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Prima di noi | Recensione

Prima di noi è l’ultimo romanzo di Giorgio Fontana. Il libro, pubblicato nel gennaio 2020 dalla casa editrice Sellerio, ha suscitato fin da subito un particolare interesse, posizionandosi già nel mese successivo al terzo posto nella categoria “Narrativa” delle Classifiche di qualità della rivista “L’indiscreto”. A gennaio 2021, inoltre, ha vinto il Premio Bagutta.

 

La trama

 

Per decenni, per quasi un secolo la famiglia Sartori aveva costruito una nave partendo dal poco legno disponibile: di generazione in generazione era uscita dal fango e dall’oscurità alzando alberi, tessendo vele, rinforzando lo scafo e accumulando cordame.

 

Così si legge alla fine del romanzo, in cui vengono narrate vicende che coprono quasi un secolo di storia italiana, dal 1917 al 2012. Protagonista di questa storia è la famiglia Sartori: tutto ha inizio quando il primo di loro, Maurizio Sartori, fugge dall’esercito, in seguito alla disfatta di Caporetto, e si rifugia in un casale di campagna in Friuli, dove incontra una ragazza, Nadia Tassan. Dalla loro unione nasceranno tre figli, Gabriele, Domenico e Renzo, che negli anni successivi si troveranno ad affrontare il secondo conflitto mondiale.

Dopo la guerra una parte della famiglia si trasferirà a Milano: da questo momento seguiamo le vicende della terza generazione dei Sartori, con Eloisa, Davide, Diana e Libero Maurizio; infine, il testimone passa alla quarta e ultima generazione, che ci condurrà nel nuovo millennio. Il “filo rosso” che tiene uniti nel corso del tempo i membri di questa famiglia, è la parola scritta, che ha un ruolo fondamentale nel romanzo, e, in particolare, una lettera dal passato, elemento centrale della trama, ripreso anche nell’immagine di copertina.

 

Il libro

 

Nonostante la mole del volume (quasi 900 pagine – un numero casualmente coerente con il periodo storico che fa da sfondo alle vicende raccontate), la narrazione è piacevole, le pagine scorrono veloci tra le dita del lettore, grazie anche ai capitoli brevi, in cui compaiono a rotazione i personaggi. Nel corso della narrazione l’autore ripercorre diversi periodi della storia italiana: le due guerre mondiali prima, le lotte operaie poi, il Sessantotto e gli Anni di piombo, infine i primi anni del nuovo millennio con il precariato nel mondo del lavoro. Inoltre, affronta le più svariate tematiche, molte delle quali ancora oggi attuali, dalla lotta partigiana al terrorismo politico, dall’omosessualità al fallimento di un matrimonio, dall’abbandono alla morte.

 

Prima di noi: la grande epopea familiare

 

Pablo Picasso, La Famille Soler (1903)

 

Ispirato dalle vicende realmente accadute al bisnonno e al nonno (anche se – come ricorda lo stesso autore in un’intervista rilasciata su ilLibraio.it – solo lo spunto iniziale è autobiografico, mentre per il resto si tratta di un romanzo di finzione), Fontana dà vita a una grande epopea familiare, a «un grande romanzo italiano», come si legge nelle parole di Marco Missiroli sulla quarta di copertina, e ripercorre in esso le sorti di queste quattro generazioni di Sartori, travolti dai grandi eventi della storia e da diversi drammi familiari. È, dunque, la sofferenza il denominatore comune dei Sartori, condizione che pare conservarsi e diffondersi tra i discendenti, seppure in modalità differenti:

 

La sofferenza si conservava proprio come l’energia. I loro nonni, e in una certa misura i loro padri, avevano dovuto sopportare il dolore fisico, fame e freddo e povertà o comunque una qualche privazione; e ora che questo dolore era terminato, a loro spettava un destino di ferite interiori.

 

E, forse, è proprio questo il lascito del romanzo: in qualche modo ognuno di noi è determinato dalla propria genealogia. O, prendendo in prestito le parole di Andrea Kerbaker, segretario del Premio Bagutta:

 

Siamo figli di dove nasciamo; poi possiamo passare dal Friuli alla Lombardia e dalla Lombardia al vasto mondo, però siamo quella cosa lì. E Fontana, anche proprio nell’impianto narrativo, ha voluto dirci questo. Il titolo stesso è programmatico: Prima di noi che ci siamo adesso ci sono stati questi signori che sono parte della nostra storia.

 

Martina Fracarolli