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Interviste,  Mondo Editoriale

Gelsorosso casa editrice: “Vi raccontiamo la Puglia”. Intervista a Carla Palone

La Puglia, una regione che ha tanto da raccontare. E di quella voglia di raccontare, c’è chi ne ha fatto una vera missione.

Carla Palone, barese ed editor@ della piccola casa editrice indipendente Gelsorosso, ubicata in una delle stradine della meravigliosa Bari vecchia, ci svela come tutto è cominciato.

 

Partiamo dal principio. Figlia di un fondatore di una nota azienda di arti grafiche, diplomata all’Accademia di Belle Arti ma anche curatrice di alcune tra le mostre nazionali più importanti di fotografia . Quand’è che si fa strada l’idea di voler creare una casa editrice tutta sua? E perché? 

L’idea di mio padre di fondare un’azienda di arti grafiche, nasce dalla passione e dalla voglia di utilizzare carte e inchiostri, sperimentare acidi, creare e disegnare nel 1979, anno della mia nascita. Mentre gli altri bambini imparavano a contare, io masticavo arte. Mio padre ha lavorato per molto tempo con molte case editrici di livello nazionale perciò crearne una tutta mia è stata una consapevolezza che si è fatta strada nel tempo e che grazie a delle doti naturali, tra cui anche quelle manageriali, ha dato vita alla Gelsorosso, che dal 2005 si è fatta spazio inizialmente nel panorama locale e nazionale in questi ultimi anni.


Cito una frase riportata sul sito della casa editrice. “E poi, come amo dire, il mestiere dell’editore è “totalizzante”, tali e tante sono le risorse (intellettive, finanziarie, relazionali) che si debbono impiegare”. Tante sono le risorse dell’editore, quante le figure che collaborano per la buona riuscita di un libro. Gelsorosso è una piccola realtà indipendente. Quali sono i punti di forza delle piccole realtà rispetto alle grandi imprese?

Il successo della Gelsorosso è quello della familiarità. Così come era l’azienda di mio padre, costruita su rapporti famigliari, anche i dipendenti e tutti i collaborati erano diventati famiglia. Una grande famiglia, che lavorava insieme e con il sorriso, per dar vita a cose belle per la città. Il successo della casa editrice come sigla editoriale è dato anche dal rapporto diretto con gli autori. La figura dell’editore non è solamente quella dei conti o quella che s’interfaccia con il grafico per una copertina (che in questo caso sono io) ma è soprattutto la cura degli autori. Per noi, gli autori, non sono un numero o un titolo ma delle persone che si raccontano. Il successo è quello di non dare all’autore solo un numero ISBN ma dare loro la forza e la voglia di potersi esprimere e lasciare un messaggio attraverso una pubblicazione. Una forza e una voglia che parte dalla stretta di mano quando entrano in casa editrice, come se fosse un patto tra noi e loro. Mi piace paragonare il libro alla nascita di un figlio. Ci sono i due genitori che accompagnano questo figlio chiamato libro, a farsi conoscere e a farsi spazio all’interno delle librerie ma anche come figura all’interno della società e quindi di farsi raccontare, farsi leggere e farsi anche criticare. Tutti modi per crescere e lasciare un messaggio, che può essere positivo o negativo in base al lettore.

Il marchio della casa editrice, un leone bramoso di libri e sapere sotto un albero di gelsi – rivisitazione della celebre favola ovidiana di Piramo e Tisbe –viene scelto non solo come rimando del gelso alla mediterraneità ma anche per simboleggiare il desiderio di invogliare il lettore al sapere e alla conoscenza attraverso una vasta offerta di catalogo. 13 collane, ognuna con un disegno editoriale ben studiato. Le letture proposte sono rivolte ad un target specifico? Se no, a quale tipo di target si rivolgono? marchio_GelsoRosso

