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Effetto Covid-19: L’editoria nell’anno del digitale

Com’è andato il 2020 per l’editoria italiana? Potremmo riassumerlo così: meglio del previsto. A vedere le pesanti perdite causate dalla chiusura delle librerie, nessuno avrebbe scommesso su una chiusura del mercato in positivo, tanto più tra le migliori a livello europeo. Eppure, grazie ad uno spirito di adattamento, di collaborazione, e al supporto delle istituzioni pubbliche, il settore ha retto. È quanto si evince dall’ultima analisi di mercato realizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE) e presentata, come di consueto, nell’annuale Seminario della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri di Venezia. A presentare il rapporto 2020, in un incontro online il 29 gennaio, Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), e Paolo Ambrosini, presidente dell’Associazione Librai Italiani (ALI).

Il peso delle vendite

L’editoria si conferma la prima industria culturale italiana e chiude con un fatturato pari a 1,54 miliardi di euro a prezzo di copertina. La crescita complessiva, che comprende i libri di varia sia cartacei che digitale, venduti sia nei canali di vendita fisici che online, è pari a +2.4% rispetto al 2019. Ma al suo interno si nascondono andamenti contrastanti. Da un lato, il boom degli store online; dall’altro, le incolmabili perdite delle librerie di catena, quelle nei centri commerciali e nei centri urbani. Hanno invece retto meglio le librerie di quartiere, grazie a iniziative di consegna a domicilio come Libri da Asporto e Bookdealer e la digitalizzazione dei cataloghi e le misure economiche attivate dal governo come quelle inerenti al credito d’imposta. 

Tra i comparti che hanno sofferto maggiormente troviamo inevitabilmente il turistico, quello dell’arte e l’editoria professionale giuridica. È andata meglio invece all’editoria universitaria grazie a un calo, seppur momentaneo, della pirateria. La scolastica ha risentito del limitato rinnovo delle adozioni causato dalla chiusura delle scuole ma è forse tra quelli che più si è adattato al digitale. Solo tra febbraio ed aprile, si contavano 4,4 milioni materiali didattici scaricati. Ed ancora, 691 mila di docenti (su oltre 900 mila) che hanno partecipato ad almeno uno dei webinar attivati da case editrici scolastiche.

La riapertura di maggio ha permesso ai canali fisici di recuperare parte del terreno perso ma non ha fermato la crescita dell’e-commerce che è passato dal rappresentare il 27% nel 2019 al 43% nel mese di dicembre. Così, di quel 2,4% di incremento, la vendita dei libri cartacei nei canali trade rappresenta lo 0,3%. Un dato che fa comunque gioire se si pensa che tra gennaio e maggio il fatturato riportava -134 milioni di euro e -8 milioni di copie vendute rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.  

A livello europeo, chiudono positivamente anche il Regno Unito (con un +5,5%) e la Finlandia (+7%) mentre troviamo dietro di noi la Germania e la Francia entrambe con chiusure negative rispettivamente al -2,3 e -2%; drammatica la situazione del Portogallo con -19%, causa l’arretratezza digitale del Paese.

Il successo del digitale

Per capire la rapidità dei cambiamenti basti pensare che ad ottobre 2020, il 38% dei lettori (tra i 15-74 anni) dichiarava di aver acquistato online. Di questi però, il 20% (3,4 milioni di persone) lo ha fatto per la prima volta. Questo spostamento verso il digitale ha interessato anche i supporti di lettura. Nella stessa indagine, per il 17% di coloro che hanno dichiarato di avere letto ebook (2,3 milioni) erano nuovi al formato.

Dobbiamo però ricordare che questi dati sono, in più ampia parte, il risultato delle anomale circostanze legate all’emergenza sanitaria. Solo un’analisi a medio-lungo termine potrà dirci se tali tendenze si siano davvero tramutate in nuove abitudini. Però, come afferma anche il presidente AIE, si può già individuare un nuovo tipo di lettore, un lettore più consapevole.

«C’è sicuramente una nuova maturità nel lettore che, come nel tempo ha imparato a conoscere i propri gusti e su questi basa la propria scelta, in maniera analoga ora, almeno il lettore più assiduo, sceglie i dispositivi, lo strumento più adatto alla specifica lettura», ha osservato Franco Levi nella presentazione dell’indagine su ‘La lettura e i consumi nell’anno dell’emergenza’.

