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Una voce nel chiacchiericcio del mondo

di Mattia Gadda

Matteo Munaretto
Il cielo è dei leggeri
Collana: Edizioni di poesia a tiratura limitata [599 copie]
Interlinea, 2016
p. 147, 14 €

Munaretto, Il cielo è dei leggeri 180«cosa avremmo raccontato / altrimenti, solo chiacchiere? / Vita abbiamo chiesto, / l’abbiamo invocata con bruciore.»

Ne Il cielo è dei leggeri, secondo libro di poesie di Matteo Munaretto, è proprio l’ardere della vita a farsi largo nel chiacchiericcio del mondo per poter dilagare in tutta la sua fragile e tremenda bellezza.

È un ardore classico, spesso levigato da una voce colta e raffinata, attraverso la quale Munaretto si racconta – professore, poeta, padre, amico, marito – lasciando intuire l’intima e continua tensione tra l’innamorarsi e il disilludersi della vita, specchio di tenerezza e ferocia dell’umano.

Uno sguardo capace di rendere limpide le profondità del proprio pensiero attraverso una semplicità sconcertante, rivelandosi nel contempo saggio e bambino, in grado di conciliare citazioni greche e latine al puro stupore infantile, e di intingere i propri versi di un’impegnativa freschezza.

«Sì, / la mente ora riposa / che tutto la sorpassa. / diceva un padre greco: “solo / lo stupore afferra qualcosa”.»

L’autore, classe 1977, è un professore di liceo e collaboratore universitario a Pavia, docente di latino e letteratura italiana moderna e contemporanea. Ha dedicato studi approfonditi alle poetiche di Clemente Rebora e Mario Luzi, dei quali è spesso visibile l’impronta, mai calco, nella sua produzione.

Alcune poesie sparse sono state pubblicate su riviste come “Poeti e Poesia”, “Soglie”, “Gradiva” e nell’antologia Il miele del silenzio. Antologia della giovane poesia italiana (Interlinea, Novara 2009). L’autore si è distinto in occasione di alcuni premi nazionali e al concorso “InediTO – colline di Torino”, Salone del libro 2012, con la silloge Piccolo ciclo dei mesi contenuta in questa raccolta.

Sono raccolte tra queste pagine poesie scritte tra il 2007 e il 2013, la cui suddivisione per affinità tematica offre una panoramica dell’universo munarettiano e del suo stile non incapace di evolversi in più direzioni.

«Ma non vi riconosci quell’amabile / col suo non so che d’agro / sgangherata bellezza di quaggiù?»

Fonte immagine: http://www.interlinea.com/schedenovita/immaginischede/Munaretto,%20Il%20cielo%20e%CC%80%20dei%20leggeri%20180.jpg