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Le streghe di Lenzavacche: una storia, tante storie

di Anna Guerrini

Simona Lo Iacono
Le streghe di Lenzavacche 
Collana: Dal Mondo
Edizioni E/O, 2016
p. 160, 15 € 

Streghe-1-191x300Credo che Le streghe di Lenzavacche si possa efficacemente sintetizzare con una frase del film La vita è bella: «Questa è una storia semplice, eppure non è facile raccontarla. Come in una favola c’è dolore e, come una favola, è piena di meraviglia e di felicità». Simona Lo Iacono, come i cantastorie del passato, tesse fili paralleli che si intrecciano solo alla fine, mantenendo viva l’attenzione e la curiosità del lettore fino all’ultima pagina: la storia di Felice, un bambino gravemente disabile che vive in un mondo tutto suo, quasi senza tempo; la storia del maestro Alfredo Mancuso che nella Sicilia del 1938 rifiuta di omologarsi alla cultura fascista; la storia di quelle donne di Lenzavacche che nel Seicento sono state tacciate come streghe e perseguitate.

Figure diverse e lontane nel tempo, eppure legate. Le streghe di Lenzavacche è una storia di donne. Rosalba, Tilde, Deodata e le altre streghe del Seicento, la misteriosa zia a cui il maestro Mancuso scrive quotidianamente. Sono loro il vero motore della narrazione, il legame tra passato e presente.

È una storia di libri. La passione per le vicende raccontate nei libri è il filo rosso che unisce i protagonisti dal Seicento al Novecento: le “streghe” si tramandano la passione per le lettere di madre in figlia; Rosalba si innamora dell’arrotino grazie alla comune passione per i libri ed è convinta che «chi legge diventa indovino, prevede, affina le emozioni»; Alfredo insegna ai suoi studenti che la letteratura è la chiave di interpretazione del mondo e permette di cogliere la verità profonda delle cose.

È una storia di famiglia. Una famiglia inusuale, quella di Felice, con due madri, Rosalba e nonna Tilde, e il farmacista Mussumeli che fa da padre, nonno, amico. Una famiglia anelata, quella di Alfredo che dopo la morte del padre attraversa l’Italia alla ricerca delle proprie origini. Due vite inconsapevolmente legate da radici profonde che risalgono al Seicento, a un’unica famiglia di sole donne: le streghe.

È una storia di emarginazione. L’emarginazione di Felice, guardato con disprezzo dai compaesani a causa dei suoi difetti fisici, scansato e definito mostro. L’emarginazione di Alfredo che a causa dei suoi metodi di insegnamento non conformi al regime fascista perde quasi tutti i suoi alunni e viene minacciato di licenziamento. L’emarginazione delle “streghe” di Lenzavacche, bollate come istigatrici del demonio sulla base di pregiudizi e false accuse.

È una storia di liberazione. Per Felice, la liberazione dall’isolamento cui il suo handicap lo costringe. Per Alfredo, la liberazione dalla solitudine e dai fantasmi del passato. Per le streghe la liberazione dall’oblio della storia. Per tutti, una liberazione dai pregiudizi di una società ottusa che allontana il diverso senza neppure conoscerlo.

È una storia d’amore, in tutte le sue manifestazioni: amore per un figlio imperfetto, per una famiglia inaspettata, per il proprio lavoro, per i libri e la cultura, per la verità.

Una storia multiforme e dinamica, dunque. L’unica costante? Il paese di Lenzavacche, in cui tutte le vicende si intrecciano e la cui mentalità chiusa e ipocrita rimane immutata dal Seicento alla metà del Novecento.

Simona Lo Iacono si conferma un’ottima narratrice, in grado di fondere in modo armonioso leggenda, storia e diritto. Varia con abilità registri linguistici e lessico in base alle caratteristiche dei personaggi: le lettere del maestro Alfredo alla misteriosa zia sono scritte in italiano corretto; i dialoghi sono sintetici, spontanei, con pochi dialettismi e qualche imprecazione; mamma Rosalba, voce narrante, usa un italiano standard con qualche eccesso di letterarietà probabilmente dovuto alla sua passione per la lettura. Ben riuscite, poi, sono le pagine del testamento di Corrada Assennato che riproducono la lingua della Sicilia di fine Seicento. Con il suo stile immediato e delicato la scrittrice accompagna il lettore silenziosamente, quasi in punta di piedi.

Fonte foto: http://www.edizionieo.it/spool/cover_9788866327233_1582_600.jpg