Mondo Editoriale

L’accessibilità nel mondo dell’editoria

Per definizione, l’accessibilità è la possibilità, per persone affette da svariati disturbi (fisici, sensoriali e psichici), di usufruire di un bene o di un servizio, quando normalmente questa possibilità gli sarebbe preclusa o limitata. Oggi viene applicata anche a un contesto digitale.

In Europa, a tal proposito, si stanno attuando politiche di inclusione sempre più estese. L’European Accessibility Act è una direttiva della Commissione Europea sui requisiti di accessibilità in beni e servizi digitali pubblicata nel Giugno 2019: dovrà essere implementata dagli stati membri entro Giugno 2022 e entrerà ufficialmente in vigore nel 2025. Per quanto riguarda la filiera editoriale vengono presi in considerazione gli ebook, i software di lettura e tutti i contenuti digitali come librerie e piattaforme online, oltre che siti di e-commerce e di distribuzione.

In Italia, la Fondazione LIA – Libri Italiani Accessibili applica delle certificazioni che stabiliscono se il prodotto o il servizio in questione sia in linea con le direttive europee in arrivo. Entro il 2025 infatti dovranno essere configurati per l’accessibilità fin dalle prime fasi di progettazione (born accessible).

Ma cos’è la Fondazione LIA?

logo della Fondazione LIA - Libri Accessibili Italiani
Credits: Fondazione LIA

Nasce nel 2011 dapprima come progetto dell’AIE con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali per la creazione di un catalogo dei libri accessibili in Italia (a oggi sono oltre 24 mila i titoli approvati, in continuo aggiornamento), per poi evolversi a partire dal 2014 in organizzazione non profit. Nel 2017 la UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) si aggiunge come membro istituzionale. La seguono nel 2019 la AID (Associazione Italiana Dislessia) e la Biblioteca per Ciechi “Regina Margherita” di Monza. Lo scorso 20 Gennaio Mario Barbuto, già a capo dell’UICI, è stato riconfermato presidente dell’organizzazione per altri tre anni.

Oggi Fondazione LIA lavora ogni giorno con l’obiettivo di favorire la creazione di un ecosistema editoriale accessibile per tutti. […] Garantire a tutte le persone la possibilità di leggere un documento, a prescindere dalla tipologia e dal contesto, significa riconoscerne il diritto alla cultura e all’informazione, allo studio e al lavoro, in piena autonomia.

(Cit. dal sito della Fondazione LIA)

Per coloro affetti da disabilità visiva e disturbi dell’apprendimento (DSA) la Fondazione propone numerosi eventi e attività, oltre che corsi di formazione per i professionisti del settore. Inoltre dal 2020 al 2024 la Fondazione aderisce a ALDUS UP, la rete europea delle fiere del libro.

Tra i progetti più interessanti c’è sicuramente Reading al buio: incontri in cui i lettori, ipovedenti e non, si immergono letteralmente nell’oscurità, annullando così la disparità che c’è fra le due categorie. Insieme “leggono” degli estratti con l’ausilio di devices e materiale appositi.

Strumenti per l’accessibilità

Molte case editrici hanno un rapporto di mutualità con l’organizzazione: non solo ampliano il mercato dei libri accessibili con le proprie pubblicazioni, ma contribuiscono alla creazione e allo sviluppo di tutti gli strumenti necessari.

Gli e-book sono una fonte preziosissima per rendere la lettura accessibile. Il formato per eccellenza è l’ePUB, poiché è capace di adattarsi alle dimensioni dello schermo del dispositivo in uso (reflowable). Le principali tecnologie assistive che rendono un e-book accessibile sono: la possibilità di leggere con la sintesi vocale (che deve rispettare la pronuncia e la sillabazione del testo); ordine logico e collegamenti “intelligenti” per favorire la navigazione tra i contenuti; alta leggibilità per quanto riguarda i caratteri (inclusa la dimensione, il colore e lo sfondo) e immagini e didascalie dotate di descrizione. Anche le versioni digitali di alcuni dizionari Zanichelli offrono opzioni accessibili.

L’alta leggibilità

I libri ad alta leggibilità sono un’altra realtà che sta acquisendo sempre più importanza nel mondo dell’editoria. Sono soprattutto indirizzati a chi ha difficoltà nella lettura, come i dislessici. Questi testi sono stampati con accorgimenti tipografici speciali: spaziatura tra parole, lettere e punteggiatura; interlinea più ampia; testo non giustificato; paragrafi e capitoli frammentati; eliminazione della sillaba a capo per evitare parole spezzate; margini appositamente studiati per non opprimere troppo la pagina; uso di carta color avorio a grammatura spessa per evitare i riflessi della carta bianca e un’eventuale trasparenza; possibile uso di font specifiche.

Il Battello a Vapore dedica un’intera serie di libri all’alta leggibilità. E così fanno anche la casa editrice Raffaello con la sottocollana Parole Leggere e uovonero, che peraltro incentra la sua collana abbecedanze sulla fortunata serie di romanzi per ragazzi basati su Hank Zipzer, ragazzo dislessico nato dalla penna congiunta della scrittrice Lin Olivier e l’attore Henry Winkler, anch’egli affetto da dislessia.

Caratteri speciali

la font biancoener
Credits: biancoenero

 

Due sono poi i casi particolari delle case editrici Biancoenero Edizioni e Sinnos: entrambe hanno creato una font specifica per l’alta leggibilità. Omonima della casa editrice, la font biancoenero è la prima a nascere in Italia con questo scopo. Realizzata dal graphic designer Umberto Mischi (supportato da un team di psicologi, tipografi e esperti nei disturbi dell’apprendimento), si focalizza principalmente sulla singola lettera, sulla differenza tra ascendenti e discendenti e la larghezza media delle lettere.

Leggimi! è invece la font di Sinnos, nata nel 2006, e dà il nome anche a una collana. I caratteri sono contraddistinti da uno spessore uniforme e una spaziatura adeguata, oltre che da determinati accorgimenti che riducono la confusione fra alcune lettere.

 

In conclusione, perché l’accessibilità è così importante? Lo spiega Cristina Mussinelli, segretario generale di Fondazione LIA, in un’intervista per il Giornale della Libreria:

L’accessibilità è un approccio strategico, una cultura e una visione: sceglierla vuol dire far crescere la propria azienda nel segno dell’inclusione.

 

Asia Righi