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Interviste

I prodotti dell’editoria: non solo libri – Intervista a Lodovico Steidl

Libro è la prima cosa (e forse l’unica) che viene in mente a tutti quando si pensa ai prodotti dell’editoria. Il professor Steidl, però, a lezione ci ha presentato una nuova prospettiva: sono le idee culturali la materia prima con cui lavora un editore e, soprattutto oggi, possono e devono essere portate a pubblici diversi in modalità diverse. Un’idea non è necessariamente destinata a diventare carta stampata, a volte può essere comunicata con più successo in un’altra forma, ad esempio quella dell’evento culturale o del podcast online. È importante essere consapevoli che il libro è uno dei possibili prodotti editoriali, ma non l’unico!

Lodovico Steidl ha iniziato come editor alla Carocci Editore, a fine anni ottanta è passato alla Laterza come responsabile del settore universitario e successivamente è stato Amministratore delegato delle Edizioni di Storia e Letteratura, una piccola ma prestigiosa casa editrice che opera in ambito storico-filologico. Nel 2009 è rientrato alla Laterza come responsabile del settore eventi culturali.

di: Cecilia Siringo / Master Editoria 2020

In questa intervista proviamo a raccontarvi l’evento culturale come la nuova frontiera dei prodotti editoriali.

Cecilia Siringo: I prodotti editoriali non sono solo libri. Sembra difficile da concepire, le case editrici si presentano ancora come artigiane della carta stampata e gli eventi sembrano essere un accessorio che mira solo alla promozione dei libri pubblicati. Quando è arrivato a prendere in considerazione questa nuova prospettiva?

Lodovico Steidl: La nuova prospettiva non è merito mio. Tutto ha inizio in Laterza nel 2006, quando ancora non vi ero rientrato. Fu Giuseppe Laterza ad avere l’idea di organizzare la prima edizione del Festival dell’Economia di Trento e il primo ciclo delle “Lezioni di storia” all’Auditorium di Roma.

C.S.: Se intendiamo il ruolo dell’editore come progettazione intellettuale e culturale che non deve per forza sfociare nella produzione di un oggetto fisico, questo incide anche sul lavoro delle altre persone in casa editrice? Le figure che conosciamo potrebbero cambiare in modo radicale, non dovendosi più occupare di un testo che diventa libro?

L.S.: Il lavoro sugli eventi prevede esattamente le stesse professionalità. In particolare:

– come per i libri, l’editor deve essere in grado di organizzare iniziative che abbiano la possibilità di interessare un pubblico quanto più possibile vasto nel rispetto della qualità, del valore e della storia del marchio;

– come per i libri, il redattore è chiamato a un lavoro di scrittura per quanto riguarda le sinossi e i materiali promozionali e a un lavoro di scelta dell’apparato iconografico;

– come per i libri è previsto un ruolo di carattere commerciale, collegato all’individuazione dei finanziamenti necessari (sponsor pubblici e privati);

– come per i libri, è necessario un lavoro di carattere istituzionale con gli attori che operano nella società civile (enti pubblici, teatri, operatori culturali);

– come per i libri è fondamentale un’attività di comunicazione che si rifaccia ai parametri tipici di un ufficio stampa.

Insomma, le possibilità di approccio all’ambito degli eventi culturali sono molteplici e lasciano spazio a persone che hanno formazione, esperienze e caratteristiche personali assolutamente diverse.

C.S.: Laterza, con il Festival dell’Economia nel 2006, è stata la prima casa editrice in Italia a organizzare un evento di questo tipo con grande successo. Ci segnala qualche altra iniziativa interessante allestita da case editrici?

L.S.: Per lungo tempo Laterza è stata l’unica casa editrice ad entrare in questo settore. A ruota, ma in modo assai più marginale, si fece avanti Codice, una casa editrice più piccola, ma in grado di organizzare un grosso evento qual è il Festival della Scienza di Genova. Da qualche anno è entrata in gioco Il Mulino con eventi come le Lezioni di Matematica, I Dialoghi filosofici e i Dialoghi sul Diritto. In tempi più recenti ha iniziato a farsi avanti anche la Fondazione Feltrinelli.

C.S.: Qual è l’obiettivo di questo tipo di eventi? Vengono ancora visti comunque in un’ottica di promozione di libri inerenti all’argomento?

L.S.: Gli eventi culturali non sono di regola agganciati alla promozione di un libro. È però inevitabile che i settori maggiormente battuti dal catalogo siano quelli più frequentati. Non è un caso che Laterza abbia operato in ambiti quali la storia, la filosofia, la politologia. Ma si è trovata ad operare anche in ambiti assai poco frequentati nel proprio catalogo librario come, ad esempio, l’economia. Lo stesso fa il Mulino che organizza eventi legati alla matematica senza essere un editore scientifico. Un sintomo fondamentale di questa relativa connessione tra settore librario e settore eventi è resa evidente dal fatto che molto spesso i relatori non sono autori della casa editrice: vengono scelti i migliori sotto il profilo scientifico e i migliori per le loro capacità oratorie, potendo anche fare riferimento per l’attività di scrittura ad altri marchi.

C.S.: Una previsione per il futuro: come pensa che si evolverà la fruizione di contenuti culturali? I dati sulla lettura in Italia non sono incoraggianti, le nuove forme per comunicare e diffondere contenuti potrebbero incidere positivamente su questo aspetto?

L.S.: La lettura è sempre stata “circondata”, direi “assediata” da altre forme di acculturazione: il teatro, il cinema, la radio, la televisione… La rete ha allargato queste possibilità a dismisura e gli editori avranno sempre di più bisogno di persone che sappiano organizzare un festival, un ciclo di lezioni, un podcast, uno streaming, un “ted”. Credo anche che sia vicino il momento in cui le case editrici entreranno negli ambiti storici della diffusione culturale. Da tempo Feltrinelli ha un canale televisivo, ma non mi meraviglierei che presto l’attenzione cada sull’organizzazione di prodotti teatrali, televisivi, concertistici, radiofonici…

Gli editori non sono coloro che stampano i libri. Gli editori sono coloro che raccolgono autori attorno a un marchio per poi diffonderne le idee. Domani potrebbe dunque anche scomparire la carta, ma gli editori continuerebbero a esistere.

Vito Laterza

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