo GeMS candidata al Premio Strega, Città irreale ha una copertina che non riesce ad attirare immediatamente l’occhio del lettore: il nome dell’autrice e il titolo in carattere bastoni si piazzano su un’inconfondibile Londra sullo sfondo. In primo piano, una ragazza dai capelli biondi raccolti, con il viso quasi completamente coperto da una macchina fotografica. Sembra che stia per scattare una fotografia, o forse ci ha ripensato e si è fermata ad osservare meglio ciò che ha davanti a sé, prima di scattare. Come Alina, da sempre così stregata da Londra, città senza confini, che a un certo punto sembra fermarsi e domandarsi se quello sia effettivamente il centro nevralgico di tutti i suoi desideri. Inizia, infatti, ad accorgersi di non avere quel rapporto esclusivo che pensava con la città che l’ha accolta. Londra è di tutti. Permette a chiunque di arrivarci e appropriarsene. E forse l’arrivo di questa consapevolezza spazza via un po’ dell’incanto iniziale.

Sono molti gli spunti di riflessione che ci offre la Marconi, che vive a Londra ormai da diversi anni e scrive per testate italiane come “Il Foglio” e “Il Messaggero”, nel suo romanzo: dal tema tristemente attuale della precarietà delle giovani generazioni e dell’impossibilità di edificarsi un solido futuro, a quello dell’identità e dell’appartenenza a una città, un paese, un popolo.

Osserva a un certo punto Alina parlando con Emanuele, il suo coinquilino italiano: «A me fa paura quanto il posto in cui vive sia importante per definire una persona». E in una Londra ante-Brexit la Marconi scrive proprio di questo: la sfrenata ricerca di un luogo che sappia definire esattamente chi siamo.

Laura Ferrarini

Nella puntata precedente: http://www.mastereditoria.it/ilblog/paola-cereda-quella-meta-di-noi-strada-per-lo-strega/