I classici che guardano al futuro: intervista al direttore editoriale di Marsilio Fabio Ferlin e all’editor Francesca Di Giacomo
Il 7 maggio di quest’anno sono usciti i primi quattro titoli della collana “Sumi” (parola giapponese per “inchiostro”), un esperimento editoriale che propone dei classici giapponesi in una versione al passo con le ultime tendenze: illustrazioni di Elisa Menini e richiami grafici e materici alle edizioni nipponiche.
Nonostante la nuova veste, questi volumi continuano ad avere uno stretto legame con la loro collana madre, la “Letteratura Universale Marsilio” (LUM).
Così, per capire meglio le origini da cui nascono i “Sumi”, siamo andati a intervistare il direttore editoriale di Marsilio Fabio Ferlin e l’editor della LUM Francesca Di Giacomo.
Nella LUM sono presenti classici di generi diversi. Qual è la filosofia che guida la scelta dei libri da pubblicare?
FDG: La redazione di Marsilio ha una strettissima collaborazione con i direttori di collana, esperti di una specifica letteratura e provenienti dal mondo accademico. Con loro ci confrontiamo per realizzare dei volumi in occasione di anniversari o ricorrenze, quando vogliamo recuperare testi rari e inediti in Italia, oppure quando sentiamo la necessità di riattualizzare una traduzione.
Si passa dai capolavori della letteratura fino alle opere di nicchia che secondo noi possono suscitare interesse. Non importa se poesia, romanzo, racconti o teatro: scegliamo tutto ciò che è sempreverde, che vale la pena leggere e riscoprire oggi.
Un esempio è L’umano di Plinio il Vecchio. In occasione del bimillenario dalla nascita dell’autore, abbiamo scelto il libro VII del De rerum natura. L’edizione è curata impeccabilmente da Guglielmo Monetti e collegata all’attualità grazie a un saggio di Marino Niola, antropologo e giornalista per “la Repubblica”.
FF: Il catalogo della LUM comprende più di trecento titoli e la loro caratteristica è quella di durare nel tempo. Cerchiamo quindi i long seller, quelli che magari non vanno in classifica, ma che, ci piace pensare, finiscano nelle librerie di tutte le case.
Infine la scelta dipende anche dalle letterature. In quasi tutte le lingue è presente il testo a fronte. Dunque, col doppio delle pagine optiamo per la brevità. È difficile che Guerra e pace finisca nella LUM.
Come si è evoluta la collana negli anni?
FF: In origine si è caratterizzata per i testi d’adozione universitaria. Si cercava di colmare un vuoto, proponendo opere che uno studente non trovava nei manuali o nei libri in commercio. Oggi ci riusciamo meglio grazie all’evoluzione della stampa digitale, che con una qualità ormai pari a quella rotativa ci permette di produrre la tiratura necessaria e stare al passo con i veloci ritmi accademici, di anno in anno con necessità sempre diverse.
FDG: Attualmente, però, proponiamo anche libri d’interesse generalista. Questo passaggio non è semplice: bisogna costruire un volume non troppo ostico, ma con sufficienti approfondimenti adatti allo studio. Certo, non è sempre possibile trovare un equilibrio.
FF: Oltre al tipo di pubblico, la LUM si è aperta anche al suo interno. Prima c’erano le sottocollane, ognuna delle quali aveva un nome distinto a seconda della lingua o all’argomento trattato. Negli ultimi anni, per una più chiara proposta in libreria, abbiamo tolto le suddivisioni e creato un’unica letteratura universale. I direttori di ciascuna sottocollana sono diventati il comitato scientifico generale.
Grazie a questa maggiore fluidità, sono entrati a far parte della LUM anche altre serie, come le “Variazioni sul mito”, che prima erano solo in edizione tascabile. Ciascuna “variazione” prende un mito classico e ne percorre l’evoluzione attraverso i secoli e declinandolo in generi diversi: poesia, teatro e narrativa. Si tratta di un progetto unico nel suo genere e complesso, perché bisogna raccogliere brani i cui diritti d’autore sono magari già detenuti da altri. Ad esempio per Medea c’era una traduzione d’autore che volevamo assolutamente e che abbiamo rincorso finché non abbiamo ottenuto l’autorizzazione.
