
Gli Occhi di Monna Lisa di Thomas Schlesser: l’arte come cura per l’anima
“Gli occhi di Monna Lisa” narra la storia di Lisa, una bambina che, dopo una temporanea perdita della vista, viene accompagnata dal nonno Henry in un viaggio attraverso i musei parigini. Ogni settimana, esplorano insieme un’opera d’arte, scoprendo non solo i segreti dei capolavori, ma anche rafforzando il loro legame familiare. Questo percorso diventa un mezzo per Lisa per affrontare le proprie paure e per Henry per condividere la sua passione per l’arte, dimostrando come la bellezza possa essere una cura per l’anima.
Se non si può salvarla dalla cecità, almeno si può riempirle gli occhi di immagini di pura bellezza che rimarranno nei suoi ricordi.
Gli occhi di Monna Lisa è un romanzo, subito diventato un caso editoriale, scritto da Thomas Schlesser, storico dell’arte e direttore della fondazione Hartung-Bergman ed edito, in Italia, dalla casa editrice Longanesi con la traduzione di Federica Merati. L’autore scrive questo libro in seguito alla perdita reale di una figlia; perciò, se ne immagina una di finzione, Lisa. Ci mette circa dieci anni a completare questo suo progetto, che si tradurrà nell’apprezzatissimo best seller, tradotto in 32 lingue, dello scorso autunno, distribuito in 60 Paesi e con oltre 100 mila copie vendute nel suo Paese di origine, la Francia. Egli si immagina una bambina intelligente, curiosa e modesta, ma con qualcosa di molto brutto e oscuro che la minaccia alle spalle. Il nonno sarà il personaggio che principalmente aiuterà Lisa, proponendosi di riempire gli occhi e la mente della bambina di ricordi che rimarranno indelebili per la loro bellezza. E dove meglio trovare questa bellezza se non nei musei? Lisa e il nonno, infatti, ogni mercoledì’, invece di andare dallo psichiatra infantile, come concordato con i genitori, si recano in un museo parigino ad ammirare un’opera d’arte. Una soltanto, ma in quell’opera ci si devono immergere completamente, cogliendone ogni particolare e ogni possibile significato. Questo serve al nonno per spiegare a Lisa moltissime cose della vita, e così facendo, la loro si converte in una vera e propria storia d’amore.
L’idea di nonno Henry nasce dopo vari accertamenti medici infruttuosi riguardo alla salute della bambina; egli, quindi, decide di intraprendere questo percorso alternativo: ogni settimana, i musei che nonno e nipote esploreranno saranno: il Louvre, il Musée d’Orsay e il Beaubourg e durante queste visite, osserveranno insieme 52 opere d’arte, una per ogni settimana dell’anno, spaziando da Leonardo da Vinci a Marina Abramović, mostrando il patrimonio artistico del Paese e non solo, con un linguaggio immediato e semplice, proprio come quello dei bambini, rendendo l’opera di facile comprensione e permettendone così un ampio successo. Questo viaggio nell’arte diventa, quindi, un mezzo per Lisa per riscoprire il mondo e se stessa.
La diagnosi psichiatrica/psicologica che sta dietro alla malattia di Lisa deriva anche dalla situazione famigliare in cui la piccola si trova. Difatti, vive in una famiglia alquanto particolare: il padre possiede un piccolo negozio di antiquariato sull’orlo del fallimento e rifugia i suoi pensieri e preoccupazioni nell’alcool, con grande disappunto della moglie; in più, l’uomo si sente sempre inferiore e sovrastato dalla figura di nonno Henry che crede venga preso in maggiore considerazione sia dalla moglie che dalla figlia, arrivando perfino a pensare che quest’ultima non abbia poi molto a che spartire con lui. La madre, invece, è una persona estremamente ansiosa, che tenta di nascondere tutto ciò che prova, specialmente agli occhi di Lisa e specialmente dopo che ha scoperto della sua malattia.
Il romanzo è pieno di immagini e ambientazioni artistiche che si presentano all’interno del racconto. L’autore ha usato l’arte per spiegare alcune parti del romanzo, ma allo stesso tempo, l’arte che sceglieva doveva coincidere con la trama della storia. Il libro si propone come un omaggio al legame straordinario, libero e generoso che può esserci tra nipoti e nonni, proprio quel rapporto in cui tutti possono rispecchiarsi e che costituisce uno dei fattori principali che ha contribuito al successo dell’opera.
Il libro è stato accolto positivamente dalla critica e dai lettori che hanno apprezzato il suo contenuto, considerandolo interessante per comprendere l’arte; piacevole, con descrizioni accattivanti e una storia ben scritta.
Gli occhi di Monna Lisa è un racconto che intreccia arte e narrativa, offrendo una prospettiva unica sul potere terapeutico dell’arte e sull’importanza dei legami familiari. La scrittura di Schlesser invita il lettore a rallentare e ad apprezzare la bellezza che lo circonda, rendendo il libro una lettura arricchente per chiunque sia interessato all’arte e alle dinamiche familiari.
Carolina Sposato

