Recensioni

Tre voci dal mare. Una nuova edizione del libro di Paolo Taggi “Di niente, del mare”

di Laura Gialdi

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Di niente, del mare

Paolo Taggi

Interlinea edizioni, pp. 142

€ 12,00

 

A trent’anni dalla prima edizione Sellerio, Interlinea pubblica Di niente, del mare di Paolo Taggi, autore di programmi televisivi e radiofonici, regista e scrittore poliedrico. Il testo, arricchito da un capitolo inedito e da fotografie dell’autore, è inserito all’interno della collana “Passio”, collezione di pillole letterarie proposte come antidoto contro i mali della contemporaneità.

Un piccolo volume che contiene tre testimonianze di vita raccolte e raccontate ai tempi di Radiodue 3131, trasmissione di cui Taggi è stato co-autore e conduttore nei primi anni ottanta.

Tre storie diverse, accomunate dall’attrazione magnetica che il mare esercita su ciascuno dei protagonisti: orizzonte inafferrabile e forza generosa, superficie che avvicina e abisso insondabile, il mare è lo spazio in cui sfumano i confini tra realtà e immaginazione. Tre storie che Taggi ha saputo restituire al lettore con grande sensibilità, mostrandone i lati più intensi e poetici.

 

Loro, mentre mi guardano giudicano, mi lanciano addosso i loro occhi come si lancia la fricina, la fiocina.

 

Nicola, detto Fricina, ha trent’anni e vive a Ganzirri, minuscolo villaggio di pescatori in provincia di Messina. Trascorre le giornate osservando il mare dal molo del paese, lontano dagli sguardi sprezzanti degli “altri”. Quando nasci in un posto come quello, la pesca è il tuo destino, ma Nicola sbaglia mira ogni volta che lancia la fiocina, oppure indugia troppo perché colto dal rimorso e la preda sparisce tra le onde. Per questo i pescatori di Ganzirri lo chiamano soltanto se a corto di uomini: allora indossa la sua divisa da ufficiale della marina, quella che mette sempre quando va per mare, sale sulla torretta e inizia a scrutare l’orizzonte alla ricerca di banchi di pesci spada. Lassù, lontano dagli uomini, sospeso tra cielo e mare, Nicola parla ai gabbiani e fantastica su isole lontane, dimenticandosi di dare l’allarme quando i pesci si avvicinano. Avrebbe voluto viaggiare, diventare un marinaio: invece è rimasto a Ganzirri, ignorato da tutti, e il mare si è trasformato nella metafora delle vite che non ha mai vissuto, delle possibilità ancora aperte che preferisce soltanto immaginare.

 

Ѐ il mare a decidere quello che devo trovare. Io lo so. Con il tempo, in certe occasioni, la sabbia si sposta e comincia a venir fuori qualcosa.

 

A pochi chilometri dal paese di Fricina, un’altra solitudine, un’altra esistenza sospesa. Angelo ha quarantacinque anni e vive in una baracca sul litorale di Maregrosso, discarica abusiva a cielo aperto a pochi passi dalla città di Messina. In passato era stato un cantante, ora sopravvive vendendo gli oggetti che trova sulla spiaggia, sospinti a riva dalle onde. Una volta il mare gli ha lasciato il diario di un uomo e da quel momento è come se condividesse le giornate con qualcuno che conosce da sempre.

 

Alvaro Mutis, inventore di rotte e di partenze senza approdi garantiti ha scritto che c’è sempre un’altra vita che ci scorre a fianco, la misteriosa corrente di un destino che avrebbe potuto essere il nostro, il racconto mai scritto di tutte le scelte che avremmo potuto fare. La vita che avrebbe potuto essere e non è stata ci accompagna come un binario parallelo, senza incroci né scambi.

 

A Porticello, provincia di Palermo, una coppia di sessantenni, Sergio e Licia Albeggiani, decide di realizzare il sogno di sempre: girare il mondo a bordo di Lisca Bianca II, la barca che Sergio ha fatto progettare appositamente per loro. Inizia così un’avventura di tre anni e trentamila miglia alla scoperta di quelle “isole lontane” che Fricina può soltanto immaginare: Canarie, Galapagos, Polinesia, Australia, Maldive… Sergio e Licia sperimentano uno stile di vita alternativo, estremo, essenziale, lontano anni luce dai ritmi e delle idiosincrasie della civiltà moderna. Sono riusciti laddove Fricina e Angelo hanno fallito: vivere in maniera totale, senza compromessi, la vita che fino a quel momento avevano soltanto sognato.

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