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La ricamatrice di Winchester – Recensione | Master Editoria

Come da consuetudine, ogni volta che mi trovo di passaggio per la stazione di Milano Centrale, rispondo al richiamo della Feltrinelli. Appena varcato l’ingresso, il mio sguardo viene subito catturato dal reparto ‘Novità’ sulla destra. Al primo posto della classifica della libreria si è piazzato il nuovo romanzo della scrittrice americana Tracy Chevalier, La ricamatrice di Winchester, edito da Neri Pozza Editore nella collana ‘I narratori delle tavole’.

 

La copertina

La copertina – un’accattivante illustrazione di Gatsby Books – ritrae in un tondo color crema il profilo stilizzato di una donna con un cappellino tipico degli anni Trenta. Questo è impreziosito da linee geometriche di diverso spessore, mentre il vestito è abbellito da fiori stilizzati. Il colore bordò degli indumenti crea un bel contrasto con lo sfondo blu scuro in cui si staglia la figura della donna e dove ritorna il motivo floreale. L’immagine è racchiusa poi in una cornice di una sfumatura di un blu più chiaro. Il titolo, “La ricamatrice di Winchester”, è in bianco, richiamato da un filo che, fluttuando lieve al centro, parte dalla cruna dell’ago per arrivare alle labbra della donna, come a simboleggiare quel moto di ribellione della protagonista, che passa attraverso il far valer le proprie opinioni e l’atto stesso del ricamare. Il potenziale lettore viene altresì invitato all’acquisto grazie alla bandella di colore rosso vivo che recita:

“A vent’anni dalla pubblicazione della Ragazza con l’orecchino di perla, Tracy Chevalier torna con l’appassionante storia di una donna alla ricerca della libertà nell’Inghilterra degli anni Trenta”

Il rimando al precedente best-seller è evidente. 

 

Accenni di trama

La protagonista del romanzo, Violet Speedwell, è una giovane donna di 38 anni, una dattilografa della Southern Counties Insurance, che da Southampton si è trasferita a Winchester per sfuggire ai lamenti di una madre opprimente, affranta dal dolore per la perdita del figlio maggiore durante la Grande Guerra. Ma la signora Speedwell non è l’unica ad aver perso qualcuno: la morte del fidanzato Laurence nelle trincee di Passchendaele, ha privato Violet di un sicuro e convenzionale futuro da moglie amorevole. È infatti diventata una zitella, una “donna in eccedenza”, oggetto di commiserazione da parte delle altre donne sposate. L’unica cosa che Violet può fare è mettersi al servizio dell’anziana madre in attesa di trovare marito. Ma Violet non accetta il triste destino che la società le ha imposto, e coraggiosamente decide di ribellarsi, di rifarsi una nuova vita a Winchester e di guadagnarsi la propria indipendenza.

Durante una visita alla cattedrale dove riposano i resti di Jane Austen, si imbatte nell’associazione delle ‘ricamatrici’, che sin dal Medioevo si dedicano al ricamo di cuscini per i fedeli: delle vere e proprie opere d’arte destinate a durare per secoli e secoli. Affascinata dall’idea di poter creare anche lei qualcosa che testimoni il suo passaggio sulla terra, Violet diviene membro dell’associazione. Ed è proprio qui che la sua vita prenderà una svolta inaspettata. Tra le mura della cattedrale, Violet farà la conoscenza della spumeggiante Gilda Hill, anche lei nubile – ma con uno scottante segreto da tenere nascosto – che ben presto diverrà la sua migliore amica, e del campanaro Arthur Knight, dagli occhi così azzurri da sembrare “due schegge di vetro”, che risveglierà in lei la capacità di amare. 

 

Impressioni finali

Tracy Chevalier, con la sua scrittura fluida e con le descrizioni ricche di particolari, riesce a far assaporare al lettore il clima dell’epoca, coinvolgendolo fin dalla prima pagina. Ci si sente quasi straniti nel riporre il libro sul comodino dopo averlo finito. La storia di Violet è la storia di una donna rivoluzionaria di inizio Novecento, ma è anche una storia in cui le donne di oggi si possono rispecchiare: è una donna che viaggia a piedi da sola, incurante dei pericoli a cui potrebbe andare incontro, che accetta l’esistenza di relazioni omosessuali tra donne, definite delle “debosciate”, che rivendica il diritto al piacere con i suoi “uomini dello sherry”. 

È per questo motivo che il romanzo sta avendo così tanto successo. Non è un caso che nella vetrina della libreria Giunti venga esposto tra i top-seller. E non è di certo un caso che, a più di un mese dall’uscita in libreria, La ricamatrice di Winchester si trovi, su Robinson, ancora al quarto posto nella top ten e al primo posto nella classifica della narrativa straniera. 

 

 

Giulia Pellegatta