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Un viaggio tra le contraddizioni dell’America anni ’60

Dal primo momento in cui il lettore sfoglia questo graphic novel, capisce di trovarsi davanti a qualcosa di estremamente particolare: una storia fatta di storie, apparentemente non legate tra loro. Monica non è solo il contenitore di queste vicende, ma è anche il nome della protagonista, che svolge il ruolo di filo conduttore lungo l’intera opera.

La personalità di questo racconto si esprime già nei risguardi: il titolo si staglia su una panoramica che mostra la formazione del pianeta Terra, decorata da una tavolozza di colori atipici, che creano dei contrasti cromatici dinamici e interessanti. In seconda e terza pagina figura una sequenza di immagini disposte in ordine cronologico che illustrano lo sviluppo della civiltà umana: il punto di arrivo è l’America degli anni ’60, in concomitanza con la nascita della protagonista.

Coconino Press inserisce questo titolo nella collana “Coconino Cult”, insieme alle altre due opere pubblicate dall’editore e scritte dallo stesso autore americano: Daniel Clowes. Nativo di Chicago, Clowes si affaccia sul mondo del fumetto nel 1985. Inizia qui un percorso in divenire da cui emergono titoli pubblicati su rivista, come Eightball o il cult Ghost World, da cui è stato tratto un fortunato adattamento cinematografico. Quei tempi sono ormai lontani, ma l’autore resta, da circa vent’anni, uno dei maggiori punti di riferimento del mercato, tanto da essere considerato mainstream negli Stati Uniti. Tutto ciò si rispecchia nella costante presenza delle sue opere all’interno della classifica dei libri più venduti del “New York Times”, che definisce così il suo lavoro: «L’estetica e le storie satiriche e profonde di Daniel Clowes hanno lasciato un segno nella cultura contemporanea».

Monica è il nome della protagonista dell’opera, la cui vita si svolge in un periodo storico ricco di cambiamenti nella società americana: nasce, infatti, negli anni ’60 e, abbandonata dalla madre, si fa strada nel mondo, scontrandosi spesso con la solitudine e la depressione, mostri del suo animo, quali la solitudine e la depressione. Clowes non dà vita a niente di nuovo: la protagonista incarna perfettamente l’archetipo dei suoi personaggi, lupi solitari costantemente alla ricerca di sé, lungo un cammino accidentato ed enigmatico, che porta a conclusioni spesso insoddisfacenti.

La vicenda inizia in Vietnam, durante la guerra, dove due commilitoni in missione parlano tra loro fumandosi una sigaretta. Quindi si torna negli Stati Uniti, dove Penny, fidanzata di uno dei due soldati, nonché madre della protagonista, esplora le variopinte dimensioni della controcultura hippy, in grande fermento durante gli anni ’60. Da qui in poi Monica inizia un viaggio attraverso i luoghi d’infanzia e le persone rimaste ancora in vita, reduci di quel periodo tossico e pieno di culti, figli di un complottismo strampalato.

La narrazione è ben articolata. Si suddivide in nove storie, tutte separate e autonome. Lo scopo è quello di raccontare la vita di Monica attraverso pensieri, generi e tematiche quanto più diversi e lontani tra loro. L’unico elemento che rimane costante per tutta l’opera è lo stile grafico del disegnatore: Clowes decide, infatti, di affidare il suo prodotto ai canoni dei comics americani degli anni ’50, senza mai eccedere, per omaggiare i grandi maestri della Golden Age.

Il formato cartonato dell’edizione italiana permette una chiara visualizzazione del titolo. La dimensione delle pagine (21,5 x 29 cm) valorizza al meglio le tavole e la particolare gamma di colori che illustra l’opera. La copertina scelta è un diretto riferimento alla protagonista e al suo stato d’animo: il viso di Monica in primo piano, segnato da uno sguardo perso, quasi malinconico, si staglia verso la grandezza dello spazio. La traduzione italiana, realizzata da Veronica Raimo, restituisce in maniera efficace i dialoghi della nuova lingua, senza mai ostacolare la comprensione delle vicende.

La costruzione della narrazione è complessa: sullo sfondo appare ben chiara una riflessione sulla società, in questo caso sulla storia statunitense, densa di guerre, momenti di fermento artistico e sette nate da grandi teorie di complotto. I vari capitoli, però, non seguono sempre la successione cronologica degli eventi, e a volte non si riesce a capire in quale contesto o momento preciso della storia ci si trovi. Anche la voce narrante cerca spesso di confondere il lettore: si fatica a comprendere se a parlare sia Monica o il suo subconscio, e soltanto avanzando con la lettura è possibile scovare indizi di verità. Tuttavia, è proprio questa caratteristica a far sì che a ogni rilettura affiorino emozioni nuove ed emergano significati inediti di un’opera che il “Time” definisce «un classico della letteratura a fumetti».

Alessandro Pensi