Sì, la Gelsorosso è una linea editoriale che inizialmente nasce solo come sigla ma che nel corso degli anni è diventato un vero e proprio progetto editoriale volto a raccontare la Puglia, la nostra terra. Anche il marchio è un simbolo di voglia di mantenere vive le radici, a partire dal gelso rosso simbolo del mediterraneo. E’ sempre importante ricordare da dove si parte e l’albero insieme al sangue del leone, non come ferita ma segno indelebile (inchiostro sulla carta) vogliono rammentare le nostri radici e i nostri passi. Noi raccontiamo di Puglia e il nostro slogan “Si scrive puglia, si legge gelsorosso” proprio perché tutte le linee editoriali gelsorosso raccontano e sono ben specifiche della nostra terra. Anche le varie collane hanno il nome di un frutto o di un fiore della nostra terra come mirti, gelsomini, caprifogli e querce. Querce è legato all’architettura, un albero forte e secolare proprio come le varie e antiche architetture della città. Caprifogli, si rivolge ad un target che predilige una lettura più leggera e quella dei gelsomini è totalmente dedicata ai bambini. Ogni collana ha un target ben specifico, quello rivolto al bambino, all’uomo o alla donna più intellettuali o anche a chi vuole leggere un libro sulla spiaggia con leggerezze e spensieratezza.

La proposta editoriale vanta di moltissime penne pugliesi. Come vengono scelti autori e titoli? Tali scelte sono influenzate, in qualche modo, anche dal suo ruolo di Assessore alla Città produttiva e del mare di Bari?

All’interno della Gelsorosso c’è un team, a capo c’è Veronica Vuoto che si occupa di selezionare quelli che sono i titoli che rappresentano la casa editrice. Ci sono stati molti autori che, in qualche modo, ci costringevano alla pubblicazione ma abbiamo rinunciato perché non è solo l’autore che si mette in vetrina ma la sigla editoriale e perciò è importante trovare sempre un equilibrio. Se una pubblicazione o un autore non rientra nella lista editoriale rinunciamo alla pubblicazione. Tutto ciò che è presente nel catalogo altro non è che un’ampia scrematura di tutto ciò che viene sottoposto in casa editrice alla direzione. 

Il mio ruolo da assessore non ha inciso assolutamente sulla casa editrice perché tendo a separare benissimo i ruoli, alle volte rinunciando anche a bandi comunali e regionali per non confondere il ruolo dell’editore con quello dell’assessore. Quello dell’editore è un ruolo, che con tante altre persone che mi sono vicine, abbiamo costruito sulla base della serietà, della trasparenza e della credibilità. Spesso la politica può portare a non essere credibili anche in alcune scelte che riguardano la comunità.

Durante la pandemia, l’editoria Italiana ha registrato numeri importanti nonostante la chiusura delle librerie. Come ha reagito Gelsorosso? Qual è lo stato del mercato librario nella regione Puglia?

Gelsorosso ha reagito come tutti. Sicuramente impreparati la prima settimana e spaventati dopo. La pandemia non ha fatto distinzione di figure professionali. Abbiamo imparato come tutti i settori a comunicare attraverso i social, con piattaforme come Skype. Anche le presentazioni dei libri le abbiamo fatte in questo modo. Abbiamo sviluppato e ampliato quelli che erano i post sui social e abbiamo rinnovato il sito nel frattempo. Abbiamo dato anche la possibilità di poter acquistare i nostri libri sul sito e dato la possibilità di riceverlo direttamente a casa consegnato da noi, personalmente. I libri, durante la pandemia, si sono venduti perché la gente aveva più tempo per stare a casa. Dico sempre che un buon libro è come un buon bicchiere di vino rosso, lo si fa da soli, in silenzio. Il libro, di per sé, durante la pandemia ha vinto ed è stato un ottimo accompagnatore nelle giornate lunghe e tante volte silenziose delle famiglia pugliesi, baresi, italiane.

Passione, perseveranza e coraggio sono caratteristiche che hanno contraddistinto il suo percorso. Quale consiglio si sente di dare ai giovani che vogliono realizzarsi nel mondo lavorativo editoriale, in tempi così difficili?

Quello che consiglio ai ragazzi è di non mollare mai ma di credere nel proprio sogno e farlo lontano. Le cose belle vanno costruite, anche nei momenti di sconforto. È un discorso puramente personale. Io sapevo che nella vita avrei fatto l’editore, e che in qualche modo mi sarei distinta rispetto a tante altre persone. Tutto ciò che uno desidera fare, più lo desidera più è difficile realizzarlo ma è proprio in quei momenti che bisogna andare avanti e mantenere quel famoso obiettivo a vista anche se è lontanissimo e a volte si perde. Molto spesso capita di non accorgersene e mentre si perseguono degli obbiettivi, se ne raggiungo molti altri.

Catherine Vaccaro