 


(Forti) lettori crescono

Chi legge dunque, complici lo smart working e il maggior tempo speso in casa, sembra lo abbia fatto di più, spaziando e sperimentando nuovi formati. Le indagini, suggeriscono che i lettori di ‘solo cartacei’, dopo essere risaliti a livelli pre-Covid entro ottobre 2020, sono rimasti pressoché invariati. Di contro, i lettori forti del digitale sono aumentati notevolmente. Coloro che dichiarano di aver letto dai 4 a oltre 12 ebook sono passati dal 9% nel 2019 al 14% nel 2020. I ‘forti ascoltatori’ sono invece cresciuti dal 2% al 3%. 

Ma «la lettura rimane la priorità e l’emergenza principale per il settore», precisa il presidente AIE. Infatti, sebbene tra il 2018 e il 2019, il numero dei lettori sia passato da 28,2 a 29,5 milioni, l’Italia registra il più basso indice di lettura tra i cinque maggiori mercati editoriali europei. Considerando ebook e audiolibri, la percentuale si aggira attorno al 65 (della popolazione tra i 15-74 anni) ma di questi, oltre il 40% non supera i tre libri l’anno e solo il 17% ha letto almeno un libro al mese. Ne deriva, un mercato del libro che si regge principalmente su quel 16% di lettori forti (12 e più libri l’anno).

E i giovani?

Tra i dati più allarmanti ci sono quelli relativi alle fasce di età più giovani, considerate da sempre tra le più attente alla lettura – anche grazie alla scolarizzazione e ad una maggiore attenzione da parte dei genitori. Tra questi diminuisce il tempo dedicato a leggere tanto che solo l’1% dichiara di aver letto più di un’ora continuativa nel corso del 2019.

È proprio verso questi che negli ultimi anni si sono rivolte molte attività e supporti economici con l’intento di favorire la lettura. Da iniziative come #ioleggoperché, che nel 2020 ha raccolto 300.000 libri per supportare le biblioteche scolastiche, al rifinanziamento dei buoni 18App incrementati da 160 a 190 milioni di euro. Tra le novità della legge sulla lettura, c’è l’istituzione della Carta della Cultura, una carta elettronica del valore nominale di 100 euro per le famiglie meno abbienti da poter usare per l’acquisto libri, e l’iniziativa Città del Libro.

 

Le azioni intraprese dal governo a sostegno dell’industria, per la promozione della lettura ma anche la spinta data alla digitalizzazione del Paese, si sono rivelate vitali in un anno come quello appena affrontato – Ricardo Franco Levi nella presentazione de ‘La lettura e i consumi nell’anno dell’emergenza’.

 

Alfabetizzazione 2.0

Per far sì che l’innovazione del settore si trasformi in un’offerta accessibile a tutti e in un modello di business sostenibile, è necessario che la digitalizzazione del Paese, accelerata ma non conclusa nel 2020, non si arresti. Ad oggi infatti, l’Italia si piazza tra gli ultimi paesi a livello europeo per digitalizzazione. Superato il cliché del divario tra Nord e Sud, si parla di divario tra zone urbane e zone rurali. «Nel Bel Paese la sofferenza digitale è presente un po’ ovunque, perché quasi tutte le province italiane mostrano come ad aree di eccellenza si possano facilmente alternare altre ancora arretrate, completamente ignorate dal processo di digitalizzazione del territorio», scrive Lorenzo Nicolao sul Corriere della Sera.

Gli ultimi dati ISTAT (2019) ci dicono che 7 italiani su 10 possiedono uno smartphone. Tale penetrazione però, non corrisponde ad un’altrettanta alfabetizzazione digitale. Tra gli adolescenti 14-17 anni, due terzi hanno riportato competenze basse o di base; un 3% non ha alcuna competenza e meno di 3 su 10 si attestano a livelli alti. 

La futura programmazione del settore, conclude il presidente, continuerà ad avere, tra gli obiettivi principali, la lettura. Questa però, dovrà tenere conto delle nuove abitudini dei lettori e dovrà andare di pari passo con l’innovazione tecnologica. Tutto ciò richiede investimenti e politiche a supporto; l’augurio è che l’attenzione e il sostegno da parte delle istituzioni alla lettura resti alta e anzi aumenti, negli anni a venire.

Fabiola Zaccardelli