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Un palazzo-libreria per tre sorelle

Giovedì 23 giugno 2022 i masteristi del Collegio Santa Caterina hanno preso il treno per Milano, affrontato il caldo e l’affollata metropolitana per approdare alla libreria Hoepli al numero 5 di via Ulrico Hoepli, dove hanno visitato l’edificio di cinque piani fondato nel 1870. Un impero che, come il nome, è stato tramandato di generazione in generazione fino ad arrivare a Barbara, Matteo e Giovanni – «Hoepli di quinta generazione», come si è definito quest’ultimo durante un precedente incontro al Collegio. Si tratta dunque di una delle case editrici e librerie più grandi d’Italia, conosciuta in tutta Europa e gestita dai tre fratelli.

Sulla scorta di questo esempio di imprenditoria editoriale, questo articolo vuole narrare la storia di un’altra libreria di famiglia, un po’ più piccola e un po’ meno conosciuta, ma che è meta di visitatori da tutte le regioni d’Italia e che sta via via prendendo piede nell’ambiente editoriale grazie alla sua collocazione e alle attività che offre ogni anno. Se il ponte degli Alpini sul fiume Brenta, a Bassano del Grappa in Veneto, è una delle mete predilette dai turisti, una destinazione ugualmente popolare è Palazzo Roberti, sede della libreria omonima gestita da Lavinia, Veronica e Lorenza Manfrotto.

Come le Brönte, sono tre sorelle unite dall’amore per i libri: dal 1998, infatti, si occupano del loro impero, un edificio acquistato dal padre, Lino Manfrotto, negli anni novanta con lo scopo di restaurarlo e adibirlo ad abitazione per la famiglia. Invece le cose non sono andate così: «Il piano terra del palazzo in quel momento era occupato da tre attività: un negozio di abbigliamento maschile, un bar e, nell’androne, una libreria» racconta Lavinia Manfrotto, che si è ritagliata qualche minuto di tempo per rispondere ad alcune mie domande. «Tuttavia, il libraio ci informò che sull’intero palazzo esisteva un vincolo di destinazione d’uso che ne imponeva un’unica possibile attività: ospitare una libreria». 

Le figlie, quindi, sono state chiamate all’azione: hanno ristrutturato e preso poi in mano la gestione della nuova libreria.

È un aneddoto che viene raccontato sorridendo, e a ragione: senza quel vincolo ministeriale ora questo luogo non sarebbe una delle mete più gettonate dai lettori che arrivano da oltre i confini del Veneto e, dopotutto «il destino ci ha fatto conoscere un lavoro bellissimo che è diventato subito una grande passione; quel vincolo che voleva essere una limitazione ci ha invece spalancato le porte di un mondo meraviglioso!». Un mondo fatto di esperienze maturate nel corso degli anni e di rapporti con rappresentanti di case editrici e lettori; infine, un mondo fatto di libri.

Siamo cresciuti con la frase “non giudicare un libro dalla copertina” come se fosse un mantra da ripetere a ogni evenienza. Eppure, la copertina è essenziale nel processo di vendita di un libro: è come si presenta, come viene curato e ideato, è un biglietto da visita che spinge il lettore a sceglierlo tra tutti gli altri libri sullo scaffale. La persona che entra in libreria influenza più di quanto si pensi la disposizione dei libri: le sue richieste, il passaparola e le tendenze del mercato giocano un ruolo fondamentale nella creazione di nuovi scaffali, come il reparto fumetti e quello per i giovani lettori recentemente aggiunti alla libreria.

Ciò che si può dire sui libri e le loro copertine, infatti, è applicabile alla libreria di Palazzo Roberti: il palazzo seicentesco è splendido, di tre piani, con stanze per ogni genere letterario e salette che si snodano tra gradini di marmo e veri e propri salottini che accolgono il lettore e il libro scelto, quasi fosse a casa propria. Questo è proprio quello su cui puntano le tre sorelle: l’atmosfera accogliente e di casa. Una casa a cui tornare anche a distanza di anni, come alcune «giovani madri che vengono con i loro figli piccoli e che raccontano di essere entrate da noi per la prima volta quando avevano l’età dei loro pargoli».

Una clientela fedele e che apprezza tutte le attività promosse dalla libreria: da letture per bambini nel loro reparto, l’antro delle meraviglie, all’appuntamento “Tè con i libri” ed eventi nel giardino per appassionati lettori.

Ma ciò che ha consacrato la libreria come centro di cultura e dialogo, oltre alla visita da parte di autori internazionali come David Grossmann e Daniel Pennac, è la rassegna “Resistere” che ha preso vita nel 2015 da un’idea nata durante una cena con la regista Cristina Comencini: l’edizione originale prevedeva tre giorni con due incontri a giornata e una presentazione dell’ultimo lavoro di Alberto Angela da parte dell’autore nella piazza del paese, a cui hanno partecipato duemila persone.

Per quanto «contenuto» (così l’ha descritto Lavinia), l’evento ha avuto un tale successo che non è più una normale programmazione della libreria, bensì un’occasione di dialogo stimolante con il maggior numero di persone possibili grazie anche agli spazi offerti dall’amministrazione di Bassano. Ecco che quindi quest’anno i bassanesi hanno potuto ascoltare autori come Serena Dandini, Roberto Saviano e Gemma Calabresi.

Nonostante la libreria abbia dovuto chiudere durante il primo lockdown, Lavinia si ritiene fortunata di aver potuto aprire per due giorni alla settimana, constatando che il libro «in qualche modo è stato riconosciuto come uno strumento per aiutare gli animi in un momento così disperato».

Non dimentica inoltre di citare la legge sul libro, voluta dal ministro Franceschini proprio in piena pandemia: «il tetto di sconto massimo del cinque per cento è stato decisivo per contrastare le vendite online, una legge pensata per aiutare in particolar modo le librerie indipendenti».

Ma al di là di tutto, ciò di cui la libreria beneficia è il rapporto con i lettori che si è instaurato di persona, certo, ma che si rafforza anche attraverso il sito web e i canali social, strumenti importanti per comunicare le promozioni o le attività come “Io leggo perché”. I lettori sono così invogliati e invitati a varcare la soglia di un luogo di meraviglia. E se su un’altra porta vi è la scritta: «Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate», più rassicurante è quella che troverete sul portale della libreria di Palazzo Roberti: «Ubi Sapientia est, Pax et Iustitia regnant».

Caterina Fortuna

In particolare ringraziamento a Lavinia Manfrotto.