Recensioni

La collina dei sogni. La riscoperta di un classico della letteratura fantastica

La collina dei sogni

Arthur Machen

il Palindromo, pp. 285

18 €

Di Giulia Bonaglia

 

La casa editrice palermitana il Palindromo pubblica come prima uscita della nuova collana dedicata alla riscoperta dei classici e dei romanzi fondamentali della letteratura fantastica I tre sedili deserti, curata dall’ex masterista Giuseppe Aguanno, La collina dei sogni di Arthur Machen.

A trent’anni dalla pubblicazione in italiano esce per la prima volta in Italia l’edizione integrale di questo classico della letteratura fantastica inglese, corredata una serie di apparati tra i quali l’introduzione inedita dell’autore, un’introduzione dello studioso del fantastico Gianfranco de Turris e, in appendice, il saggio Il fascino dell’abisso del traduttore originale Claudio De Nardi.

Arthur Machen, scrittore gallese vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, pubblica La collina dei sogni nel 1907. Protagonista è il giovane aspirante scrittore Lucian Taylor che vive in un villaggio della campagna gallese vicino alle rovine di un forte di epoca romana. Soffrendo per la limitatezza mentale e la crudeltà dei suoi compaesani Lucian si rifugia sempre più spesso nella fantasia, creando un mondo parallelo ispirato alla passata dominazione romana in cui passa le sue giornate vagando tra giardini e ville, parlando con i suoi abitanti immaginari. Anche Anne, reale vicina di casa del protagonista, diventa nella sua fantasia il simbolo della Donna per eccellenza e oggetto di un amore platonico ed estremizzato. Lucian si trasferisce a Londra dove cerca di vivere dedicandosi unicamente alla letteratura. Sentendosi sempre insoddisfatto del suo lavoro vaga confuso e disperato per le strade di una città decadente e nebbiosa. Sprofonda sempre di più nella sua immaginazione che tramuta Londra in un luogo degli orrori, fino ad arrivare all’ultima orribile allucinazione e al tragico epilogo.

Arthur Machen nell’introduzione definisce il suo protagonista “una sorta di Robinson Crusoe dell’anima” che sperimenta l’isolamento, la solitudine e il distacco dall’umanità “nel cuore di Londra, tra folle di migliaia di individui”.  La solitudine e il distacco dalla realtà sono i temi centrali di quest’opera a metà tra il realistico e l’onirico, che parte come romanzo di formazione e si evolve in una storia fantastica e a tratti horror.

Nella formazione e nell’immaginazione del protagonista si fondono tradizioni culturali diverse: dal sostrato culturale celtico, ai miti pagani, dal passato romano rappresentato dalla collina con le rovine del forte romano, alla tradizione cristiana.

Dall’introduzione dell’autore emerge una parte di autobiografismo: come Lucian, anche Machen è originario di un villaggio del Galles in cui il retaggio romano è forte grazie alla presenza di diversi siti archeologici nella zona. L’autore racconta di aver subito il plagio di una propria opera, ammette di conoscere bene e di aver “sperimentato le angosce della solitudine”, e descrive la fatica che comporta la stesura di un’opera letteraria.

La collina dei sogni è un romanzo complesso, dai molti livelli di lettura, un’opera entrata di diritto tra i classici della letteratura fantastica.

 

 

 

 

 

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