I tre titoli più emblematici della LUM e perché.
FF: Dobbiamo sicuramente citare l’Iliade e l’Odissea di Omero, curate da Maria Grazia Ciani. Le vendite sono state significative sia per l’edizione cartonata da 35 euro, sia per quella in brossura che quella tascabile. Anzi, negli ultimi due anni sono perfino aumentate. La forza della versione di Maria Grazia Ciani è la traduzione, universalmente nota come la migliore in prosa, laddove la maggior parte è in poesia.
Nella top 3 bisogna nominare un titolo delle “Mille Gru”, l’ex sottocollana dei classici giapponesi, perché è forse quella che funziona meglio dal punto di vista del mercato. Il libro più venduto è il Kojiki. Un racconto di antichi eventi.
Infine ricorderei Un canto di Natale di Charles Dickens, un best seller oltre che long seller. Edizione cartonata con segnalibro in stoffa, è perfetta da regalare e una delle poche versioni con il testo originale a fronte.
Secondo i dati AIE del 2022 il 64% dei libri pubblicati in traduzione provengono dall’inglese, il 13% dal francese, il 6% dal tedesco, il 5% dal giapponese e così via. Guardando però le novità LUM dello stesso anno, le proporzioni sono ben diverse (francese e giapponese il 29% ciascuno, inglese e tedesco il 14%). Da cosa è dovuta questa diversità di trend?
FDG: Oltre a ciò che è stato già detto sui vuoti di mercato, va sottolineato che fin dagli esordi la casa editrice ha iniziato con i classici giapponesi assieme a quelli inglesi. Direi che c’entra la nostra collocazione. Stando a Venezia e avendo una facoltà così importante di lingue orientali, è successo in modo naturale che sviluppassimo un certo tipo di letterature.
FF: Se estendi questo confronto con il resto del catalogo, per noi lo svedese occupa un posto preminente, essendo Marsilio l’editore dei gialli nordici. Traduciamo poco dal mercato anglosassone rispetto ad altri editori perché negli anni abbiamo conquistato un pubblico specifico che segue un determinato genere.
Ci sono state delle scelte di cui vi siete pentiti o avete dei rimpianti?
FF: Le opere che proponiamo sono complesse e richiedono tempo. Sono testi che non hanno una scadenza. A volte però, nel caso di ricorrenze, il tempismo è importante. L’unico errore che abbiamo fatto in tal senso è stato di far uscire La fattoria degli animali di Orwell un po’ tardi. Nel 2021 sono caduti i diritti d’autore e tutti gli editori non si sono fatti sfuggire l’occasione. Siccome noi però volevamo mantenere gli standard qualitativi della collana, alla fine ci è servito più tempo e abbiamo perso “l’onda emozionale”.
Qualche indiscrezione sulle prossime uscite?
FDG: Per quanto riguarda “Variazioni sul mito” vogliamo ampliare le aree tematiche. Pensiamo ad esempio alle città in tutte le loro declinazioni (la prima sarà Venezia). Abbiamo appena cominciato con questa idea, è chiaro che non vediamo l’ora di esplorare tante altre possibilità e filoni tematici.
Poi è in programma la realizzazione degli altri due libri dell’Antologia della poesia giapponese e prevediamo di pubblicarne una di versi cinesi in due volumi.
FF: Infine, usciranno in libreria i primi quattro titoli della collana “Sumi”: Confessioni di una maschera di Yokio Mishima, La strana storia dell’isola Panorama di Edogawa Ranpō, Libro d’ombra di Tanizaki Jun’ichirō e Lo squalificato di Dazai Osamu. Un tentativo di presentare i classici giapponesi della LUM in edizione tascabile (abbiamo riprodotto lo stesso formato di quelli giapponesi) e con una grafica rivolta anche a un pubblico meno attento rispetto agli specialisti o agli appassionati di cultura nipponica; una versione da proporre in libreria vicino ai titoli di evasione, piuttosto che nel settore dei classici. Lo scopo è far scoprire al lettore generalista una produzione letteraria a cui non si sarebbe approcciato prima. La speranza è che questo esperimento prenda piede per continuare a sviluppare tanti nuovi titoli.