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Incontro con la casa editrice scolastica Atlas – Intervista a Federica Tirinnanzi

Federica Tirinnanzi, da più di venticinque anni nell’editoria scolastica, nasce come editor e redattrice, passando per Loescher Editore e La Nuova Italia, e arriva a ricoprire il ruolo di direttore editoriale presso la Casa editrice G. D’Anna. Oggi, lavorando con la stessa passione di sempre, continua il suo lavoro di direttore editoriale presso l’Istituto Italiano Edizioni Atlas che, dal 2016, è entrato a far parte del gruppo editoriale Zanichelli.

In questa intervista ci parla dell’attuale realtà dell’editoria scolastica, nel post Covid-19, e di scelte editoriali tra punti di forza e di debolezza di un settore che conserva un’unica grande missione, quella educativa.

 

 

Secondo l’ultimo rapporto AIE sullo stato dell’editoria in Italia, il mercato del settore educativo ha riportato una crescita negli ultimi anni. Il 2020, nello specifico, si è caratterizzato per il ruolo fondamentale dell’editoria scolastica nella DAD, ma anche per le limitate nuove adozioni dei libri di testo.

Come si inserisce Atlas in questo scenario? Quali sono stati i risultati riportati nell’ultimo periodo?

Come si può immaginare, quest’ultimo anno è stato piuttosto difficile. Nel febbraio 2020 i rappresentanti avevano appena iniziato la propaganda, che con il lockdown in pratica non c’è stata. La produzione, invece, era stata alta, come di consueto.

Per quest’anno abbiamo tenuto la produzione un po’ più leggera rispetto allo standard. Per le medie si conta una novità 2021 rispetto alle sei novità del 2020, mentre per le superiori novità poco meno che in pareggio tra le due annate. Quello che ci auguriamo, nonostante le incertezze, è di fare propaganda sia con i nuovi libri che con quelli dell’anno scorso.

 

Nel vostro catalogo figurano prodotti studiati per soddisfare le esigenze di una didattica inclusiva e digitale, secondo le direttive comuni del MI.

Quali sono stati i titoli più adottati nelle scuole, per il comparto secondaria di primo e secondo grado, e quali elementi li hanno resi particolarmente apprezzati?

I testi di “tradizione Atlas” toccano le seguenti materie: per la secondaria di primo grado matematica, arte e immagine, tecnologia, geografia, storia, antologia; per la secondaria di secondo grado storia dell’arte, disegno, antologia, scienze della terra, informatica, filosofia.

In generale i libri che riescono a catturare maggiormente l’interesse dell’insegnante sono quelli che hanno alla loro base un progetto didattico in grado di intercettare le esigenze di docenti e alunni, e un autore che abbia una visione di quella materia e un’autorevolezza in grado di arricchire realmente le possibilità del docente di insegnarla e di approfondirla.

Nel catalogo recente di Atlas può esserne un esempio Chiedi al tempo, manuale di storia per le medie che vanta la collaborazione con il Prof. Luciano Canfora. Per prima cosa, nella sua introduzione all’opera Perché studiare la storia?, egli, con un linguaggio adatto ai destinatari, ovvero i ragazzi della scuola media, illustra in che modo la conoscenza storica, basata sulla continua ricerca della verità, sia condizione necessaria per diventare cittadini liberi, e non essere in balia ad esempio delle continue fake news.

Negli spazi del libro dedicati alla didattica digitale integrata sono poi presenti dei link per vedere dei brevi video, presenti sul nostro sito Internet e sul nostro canale YouTube, in cui Luciano Canfora riflette sui temi della storia e offre il gancio per attivare dei lavori di ricerca o di scrittura, anche in vista dell’Esame di Stato.

I libri più apprezzati sono anche quelli che fanno riflettere, toccando le tematiche nella loro complessità offrendo più prospettive e punti di vista, ma sempre in modo delicato, con sensibilità.

È quello che fanno le nostre antologie, come Perché le parole, sempre per la scuola secondaria di primo grado.

Per la scuola secondaria di secondo grado i nostri testi di storia dell’arte hanno avuto per tradizione una firma d’eccezione, quella di Gillo Dorfles, recentemente scomparso. I nostri libri di questa materia continuano a tramandare il suo contributo prezioso e la sua visione, arricchiti e aggiornati dalla firma della Prof.ssa Angela Vettese.

 

Leggo sul suo curriculum che prima di Atlas lei ha lavorato presso la casa editrice G. D’Anna.

