
Il paratesto: questo sconosciuto
Sei sicuro di conoscere l’elemento fondamentale dei libri che leggi periodicamente?
Cosa intendiamo quando parliamo di paratesto? Scopriamo insieme agli studenti del Master in Professioni e Prodotti dell’Editoria questo fondamentale elemento testuale che come lettori incontriamo tutti i giorni, ma di cui spesso ignoriamo l’importanza.
Durante le lezioni che svolgiamo settimanalmente come studenti del master di Professioni e Prodotti dell’Editoria, abbiamo modo di apprendere numerose informazioni riguardanti gli elementi testuali che vanno a comporre ciò che sarà poi un libro fatto e finito. Tra questi elementi uno dei più importanti, se non il più importante, e sul quale abbiamo avuto modo di confrontarci ed esercitarci è il paratesto.
Prima di scoprire come lo abbiamo approfondito e come ci abbiamo lavorato, facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire cosa si intende quando si parla di paratesto. Il termine nasce da Gerard Genette, critico letterario e saggista francese, che dedica tutta la sua opera Seuil (1981) alla descrizione e all’analisi di questo elemento testuale fondamentale. Da quanto si evince dalla definizione di Genette, il paratesto è ciò che rende un contenuto scritto un oggetto materiale che si possa toccare, maneggiare, sfogliare: raccoglie e illustra tutte quelle pratiche autoriali ed editoriali che danno vita a un testo e lo rendono presentabile al pubblico; come lo possono essere il titolo, il nome dell’autore, le note e così via. Gli elementi paratestuali sono ciò che trasforma l’apparente semplicità di un testo in un libro vero e proprio, attribuendogli una sua identità, oltre a garantirne il consumo.
Il paratesto, come già accennato, può considerarsi l’elemento testuale di principale importanza, poiché, in moltissimi casi, determina le possibilità di vendita di un’opera. Più gli elementi paratestuali sono avvincenti e accattivanti nei confronti del potenziale pubblico lettore, più il libro in questione avrà la giusta visibilità. Anche inconsciamente gli elementi paratestuali sono ciò che più ci colpisce di un libro a primo impatto e ciò che ci provoca la curiosità necessaria per avvicinarci a un volume, osservarlo, sfogliarlo, leggerne la quarta di copertina e, in molti casi, alla fine, comprarlo.
Ora che abbiamo compreso cosa si intende quando si parla di paratesto e quali sono le sue funzioni principali, andiamo a vedere come noi masteristi abbiamo avuto occasione di approfondire questo argomento e di apportarci qualche elemento personale.
Durante gli incontri di Mediazione che stiamo svolgendo, dopo un’iniziale prima parte teorica, ci sono state proposte due esercitazioni molto interessanti per confrontarci con il paratesto e mettere in pratica le conoscenze acquisite.
La prima consisteva nell’entrare in una libreria e, senza pensarci troppo, dirigerci verso il libro che più ci aveva colpito per fotografarne la copertina. In seguito, l’esercizio proseguiva con una nostra spiegazione che motivasse la scelta, le possibili scelte editoriali dietro al titolo che ci aveva incuriositi ed eventualmente segnalare consigli di migliorie. Da questo esercizio è emerso che la maggioranza di noi studenti, viene colpita dalla copertina con le sue immagini, i colori e i font che vi vengono utilizzati; mentre un’altra buona parte della classe è stata attratta dal titolo del libro. Questo esperimento è servito come ulteriore conferma di quanto appreso durante le lezioni, ovvero la centralità del paratesto nel catturare l’attenzione del pubblico a primo impatto.
La seconda esercitazione era più specifica e consisteva nel recarsi in una libreria e individuare quattro titoli che potessero essere rappresentativi delle quattro tipologie principali di lettori: il lettore abituale intellettuale, il lettore abituale informato, quello casuale spettatore e quello casuale occasionale. Dalle nostre ricerche, basate su quanto di teorico appreso in classe, è emerso che a rappresentare la prima tipologia di lettore sono principalmente libri classici, appartenenti a collane affermate dal design essenziale e pulito perché ciò che interessa a questa categoria è il contenuto dell’opera, mentre prestano meno attenzione all’estetica esterna del volume. Il secondo tipo di lettore è ben informato sulle ultime uscite letterarie, sui premi e sulle classifiche; quindi, quando si dirige in libreria punterà quasi sicuramente ad acquistare un titolo tra i più recenti e magari vincitore di qualche premio o situato tra i primi in classifica. Questi sono gli elementi principali che colpiscono la fetta di pubblico appena descritta, che, come il lettore intellettuale, non bada troppo all’estetica esterna del libro, ma più al suo contenuto e ai riconoscimenti attribuitigli. Il lettore casuale spettatore è colpito principalmente dalla riconoscibilità di ciò che legge; perciò, punterà a libri che recano in copertina un’immagine chiara dell’idolo mediatico che sta cercando e che segue già in televisione, radio o social media. L’ultima tipologia, non essendo abituata alla lettura, sceglie libri principalmente come regalo o in occasioni particolari. Questa categoria è attratta esclusivamente dagli elementi paratestuali di un libro, quali la copertina con le sue immagini e i suoi colori, il titolo e il font, magari particolare e colorato, che colpiscono immediatamente lo sguardo di chi entra in libreria.
A seguito, quindi, di quanto appreso in classe e di quanto verificato attraverso le nostre esercitazioni, il paratesto si conferma essere il primo e più importante elemento testuale immediatamente visibile agli occhi di chiunque, nonché il primo elemento che spinge alla fortuna economica di certi titoli rispetto ad altri. Anche se spesso non si conosce la definizione di questo elemento testuale e non si sa bene cosa comprenda, esso è sicuramente ciò che più ci influenza per quanto riguarda la scelta di primo impatto di un’opera.
Carolina Sposato
