Marco Malvaldi
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Un Incontro con Marco Malvaldi

Giovedì 14 febbraio, davanti alla sala gremita del Collegio Santa Caterina, Marco Malvaldi, uno degli scrittori più amati in Italia, ha presentato il suo ultimo libro, La Misura dell’Uomo. Con lui, gli editor della casa editrice Giunti: Giulia Ichino e Antonio Franchini, e la giornalista di Repubblica Anna Briganti. Se la caratura degli ospiti a questa tavola rotonda è già sufficiente a rendere di per sé questo evento un’occasione prestigiosa, per noi del Master la giornata di giovedì è stata ancora più importante perché ha costituito il trait d’union perfetto tra la nuova edizione e quella appena passata. Infatti, non poteva che  essere la presentazione di un grande giallo il momento del passaggio di testimone tra gli studenti dell’anno scorso, che hanno scritto e curato un interessante libro sul genere, Editoriale, Watson! (presentato subito dopo la tavola rotonda) e noi, le matricole ansiose di assorbire ogni aspetto di questo mondo.

Malvaldi ci ha reso testimoni del viaggio attraverso la filiera editoriale, parlando del suo romanzo d’esordio, La Briscola in Cinque.  Lo scrittore ha raccontato, con un entusiasmo mai sopito, nonostante i dodici anni dalla pubblicazione, tutte le tappe della creazione del capostipite del ciclo de I Romanzi del BarLume.

 Siamo partiti dall’inizio, dalla chiamata di Antonio Sellerio che ha colto di sorpresa il giovane Malvaldi, all’epoca dottorando in chimica all’Università di Pisa, passando per l’incontro con i “mitologici” personaggi della casa editrice di Palermo, ai processi di editing che l’autore ha accettato di buon cuore, fino all’episodio divertente dell’errore posto sulla bandella della prima edizione, dove la città di Pisa era stata scambiata con Livorno. Per un pisano “doc” come il Malvaldi non poteva esserci scambio peggiore, ma dato il successo del libro l’errore non è mai stato corretto, per scaramanzia.

Ma la vera perla della serata è stata la conversazione riguardo all’ultima fatica di Malvaldi. La Misura dell’Uomo è un giallo storico che vede come detective d’eccezione niente meno che Leonardo da Vinci di cui, quest’anno, ricorrono i cinquecento anni dalla morte. Non è un caso che sia la casa editrice Giunti, che negli anni ha pubblicato, in edizione a tiratura limitata, tutti i codici di Leonardo, a proporre questo romanzo. E solo un toscano amante della scienza e della cultura umanistica come Marco Malvaldi, che secondo il suo editor Antonio Franchini: «È in grado di rendere interessante persino il ping-pong» poteva farsi carico di onorare al meglio la figura dell’eclettico artista rinascimentale.

Questo romanzo segna inoltre la prima collaborazione dello scrittore con la casa editrice di Firenze, con cui c’è stato «un ottimo rapporto umano prima che un buon rapporto editoriale». Malvaldi sorprende tutti sottraendosi all’universo toscano e raccontando un episodio ambientato durante il soggiorno milanese di Leonardo. Il risultato è un libro in cui «si avverte il divertimento profondo dello scrivere» in cui registri alti e bassi si mescolano continuamente fino a creare una scrittura viva e pulsante.

Nel salutare noi e tutto il numeroso pubblico, Marco Malvaldi ci lascia una frase che sembra una chiosa perfetta sia per il mondo dell’editoria, sia per il giallo: «La riuscita di un buon libro, come quella di un caso, dipende dai dettagli». Faremo sicuramente tesoro di queste parole per percorrere al meglio il viaggio appena iniziato.

Questo romanzo è stato commissionato a Malvaldi a partire da un argomento, i cinquecento anni dalla morte di Leonardo, lasciandolo però libero di esprimere la propria creatività giocando a proprio piacimento con la narrazione.  L’autore, infatti, ha stupito tutti inserendo la figura del grande genio toscano all’interno di un giallo.

La struttura della trama è stata congeniata da Malvaldi partendo dalla fine: l’assassino è ben fisso nella mente del giallista ancor prima dell’inizio della stesura del testo. A quel punto sviluppare la narrazione risulta semplice, perché lo scrittore può giungere alla fine del romanzo senza il rischio di impantanarsi in vicoli ciechi. Le possibilità di diramazione della storia sono infinite ma non preoccupano lo scrittore che presto o tardi giungerà al finale prospettato.

Se volessimo rappresentare visualmente la struttura di un giallo malvaldiano potremmo dunque utilizzare un albero che, partendo dalle fronde, presto o tardi ci condurrà alla radice, in un viaggio scorrevole e appassionante.

Il ruolo dell’editor in questo lavoro è stato soprattutto di supporto all’autore, fornendogli tutti gli strumenti per immergersi appieno nel periodo storico della narrazione. Il romanzo risultante da questo sapiente lavoro di professionisti ha tutte le carte in regola per diventare uno dei best seller in questo 2019.  

Marco Malvaldi parla del “Caso Malvaldi”: https://www.youtube.com/watch?v=GlDQmdfNsm0

 

Emanuele Malpezzi e Alberto Clementi