Quanto e come cambia, tra le due, la gestione del processo creativo che porta dall’ideazione alla realizzazione del libro? Sulla base di quali criteri, ad esempio, vengono fatte le scelte delle opere da pubblicare, presso l’una e l’altra realtà?

Atlas e G. D’Anna hanno dietro la stessa Casa madre, che è Zanichelli, ma il catalogo è diverso. Quello D’Anna è più umanistico, più piccolo e settorializzato; comprende storia, latino, greco, italiano. Quello Atlas, invece, è più vasto: non ci sono latino e greco; c’è poca letteratura, l’antologia c’è da poco tempo ma in maniera significativa; ci sono più tecnica, informatica, matematica, disegno e storia dell’arte; manca la storia per il triennio.

Le scelte dei titoli a catalogo si operano sulla base di un piano editoriale che il direttore editoriale deve condividere con la direzione commerciale e la direzione generale, e anche sulla base dello storico della casa editrice.

Un marchio delle nostre dimensioni deve mantenere il suo bacino adozionale e andare avanti con le materie su cui è forte. Successivamente può cercare di allargare la sua visibilità aprendosi a mercati e materie su cui prima non era, ma con cautela. In questo caso bisogna fare conto o su un progetto molto forte o su un autore importante.

 

Nell’editoria scolastica uno degli aspetti più delicati è la gestione dei tempi di produzione, in funzione dei collegi dei docenti che nella prima metà del mese di maggio sono tenuti a deliberare le adozioni relative all’anno scolastico successivo.

Quali difficoltà si possono incontrare e possono rallentare la lavorazione del libro misto, ossia del manuale cartaceo e del suo corredo digitale?

I tempi d’uscita sono molto importanti.

È importante poter gareggiare tempestivamente in un libero mercato con la nostra rete di rappresentanti, plurimandatari, che rappresentano cioè molte case editrici accanto alla nostra. Questo aspetto i grandi gruppi editoriali ce l’hanno bene in mente. E potendo contare su molte persone nel processo di lavorazione del libro, riescono a uscire nei tempi giusti.

Nell’editoria scolastica occorre finire di confezionare i libri tra dicembre e gennaio/febbraio. Non perdere di vista la data finale è compito del redattore che deve rispettare i tempi fronteggiando i vari intoppi che possono verificarsi. Si può verificare, infatti, che l’autore sia in ritardo nella stesura del testo, o che una parte del libro sia problematica perché non “scorre” bene come il resto. Ma può verificarsi anche che un editor sia sovraccaricato e non riesca a tenere il ritmo nelle consegne ecc.

Il corredo digitale deve nascere insieme al libro cartaceo, sotto il lavoro congiunto di direttore editoriale-responsabile del digitale-redattore-autore.

Dopo la realizzazione dei primi capitoli dell’opera, una volta messo alla prova il progetto e raggiunti dei campioni il più possibile soddisfacenti per autore ed editore, il direttore editoriale lascia il progetto nelle mani del redattore. Da questo momento il redattore lo porta avanti, pur continuando ad interfacciarsi col direttore editoriale lungo tutto il corso della lavorazione del libro.

Sarà quindi il redattore a controllare che, in corso d’opera, l’autore non si discosti dalle linee di progetto inizialmente condivise. Monitorerà scrittura e contenuti, scorrevolezza e comprensibilità del linguaggio, “pesi e misure” degli argomenti all’interno del testo, e l’indispensabile delicatezza con cui devono essere trattati eventuali temi controversi o scottanti ecc.

Un elemento da tenere molto sotto controllo da parte del redattore è la foliazione dei libri. Questa non deve essere esigua, pena la povertà dei contenuti. Ma non deve nemmeno eccedere, pena l’eccessivo peso dei libri di testo che gravano sulle spalle dei ragazzi e pena l’aumento eccessivo del prezzo del libro, condizionato appunto dal numero delle pagine.

 

Si consideri la nota pluralità dell’offerta concorrenziale delle case editrici scolastiche, sia la difficoltà, dell’ultimo periodo, di raggiungere fisicamente le scuole da parte dei promotori.

Quali sono le difficoltà che possono riguardare la promozione del testo scolastico? Quali le possibili soluzioni?

Il rapporto tra rappresentante e professore è amicale, di fiducia.

La difficoltà dell’ultimo periodo è stato proprio il venire a mancare di questo contatto, della possibilità di incontro nella scuola, della presentazione di un prodotto a un pubblico attento, esigente, che vuole studiare l’opera da vicino.

