Mondo Editoriale,  News

Non sei triste, devi solo andare a un reading party

Da New York a Londra, da Milano a Roma, i reading party coinvolgono centinaia di lettori per volta, accomunati dalla passione per i libri e dal desiderio di conoscere persone nuove

È il 2006 quando High School Musical debutta su Disney Channel e una delle prime scene vede Gabriella Montez arrivare a una festa di Capodanno con un libro in mano, sedersi su un divano e iniziare a leggere. Poi viene coinvolta insieme a Troy Bolton in un karaoke e il resto della storia lo conosciamo. Tutti forse lì per lì abbiamo pensato che fosse fuori luogo presentarsi a una festa con un libro e isolarsi dagli altri eppure, in fondo in fondo, in molti ci siamo sentiti vicini a Gabriella e dopo l’ennesimo rewatch abbiamo pensato: “ ma non sarebbe bello se esistessero delle serate così? Se si potesse uscire con il proprio libro in borsa, arrivare al bar e leggere in compagnia degli amici, senza doversi interrompere sul più bello?”.

Anni dopo, eccoci accontentati. Nel 2023, infatti, a New York nascono i reading party, feste basate proprio sulla lettura, dove si socializza e si conoscono persone nuove. Ogni città e paese ha la sua variante, ma l’obiettivo di fondo è creare un momento di aggregazione, di contatto, per invogliare anche i più giovani ad avvicinarsi ai libri.

Il punto di partenza è stata la volontà di smaltire la famosa “pila di libri” sul comodino e concedersi un momento esclusivamente dedicato alla lettura, lasciando da parte per qualche ora la frenesia della vita quotidiana. Nella “città che non dorme mai”, l’emblema per eccellenza della confusione, della fretta e del rumore, quattro ragazzi decidono di fermarsi per un po’, rifugiarsi su una terrazza e leggere insieme ad altri amici i libri che da tempo aspettavano di iniziare.

Grazie alla diffusione social, in particolare a TikTok, questa iniziativa è diventata virale, sempre più giovani si sono dichiarati interessati a partecipare e oggi i reading party sono dei veri e propri eventi che coinvolgono fino a duecento persone. Ognuno si presenta con il proprio libro, con l’obiettivo di socializzare, conoscere autori e autrici e scambiarsi consigli di lettura.

I Reading Rhythms, così sono stati chiamati gli incontri, si svolgono in club, cocktail bar, luoghi artistici di Brooklyn o in suggestive terrazze cittadine e prevedono un paio d’ore da dedicare esclusivamente alla lettura e poi un secondo momento di interazione con gli altri partecipanti.

Dall’America i reading party si sono rapidamente diffusi anche in Europa, assumendo caratteristiche e sfaccettature sempre diverse, ma mantenendo l’obiettivo iniziale di avvicinare più persone possibile ai libri.

Gli organizzatori di Reading Rhythms, intervistati da Sky tg24 hanno affermato di voler esportare il format principalmente nelle grandi città europee, tra cui Parigi, Londra e forse anche Milano.

«Molte persone pensano che leggere sia un’attività solitaria, noi pensiamo che sia un’attività social e il tuo libro è in realtà il miglior rompi ghiaccio che potresti avere per iniziare una bella conversazione» spiega Ben Bradbury a TeleAmbiente in occasione del primo reading party organizzato al Monk di Roma in collaborazione con Libri sottolineati.

Nel Regno Unito i reading party hanno preso una piega decisamente più audace: al centro ci sono sempre i libri e la lettura, ma sono accompagnati da musica, luci soffuse, balli e attrazione fisica.

«E poi la gente viene anche per rimorchiare» racconta infatti Rachel Connolly, una delle fondatrici di New Work, format giovane pensato per offrire agli autori la possibilità di leggere al pubblico i propri inediti e, ovviamente per socializzare

Cambiano le modalità e gli spazi, ma i capi saldi dei reading party restano sempre gli stessi: leggere libri e conoscere persone nuove.

Nell’era dei social dove tutto passa attraverso gli schermi dei nostri cellulari, i reading party sono un’occasione per disconnettersi e ricominciare ad avere rapporti umani veri.

Serena Mauro