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L’editoria ai tempi del coronavirus: gli effetti sulla filiera del libro

È il tempo degli hashtag #iorestoacasa e #leggounlibro. Non sembra un sacrificio così grande, specialmente ai tempi del coronavirus. Ma l’emergenza sanitaria, in realtà, sta avendo effetti funesti anche sulla lettura, sulla filiera del libro, sul mondo dell’editoria in generale.

 

La parola ai dati

Il mercato editoriale è alle prese con un calo delle vendite del 25%, con punte del 50% in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. «Sono dati che parlano da soli e che disegnano un quadro che non sapremmo definire altro che di crisi, grave e profonda – ha dichiarato il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Ricardo Franco Levi – Profonda perché tocca tutti, dagli autori e dagli editori sino ai punti vendita finali. E grave, non solo per i primi dati sulle vendite, ma per le onde lunghe, oggi largamente imprevedibili e che, se non contrastate, potrebbero seguire: calo dei consumi, delle prenotazioni, delle tirature, delle novità. Con un impatto pesante sulla lettura, vera e costante emergenza nazionale». Un’emergenza devastante in un quadro di per sé drammatico, purtroppo.

La chiusura delle librerie

Il calo delle vendite era già un grosso problema anche per le librerie fisiche, costrette da diversi anni a fare i conti con gli stores online. Con l’epidemia del coronavirus la situazione si è ulteriormente aggravata: le disposizioni governative prevedono la chiusura delle librerie almeno fino al 25 marzo. Una circostanza assai infelice e complicata per i librai, che per fortuna – e questa è una notizia delle ultime ore – possono comunque effettuare consegne tramite corriere, in forma diretta al domicilio del cliente e in modalità drop presso gli esercizi aperti (edicole o tabaccherie).

Si fa fronte all’emergenza in ogni modo possibile, ma anche in questo caso i dati sono piuttosto scoraggianti. L’ufficio studi dell’Associazione librai italiani (ALI) Confcommercio ha rilevato che il blocco delle attività delle librerie produrrà per il periodo compreso fra il 23 febbraio e il 25 marzo un calo atteso di fatturato di circa 47 milioni di euro, con minori guadagni per investimenti e mantenimento strutture pari a circa 16,5 milioni di euro.

 

Il rinvio di festival e fiere internazionali

Anche l’agenda degli appuntamenti del settore ha subito e sta subendo significativi cambiamenti. Le presentazioni di libri sono state annullate o, in qualche caso, spostate sui social, molte case editrici costrette a rimandare il lancio di novità a data da destinarsi. Ma l’impatto più grande sul mondo editoriale è quello causato dalla cancellazione e dal rinvio di festival e fiere internazionali. Libri Come, la festa del libro e della lettura, era prevista a Roma il 14 marzo, e la Fondazione Bellonci avrebbe annunciato la dozzina del Premio Strega in quell’occasione. Purtroppo, ci siamo dovuti accontentare di saperlo attraverso il sito web e i social, rinunciando oltretutto a un evento importante – Libri Come, appunto – il cui tema di quest’anno era la libertà. La stessa sorte è toccata alla Bologna Children’s Book Fair, al Cartoomics, al BookPride di Milano, alla Fiera di Londra, a quella di Parigi, di Lipsia e alla neonata Testo di Firenze.

 

E il Salone di Torino?

Il Salone Internazionale del Libro di Torino non si svolgerà dal 14 al 18 maggio, come previsto, ma è stato rimandato a data da destinarsi. Questa è una parte della nota ufficiale: «Il Salone anche quest’anno si farà e sarà una grande occasione di incontro tra autori, editori e lettori. L’organizzazione sta lavorando con la passione di sempre all’edizione 2020, ma per poter continuare a essere un punto di riferimento di questa straordinaria comunità, il Salone del Libro deve prima di tutto garantire le condizioni di sicurezza e di salute del suo pubblico, dei suoi espositori e del personale che vi lavora. Per questo motivo, preso atto della situazione di emergenza – nazionale e internazionale – nella quale ci troviamo, e in accordo con le istituzioni e i partner che collaborano in maniera essenziale alla sua organizzazione, oltre che con Lingotto Fiere, il Salone del Libro di Torino ha valutato necessario e responsabile rimandare la manifestazione (originariamente in programma dal 14 al 18 maggio) a una data che comunicheremo prima possibile».