La difficoltà della promozione esiste, poi, con una rete di plurimandato, quando i tuoi rappresentanti hanno tanti marchi.

Quindi il tuo libro si deve caratterizzare per la forza di marchio per cui sei conosciuto in quell’ambito, con quegli insegnanti. Ma anche per il valore aggiunto che cerchi di dare sempre in quelle materie e presso quei docenti, cercando di offrire qualcosa in più rispetto a ciò che in quella materia il mercato ha finora proposto.

Per questo in fase di progettazione occorre per la parte editoriale (direzione editoriale, redattore, editor) conoscere molto bene la concorrenza. Ciò consente sia di essere ben consapevoli di che cosa nel libro non può mancare sia di accorgersi meglio di che cosa ancora in quell’ambito non è stato fatto.

 

In relazione alle nuove necessità nate con la DAD prima e con la DDI poi, in seguito all’emergenza sanitaria, quali scelte relative alla linea editoriale di Atlas si sono rivelate vincenti?

La scelta principale è stata quella di rimanere vicini agli insegnanti per affrontare l’emergenza fornendo i supporti digitali, video-clip, presentazioni multimediali per le lezioni a distanza, lezioni su padlet e altri contenuti gratuitamente messi a disposizione nella sezione In digitale del nostro sito Internet.

I materiali digitali fino a poco tempo fa non erano stati tanto utilizzati dai professori. Ora, dopo il Covid-19, questi si sono trovati a dover ricorrere in maniera più massiccia rispetto al passato ai contenuti online. Gli insegnanti più giovani si sono cimentati anche a creare da soli del materiale con cui fare lezione in classe. Diventando più esperti si sono quindi accostati, poi con maggior curiosità, anche ai materiali offerti dai vari editori.

Il digitale rappresenta senz’altro un’interessante sfaccettatura del libro scolastico. Adesso più che mai è carta e “altro”, ovvero carta e materiali fruibili su un altro canale, quello digitale, appunto. E questo offre ai ragazzi possibilità ulteriori di apprendimento.

Il digitale è diventato non più ciò che era all’inizio, dove mettere ciò che non entra nel cartaceo, perché non ci sto con la foliazione. Ora i contenuti digitali sono selezionati per dare proposte didattiche diversificate, su canale differente. Non più altra carta da stampare, quindi, ma audio, video, cartine interattive, esercizi interattivi, stimoli per creare una presentazione multimediale.

 

Quali sono i vostri progetti in uscita? Quali novità lanciano?

Abbiamo curato molto i libri in uscita, e potenziato la loro offerta digitale rispetto al passato. La riunione di programmazione per il 2022 prevista in queste settimane sarà da rileggere alla luce di quello che succederà nei prossimi mesi.

Rimane la sfida di stare accanto agli insegnanti in questa fase delicata di cambiamento. Altre novità dei libri in uscita riguardano le nuove indicazioni sull’insegnamento dell’educazione civica, non più materia a sé ma che ricade su tutte le discipline, e le priorità legate all’Agenda 2030 come la parità di genere, lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza digitale, anche queste trasversali, di tutte le materie.

Come farlo ricadere nei libri è una sfida autoriale ed editoriale.

 

Se volessimo fare delle previsioni a lungo raggio, verso quali direzioni si muoverà il mercato editoriale 2021, secondo lei? E quali saranno gli obiettivi futuri di Atlas?

Previsioni è difficile farle perché siamo in un momento molto incerto.

Al di là di tutto, mi auguro che riaprano le scuole per i ragazzi. I nostri professori ci dicono che sono molto tristi, non parlano, sono spenti, la mancata socializzazione è molto pesante.

Gli obiettivi futuri sono quelli di continuare a fare i libri che formano i ragazzi. Fare libri che contribuiscono alla loro formazione in quanto persone e futuri cittadini di domani.

È una missione alta, trovare l’autore giusto, la chiave giusta per porgere la materia, veicolare contenuti alle giovani generazioni. Magari troveranno proprio nel tuo libro la scintilla che farà decidere cosa fare da grandi, che si può trovare in un insegnante o in qualcosa che si legge in un libro.

I libri non sono l’unica via, ma sono un mezzo per trovare una via, un’identità. Il nostro compito è cercare di trovare quel qualcosa che secondo noi potrebbe accendere quella scintilla.

A volte ci riusciremo, a volte no, ma continueremo a farlo con quello spirito lì.

 

 

Silvia Locurcio