Giulio Andreotti, chi è veramente? L’imputato imperfetto, secondo Paolo Intoccia
L’imputato imperfetto è un libro dominato dal dualismo. Due sono i nomi che vi sono fortemente legati, quello dell’autore Paolo Intoccia e quello dell’editore Nando Dalla Chiesa. Due sono i volti del suo protagonista Giulio Andreotti, sette volte presidente del Consiglio e al contempo referente politico di Cosa Nostra siciliana. Due infine sono anche gli obiettivi di questo libro: riempire il vuoto editoriale in merito a questa figura e dar vita così a un dibattito che non c’è mai stato.
La miccia della questione risiede in un libro del 1984 cui Intoccia strizza l’occhio già nel titolo. Delitto imperfetto. Il generale, la mafia, la società italiana è il volume con cui Nando Dalla Chiesa – oggi direttore della collana Melampo di Solferino – denuncia «i mandanti morali» dell’assassinio del padre, tra cui il personaggio principale di L’imputato imperfetto. Oltre a concretizzare questo rimando, l’aggettivo serve anche a «descrivere il modo in cui Andreotti entra nelle maglie di questo processo: […] quasi da presidente del Consiglio uscente, con un patrimonio di sospetti, di ombre fondate che non permettono ancora un giudizio definitivo su di lui» e che in seguito viziano da parte di politica e stampa la percezione delle sentenze.
Proprio per dissipare queste ombre Intoccia scrive la sua tesi in Giurisprudenza sul processo Andreotti, decide poi di dedicargli un libro. Durante le sue ricerche universitarie, infatti, riscontra un «vuoto editoriale» che sceglie di colmare: manca nella storiografia ufficiale e negli interventi giornalistici del tempo un resoconto puntuale dei tre gradi di giudizio (dal primo ingresso dell’imputato in tribunale nel 1993 alla sentenza della corte di Cassazione del 2004), che esamini anche il contesto socio-politico in cui vengono accolti.
Proprio la sequenza temporale di questi eventi diventa l’architrave del libro. Uno sguardo al suo indice svela infatti una divisione in capitoli non tematica ma cronologica, elaborata ad hoc per «riportare il racconto del processo agli anni del suo svolgimento e per mostrare come cambiano le sue sensibilità nel mondo esterno, nell’opinione pubblica». L’imputato imperfetto non presenta quindi solo un resoconto dei fatti, ma anche un’analisi critica di quegli anni, dei meccanismi e delle figure della politica di allora, e della stessa società italiana.
A tal fine Intoccia scrive un saggio divulgativo il cui linguaggio indugia sul limite della cronaca. Esemplare è l’incipit del primo capitolo che con ritmo veloce e descrizioni immediate raffigura il fatale attentato all’europarlamentare Salvo Lima. Proprio il linguaggio – al pari della suddivisione cronologica – è quindi un elemento portante del volume. Per questo motivo Dalla Chiesa ne sorveglia il tono sia in fase di scrittura che di redazione, affinché lo stile non risulti noioso, ma rispecchi il valore accademico cui aspira il suo autore.
Il risultato è un saggio dall’apparato di note quasi assente, assorbito invece da un testo che si arricchisce di riferimenti puntuali – nomi, luoghi, date, citazioni – e che attinge a una bibliografia firmata da Gian Carlo Caselli, Giovanni Falcone e Indro Montanelli, e composta da relazioni parlamentari e sentenze di tribunale. Sono proprio questi elementi a equilibrare l’aspirazione divulgativa e al tempo stesso accademica del libro, favorendone la lettura e di conseguenza l’apertura di quel dibattito tanto auspicato. Calzanti in questo senso sono le parole con cui il magistrato Gian Carlo Caselli chiude la prefazione al volume:
La maggioranza dei cittadini italiani […] crede ancora oggi che Andreotti sia stato “assolto”. Il popolo in sostanza è stato truffato: benvenuto dunque il libro di Paolo Intoccia, perché fornisce – a chi lo voglia – ampio materiale di riflessione, al di là delle interessate fake news. Merita davvero di essere letto.
Rossana Merli
Fonti
Interventi di Paolo Intoccia e Nando Dalla Chiesa in occasione della presentazione del libro presso il Collegio Universitario Santa Caterina da Siena (Pavia, 20 aprile 2023).
In copertina: a sinistra Nando Dalla Chiesa e a destra Paolo Intoccia in uno scatto di Antonio La Valle.