Legge sul libro

Un gruppo di editori di AIE ha chiesto al governo di rinviare l’entrata in vigore della controversa legge sul libro (attualmente prevista il 25 marzo). La riforma aveva già suscitato non pochi scontri nel mondo editoriale, diviso in favorevoli e contrari. Questi ultimi temono adesso che gli effetti di tale riforma possano essere ancora più gravi se uniti all’emergenza sanitaria, con un serio danno per le imprese, gli editori, gli autori e i lettori. In una lettera firmata dagli editori AIE così si legge:

Le aziende editoriali devono essere messe in condizione di conoscere al più presto la decorrenza delle nuove norme, che dovrebbero entrare in vigore non prima di settembre per consentire a tutta la filiera del libro di affrontare una difficile situazione

I provvedimenti richiesti al governo

La situazione incerta e critica richiede ulteriori tempestivi provvedimenti da parte del governo, che in questo momento di emergenza non può permettersi di trascurare il mondo dell’editoria.

«Affrontiamo l’emergenza, come tutti, con spirito di sacrificio e responsabilità – spiega Ricardo Franco Levi – Ma è indispensabile e urgente che il governo e il parlamento facciano tutto ciò che serve per far sì che il mondo del libro, con tutte le sue imprese e i suoi lavoratori possa, al pari e insieme a tutta l’Italia e tutti gli italiani, reggere e superare questo difficilissimo momento. Tutto ciò che serve. Niente di meno».

Facciamo un riepilogo di cosa l’AIE chiede al governo:

  • deduzione fiscale per gli acquisti dei libri;
  • ricostituzione della dotazione originaria della 18App, la carta cultura dei giovani;
  • un rafforzamento del fondo destinato alle famiglie bisognose per l’acquisto dei testi scolastici (un fondo che è fermo alla cifra di 103 milioni di euro ormai da vent’anni);
  • strumenti per far fronte alla crisi di liquidità e ammortizzatori sociali che possano tutelare il più possibile dalla perdita di posti di lavoro.

 

Le risposte dell’ADEI e dell’ALI

Anche ADEI (Associazione degli editori indipendenti) si è appellata al governo. Questa la dichiarazione del presidente Marco Zapparoli: «Accanto a sospensioni e agevolazioni previste per gli altri comparti produttivi, riteniamo importante varare al più presto un provvedimento di tax credit – sull’esempio di quanto opportunamente fatto per le librerie indipendenti – per dare fiato a piccole e medie aziende editoriali indipendenti. Riteniamo giunto il momento di introdurre detrazioni fiscali per l’acquisto di libri e sostenere una efficace campagna di promozione dedicata, insieme, a libro e lettura».

Infine, alla luce della ormai compromessa redditività dell’anno per le librerie, il presidente di ALI Paolo Ambrosini ha richiesto a sua volta l’adozione di un piano nazionale straordinario per sostenere la domanda di libri e andare incontro all’attività dei librai.

I librai hanno risposto con grande senso di responsabilità e compostezza al decreto del Consiglio dei Ministri, sacrificando incassi e utili determinanti per la sopravvivenza delle imprese; ora ci aspettiamo che si intervenga con la stessa rapidità e decisione per consentirci di guardare con più fiducia ai prossimi giorni

 

Una nota di speranza

Questo è l’assetto del panorama editoriale al momento. Guardiamo anche noi con più fiducia ai prossimi giorni, nella speranza che il mese di aprile ci porti nuovi libri, nuovi incontri con autori, notizie più confortanti in merito a festival e fiere, e – non meno importante – librerie aperte e in piena attività.

Nel frattempo, consoliamoci un po’ con le numerose iniziative in corso sui social (e non solo) per continuare a leggere e a preservare anche la nostra salute culturale, che è sempre e comunque fondamentale e preziosa.

 

 

Giulia Lombardo